Una delle corse più belle degli anni '80 è il Gran Premio d'Ungheria del 1989, stagione caratterizzata dal dominio Mclaren e dalla rivalità interna tra Senna e Prost. Nelle qualifiche di Budapest, però, per la prima (e ultima) volta in stagione la Mclaren non fa segnare il tempo più veloce, ed a partire dal palo è Riccardo Patrese, al volante della Williams. Il padovano precede la McLaren di Senna e la sosprendente Dallara di Alex Caffi, mentre in quarta posizione si piazza Boutsen con l'altra Williams. Tutto regolare al via della gara, con i piloti di testa che partono bene dalle proprie piazzole e mantengono le rispettive posizioni. Nel cuore del gruppo invece la Ferrari di Nigel Mansell, partito solo dodicesimo, infila quattro vetture già alla prima curva. Dopo pochi giri Alex Caffi, alle prese con la propria monoposto gommata Pirelli, non regge il ritmo dei primi e viene superato da Berger e Prost. Pochi giri più tardi Mansell si porta in quinta posizione, approfittando dapprima del pit stop di Nannini e poi sorpassando Boutsen e Caffi; ma la rimonta non finisce qui, poichè il britannico continua ad essere il più veloce in pista, agguantando il terzo posto al 41esimo giro, in seguito alla sosta di Berger ed al sorpasso sulla McLaren di Prost. Tutto prosegue senza ulteriori scossoni fino al 53esimo giro, quando Patrese accusa un problema al radiatore ed è costretto prima a rallentare e successivamente al ritiro. L'italiano dunque viene scalzato da Senna e Mansell, i quali a questo punto sono in lotta per giocarsi la gara. Nel frattempo anche Berger ha un problema al cambio della sua Ferrari e si ritira. Mansell segue da vicino il rivale, finchè al 57esimo passaggio avviene il colpo di scena: Senna ha un'esitazione nel doppiaggio della Onyx di Stefan Johansson in uscita di curva e Mansell ne approfitta per superarli entrambi, andando a vincere la corsa dopo una spettacolare rimonta. Completa il podio Thierry Boutsen, con l'unica Williams superstite.

Carlo Luciani

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