Questa settimana nella nostra rubrica "I miti del motociclismo" vi parliamo di uno dei più amati e talentuosi piloti di tutti i tempi: Kenny Roberts, detto anche "il marziano". Kenny Leroy Roberts nasce a Modesto (California) il 31 dicembre 1951. La sua avventura con le due ruote inizia quando ha dodici anni e lavora come "cow-boy": accende il motorino del figlio dei suoi datori di lavoro, cadendo e ferendosi ad un ginocchio; il dolore ed il successivo svenimento sanciscono un amore indissolubile tra lui e le moto.

Solo un anno dopo vince in Oregon con i flat-track e nel 1970 si aggiudica il "National Novice Championship" campionato AMA, mentre l'anno successivo inizia il suo fortunato rapporto con la Yamaha, in sella alla quale vince nove gare dello "AMA Junior Championship", riuscendo ad ottenere, nel 1972, la licenza "Expert".

Nel 1974 fa il suo ingresso nel Motomondiale: l'esordio avviene in Olanda nella classe 250 sempre in sella alla Yamaha in qualità di wild card. Al traguardo giunge terzo, ma le vere soddisfazioni devono ancora arrivare per il giovane americano: infatti, dopo qualche anno in sordina, il suo dirompente talento esplode nel 1978, quando chiude quarto nella categoria 250 (che abbandona a metà campionato) ma si porta a casa il suo primo titolo iridato in 500 cogliendo quattro successi. Nello stesso anno corre anche in Formula 750 (oggi eliminata per la pericolosità delle moto), categoria difficile e rischiosa che lo vede comunque protagonista in lotta per il titolo fino all'ultima gara.

Kenny Roberts vince nella classe regina anche nel 1979 e nel 1980, dimostrandosi protagonista indiscusso e idolo degli appassionati per il suo inconfondibile stile di guida: è stato lui infatti uno dei piloti che hanno cambiato il modo di andare in moto, influenzando i campioni di oggi; ad esempio, Roberts può essere definito uno dei padri della derapata, lui che aveva capito che per percorrere forte le curve il ginocchio interno deve fungere da perno. Una tecnica che inizia ad affinare nel 1972, quando si bilancia in questo modo per non cadere ed arriva a toccare l'asfalto con il ginocchio. Prima di lui non esistevano le saponette, indispensabili nelle tute dei piloti; inizia inoltre a fissare dei pezzi di visiera col nastro americano, perfettamente in linea col suo puro animo da cow-boy, mentre anche il suo modo di festeggiare si rivela innovativo, tanto da percorrere il giro d'onore in mono ruota, diventando un idolo anche per questo motivo.

Roberts prosegue la sua carriera dopo la tripletta di titoli giungendo 3° nel 1981 e 4° nel 1982, anni caratterizzati dalle grandi battaglie con Randy Mamola, Franco Uncini, Freddie Spencer, Marco Lucchinelli e Barry Sheene. Nel 1983 non conquista il quarto titolo per soli due punti, chiudendo la stagione secondo alle spalle del nuovo giovane talento americano, Freddy Spencer. Nonostante la vittoria dell'ultima gara la delusione è tanto forte da convincerlo al ritiro, anche se torna in sella nel 1984 per portarsi a casa le vittorie della Daytona 200 e della 200 miglia di Imola.

Dopo il ritiro diventa team manager (aiutando anche il figlio) prima per la Yamaha e poi, dal 1996, con un proprio modello, mutando col tempo il suo personaggio: da ragazzo senza vizi (ma con una gran passione per le donne) a uomo amante di buoni sigari, vino e cibo, seppur mai banale, mai scontato anche nelle sue riflessioni su questo sport ed i suoi protagonisti.

Alice Lettieri

 

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