L'ePrix nel Principato si svolge su parte del tracciato utilizzato per il GP di Formula 1: a Sainte Devote si scollina direttamente verso la chicane del Porto, tagliando fuori il tratto da Massenet al Tunnel. In passato le Formula E hanno girato una sola volta in quel di Montecarlo, nel 2015, edizione caratterizzata da una carambola di proporzioni esagerate subito dopo la prima curva e un sobrio trofeo a forma di cerchione consegnato al primo classificato (Buemi).

Una volta messo piede sulla Rue Grimaldi per la consegna del biglietto, si nota la risposta positiva del pubblico, probabilmente incoraggiato dal prezzo molto popolare dei posti in tribuna. Gli organizzatori parlano di un'affluenza oltre i 18'000 spettatori e noi, dal nostro osservatorio alla chicane delle Piscine, possiamo confermare il pienone, ma non il tutto esaurito. Registriamo però un sold-out nell'appartamento dell'inquilino al decimo piano del condominio che si affaccia sul rettilineo principale, con un numero di invitati assiepati sul balcone degno di un...matrimonio napoletano.

La sessione di qualifica regolare vede svettare Jean Eric Vergne davanti a Maro Engel, con i primi dieci raggruppati in mezzo secondo, ma la sessione di SuperPole assegna la prima fila a Sebastien Buemi (che porta a casa i tre punti della pole position) e Lucas Di Grassi, ovvero i due leader del Campionato. Proprio davanti a noi e durante il suo giro buono, Engel taglia troppo all'interno in uscita dalle Piscine e va ad appoggiarsi in maniera neanche troppo delicata sul guard-rail esterno, buttando via decimi preziosi.

Sul nostro taccuino segnaliamo come l'uscita dalla chicane con il retrotreno ballerino sia una costante per quasi tutti. Pensavamo che le Formula E, essendo accreditate di potenze ragionevoli (intorno ai 270 cv - valore ulteriormente ridotto nelle modalità di gara - cioè una taglia di potenza affine a quella del motore delle auto con preparazione tamarra e vernice verde acido fluorescente che vendono dal concessionario), fossero dotate anche di un handling ragionevole. Evidentemente pensavamo male.

Rispetto ad un GP di Formula 1, dove una volta guadagnato il posto in tribuna difficilmente ci si muove, l'ePrix prevede una transumanza del pubblico verso le strutture dell'e-Village, principalmente per assistere alla gara del simulatore tra i piloti e un fortunato spettatore che si è qualificato per la sfida. Data l'atmosfera da centro commerciale il sabato pomeriggio, preferiamo esplorare gli stand espositivi del villaggio, incappando nel progetto Roborace, ovvero il prototipo di auto da corsa guidato da un computer di bordo.

Un domani l'automobilismo evolverà in una sfida tra mezzi guidati da un'intelligenza artificiale? Lo scopriremo solo vivendo, certo è che se la sfida a livello ingegneristico è veramente affascinante, la prospettiva di avere corse spogliate del fattore umano alla guida butta via tutta la poesia legata alle corse.

Una volta ritornati in tribuna è tempo per l'ePrix di prendere il via. Allo spegnimento delle luci rosse Buemi prende agevolmente il comando e riesce ad impostare un ritmo veloce, staccando sensibilmente Di Grassi, che a sua volta riesce a mettere a distanza di sicurezza Nelson Piquet Jr. Alle spalle del brasiliano è bagarre con Vergne e, di poco staccati, nelle posizioni di rincalzo si viaggia a mo' di trenino di Capodanno, condotta di corsa tipicamente monegasca.

Nonostante la partenza pulita senza pezzi di carbonio volanti lungo il tracciato, è chiaro che dal terzo posto in poi la situazione sia fin troppo fluida e qualcuno stia aspettando il momento buono per attaccare. Dal nostro osservatorio, sul quale abbiamo vista su tutta la variante e su parte dei box, vediamo che c'è chi sta studiando chi sta davanti, mentre i piloti della DS Virgin Racing e della Faraday Future Dragon Racing hanno qualche problema tecnico di troppo e spesso tendano ad appoggiarsi con le due ruote laterali sul guard-rail in uscita della variante.

La situazione diventa bollente quando Vergne tenta l'attacco a Piquet Jr in fondo al tornantino che immette sul Porto: i due si agganciano e il brasiliano accompagna il francese sulle barriere. Safety car in pista: memori di quanto successo in Messico, tutte le scuderie approfittano della neutralizzazione per entrare ai box e cambiare la vettura.

Il pit-stop con cambio vettura è sicuramente il momento più peculiare di questa Serie, perché intimamente connesso alla natura della propulsione elettrica e al fatto che la ricarica delle batterie, allo stato attuale, è un'operazione eterna. Se da una parte potremmo aprire una discussione lunga e spinosa sull'argomento batterie (che però un giorno, se propulsione elettrica per tutti sarà, dovrà essere affrontata), dall'altra è spettacolo nello spettacolo vedere l'alta velocità con cui i piloti rientrano all'interno dei box per saltare giù da una vettura e salire sull'altra.
Alla ripartenza Buemi e Di Grassi prendono il largo, con Nick Heidfeld (partito ottavo) che si installa in terza posizione. I due davanti fanno un altro mestiere e incominciano una gara per conto loro distanziando nettamente il resto del gruppo; nonostante il fan-boost lo svizzero non riesce a scappare via dal brasiliano, il quale rimane incollato al retrotreno della eDams come se fosse un'ombra.

Nelle retrovie Sam Bird della DS Virgin, constatato che le posizioni per i punti sono lontane, tenta di prendere il punticino del giro più veloce: nella sfida con il cronometro rimedia un bel contatto con il guard-rail delle Piscine, che lo costringe al ritiro ai box con un assetto di marcia tipo gatto che cammina in diagonale, ma riesce a portare a casa il GPV. Nonostante Buemi abbia sentito il fiato sul collo di Di Grassi per metà gara, riesce a mantenere il controllo della situazione tagliando il traguardo davanti al brasiliano e a Heidfield, assicurandosi in bacheca il secondo trofeo a forma cerchione, consegnato da Alberto di Monaco.

In conclusione: la gara di Formula E vista dalla pista è mille volte meglio rispetto alla televisione, pure in quel di Montecarlo, che non è un posto dove i sorpassi siano agevolati e i trenini siano all'ordine del giorno. Forse dal vivo non si riesce a comprendere al meglio le strategie dovute ai consumi delle batterie o, più probabilmente, alla terza Stagione è lecito aspettarsi che le scuderie sappiano gestire al meglio l'energia disponibile (a tal proposito da notare che rispetto all'edizione inaugurale, le Formula E hanno girato quattro giri di più con un ritmo sul giro mediamente più veloce). Però si apprezzano altri dettagli, che in televisione e con vetture così particolari, possono sfuggire.

All'epoca del primo ePrix a Montecarlo (prima Stagione in assoluto della Serie) guardavamo alla Formula E pensando a cosa avrebbe riservato il futuro di una disciplina automobilistica quasi totalmente inedita e se la prospettiva futura non fosse un destino proiettato verso il nulla, come è stato per l'A1GP o la SuperLeague Formula, considerati gli inciampi delle prime corse legati a consumi e prestazioni. Così non è stato, per fortuna.

Certamente il prodotto è ulteriormente perfettibile e c'è da lavorare su diversi settori (dal nostro punto di vista quello organizzativo, tipo garantire continuità e non ritrovarsi spiazzati da delibere comunali un paio di mesi prima della gara, sarebbe la priorità). Eliminare la musica tipo Buddha-Bar a tutto volume durante le pause di inattività sarebbe auspicabile, ma probabilmente si tratta più di una scelta artistica che non incontra i nostri gusti musicali. Prossimo appuntamento in pista Sabato prossimo in quel di Parigi.

Da Montecarlo - Luca Colombo