Daniel Ricciardo: voto 10. Qualora si fosse rivelato un flop alla Red Bull, avrebbe sicuramente trovato un impiego alternativo come testimonial di dentifrici. Ma questa seconda opzione dovrà aspettare ancora un po': "mister Smiling" va forte davvero. E la sua consacrazione arriva dopo qualifiche non facili, dove Vettel era sembrato (forse per la prima volta nell'anno) complessivamente più concreto. Nella gestione della gara, suo punto debole sino all'anno scorso, si dimostra una belva che non perdona. Aggressivo quanto basta, deciso nell'infilare Perez e spietato nell'affondare Rosberg. Il resto è storia: e la sua è ancora tutta da scrivere.

Nico Rosberg: voto 9. Praticamente perfetto, con l'unica macchia di non essere riuscito a concludere con un successo un weekend nel quale ha dato una perentoria risposta a chi non lo considerava ancora all'altezza di battersi per il titolo. In Canada, Nico dà prova della sua maturità: strappa la pole a Hamilton in qualifica con un giro-monstre, poi in gara si tiene il compagno alle spalle anche con le maniere forti e alla fine riesce a gestire la sua vettura sino al traguardo. Per un secondo posto che vale oro in chiave iridata.

Sebastian Vettel: voto 8. In qualifica si rivede il "vecchio" Seb, capace di tirare fuori con classe il meglio dalla propria vettura. Peccato che poi in gara sia costretto, ancora una volta, a dover fare i conti con un compagno di squadra assai "scomodo". Deve assolutamente riprendere in mano le redini del team, altrimenti corre il rischio di subire un ridimensionamento che non merita, anche perché le sue doti non si discutono.

Jenson Button: voto 8. Piano piano, sta risalendo la china, e grazie a lui anche il team. Questo è il Button che conosciamo, forte di una visione di gara eccellente che gli consente nel finale di gara di approfittare del duello tra Hulkenberg e Alonso portando a casa un insperato quarto posto.

Lewis Hamilton: voto 7. Aveva tutte le potenzialità per essere l'uomo del weekend, invece al sabato spreca tutto con un piccolo errore in frenata, mentre il compagno Rosberg è perfetto. In gara è di nuovo un pelo più veloce di Nico, eppure riesce a mettergli le ruote davanti solo per qualche istante grazie al pit stop, prima di arrendersi ad un guasto tecnico. L'impressione è che abbia voluto tenere a bada un malcelato nervosismo, capace di condizionarlo nelle fasi cruciali. E adesso per il Mondiale si fa in salita.

Nico Hulkenberg: voto 7. Arriva a punti per la settima volta consecutiva. Il voto non eccelso deriva però dal fatto che Perez stavolta si era mostrato complessivamente più efficace, prima di combinare il patatrac finale. Forse è lui che soffre questa tipologia di circuiti simil-Bahrain, tutte frenate ed accelerazioni. L'eventuale riprova l'avremo in Austria.

Felipe Massa: voto 7. Non riesce a concretizzare come avrebbe dovuto un weekend dove la sua monoposto era complessivamente la più veloce dopo la Mercedes. Cerca di recuperare in tutti i modi nel finale dopo un pit stop sfortunato, ma incappa in un altro sudamericano che gli gioca un brutto scherzetto, spedendolo contro le barriere ad alta velocità. Fortunatamente tutto bene, ed è questo ciò che conta.

Valtteri Bottas: voto 7. Eccellente soprattutto in qualifica, dove ripete la seconda fila dello scorso anno e si toglie la soddisfazione di battere ancora il compagno. In gara paga alcuni problemi nella seconda metà, che lo relegano ben oltre le posizione che aveva sognato alla vigilia. Verrà anche il suo giorno.

Fernando Alonso: voto 7. Frustrato eppure combattivo, deluso eppure tenace e mai domo. Questo è l'Alonso visto in Canada, consapevole di avere dinnanzi a sé un'altra stagione nella quale sarà impossibilitato a lottare per il titolo. Ma lui non molla, e lotta come un leone sino in fondo: alla fine ci prova su Hulkenberg, ma arriva lungo in frenata e deve cedere anche a Button. Ma (almeno lui) ci ha sempre provato.

Jean-Eric Vergne: voto 7. Lui l'ha definita una delle migliori gare della sua carriera. Non avendone concluse poi così tante in zona punti, possiamo anche credergli. Se non altro, si toglie momentaneamente dai piedi l'incubo-Kvyat (fermato da un guasto), riprendendosi tutte le attenzioni del team.

Kevin Magnussen: voto 6. Da bravo studente, svolge il suo compitino senza troppi errori (qualche testacoda, ma niente di grave). Sorprende però il fatto che, dopo l'exploit iniziale di Melbourne, sia praticamente sparito. Lui e la McLaren. Adesso è l'ora di tornare a tirare fuori gli artigli.

Adrian Sutil: voto 5. Ma c'era? Purtroppo per lui, la Sauber di quest'anno consente solo di fare da comparsa, o poco più. Basti pensare che, in una gara dove arrivano al traguardo solo undici vetture, lui è incredibilmente...undicesimo! E le occasioni non si presentano tutti i giorni...

Daniil Kvyat: voto 5. Poco efficace in qualifica, evidentemente deve avere poco digerito le caratteristiche del circuito di Montreal. In gara si ferma, come molti altri, per un guasto. Sarà per la prossima volta.

Romain Grosjean: voto 5. La Lotus sembra essere tornata nell'anonimato e lui poco o nulla può per farla riemergere. Se non altro, per compensare la delusione del ritiro, si toglie la soddisfazione di stare davanti a Maldonado. Ma non si tratta di una novità.

Sergio Perez: voto 5. E' il voto medio tra la sua gara eccellente e quella assurda manovra con la quale mette a rischio sé stesso, Massa e Vettel. Vero è che un cambio di direzione è consentito al pilota per difendere la propria posizione, ma non certo quando ormai l'avversario ha impostato la sua manovra d'attacco e sopraggiunge a velocità nettamente superiore. In passato abbiamo visto penalità ben più incisive per molto meno: la sua mossa avventata meritava sicuramente una mano più pesante. E dire che aveva fatto una gara semplicemente straordinaria, resistendo per 35 tornate con le Supersoft. Ma le cose bisogna farle per bene sino in fondo...

Kamui Kobayashi: voto 5. Il momento più bello del week-end è quando in conferenza stampa gli chiedono un pronostico sui prossimi Mondiali: lui sembra cadere dalle nuvole dicendo di non seguire molto il calcio...per il resto è fermato dopo 23 giri da un problema alla sospensione. Week-end anomalo, come tutta la sua stagione sino a questo punto.

Jules Bianchi: voto 5. Dopo essere diventato l'eroe di Monaco, sembra che tutte le sfortune si accaniscano su di lui in Canada. Nelle libere percorre pochissimi giri e deve accontentarsi di partire dietro a Chilton, il quale si intraversa dopo poche centinaia di metri mandandolo a muro. Peggio di così...

Kimi Raikkonen: voto 4. Il fantasma del pilota che aveva entusiasmato nelle ultime due stagioni, e prima ancora dal debutto fino al 2007. Appare demotivato, assente, svuotato: l'unica carica di energia la trova quando apostrofa un giornalista che aveva ipotizzato un suo allontanamento dalla Ferrari a fine stagione. Era stato preso proprio per la sua esperienza nel gestire vetture completamente diverse dal passato: ma i ragazzini terribili lo stanno bastonando, dando torto (per ora) alla scelta del Cavallino.

Esteban Gutierrez: voto 4. Picchia nelle libere ed in pratica il suo week-end finisce lì: scocca danneggiata e niente qualifiche. Prende il via dalla pit lane ma la sua gara è già compromessa: un pessimo proseguimento di quanto già visto a Monaco.

Marcus Ericsson: voto 4. Almeno ha l'attenuante di essere un debuttante, alle prese con un tracciato che non perdona il minimo errore. Lui ci casca in pieno, finendo a muro nel Q1 e causando una bandiera rossa. La sua gara dura solo sette giri: può soltanto sperare di migliorare.

Max Chilton: voto 3. Finisce ingloriosamente la sua striscia positiva di arrivi al traguardo durata 25 gare, e soprattutto nel modo peggiore: centrando il proprio compagno di squadra dopo poche curve e mandando in frantumi i sogni di gloria e due vetture del team. Da adesso per lui non varrà più il detto: chi va piano, va sano e va lontano...

Marco Privitera