La dinamica. Come si ricorderà, tutto è avvenuto all’inizio del quarto giro di gara, subito dopo una fase di neutralizzazione resasi necessaria attraverso l’intervento in pista della Safety Car. Secondo quanto emerso dalle immagini realizzate da numerosi spettatori, la Floersch è giunta in prossimità del punto più veloce del tracciato (la temibile curva Lisboa) immediatamente alle spalle della monoposto di Jehan Daruvala, quando quest’ultimo avrebbe alzato repentinamente il piede in seguito alla presenza di una bandiera gialla rimasta erroneamente esposta lungo il tracciato. Per la tedesca è stato impossibile evitare il contatto con la monoposto che la precedeva, rompendo la sospensione anteriore sinistra e finendo per intraversarsi ad altissima velocità nella parte interna della pista, mentre le altre vetture affrontavano la staccata. In quella fase, secondo quanto emerso dai rilevamenti, la Floersch è transitata davanti alla fotocellula ad una velocità di ben 276 km/h: un dato che dimostra l’impossibilità da parte della tedesca di poter decelerare in maniera adeguata.

Da sottolineare anche la presenza dei nuovi cordoli installati quest’anno, i quali hanno consentito alla Dallara (che procedeva impazzita a tutta velocità verso le barriere) di poter letteralmente “saltare” sopra alla vettura di Sho Tsuboi, il quale stava in quel momento affrontando la curva: senza la presenza del dissuasore sul lato interno l’impatto sarebbe potuto essere per entrambi potenzialmente devastante. Infatti, se da un lato il giapponese si è visto soltanto colpito di striscio dalla monoposto della Floersch (ricoverato per accertamenti in ospedale, è stato dimesso in serata), la tedesca avrebbe potuto infatti urtare le barriere con una decelerazione a dir poco drammatica. La monoposto della Floersch, nella sua marcia impazzita, è invece decollata verso le reti di protezione (le quali hanno comunque assorbito in gran parte l'energia dell’urto) finendo per sfondarle e terminando la propria corsa contro la torretta allestita per cameramen e fotografi.

Qui il miracolo è stato multiplo: un palo (abbattuto dalla vettura) ha colpito un commissario presente a bordo pista, il quale si è poi visto anche piombare a pochi centimetri la vettura dopo l’impatto contro la torretta, riportando “solo” una frattura della mandibola e contusioni varie. Due fotografi sono stati a loro volta urtati dai detriti, riportando ferite di media entità ma nessuna in grado di metterne a repentaglio la vita: in questo caso il bilancio sarebbe potuto essere ben più pesante, visto che nella Qualification Race quel tratto è solitamente gremito di fotografi, mentre nella finale è richiesta la presenza di questi ultimi nella zona del podio. Infine, la stessa Floersch può dirsi letteralmente “miracolata” grazie al fatto che il roll bar e la zona dell’abitacolo abbiano impattato contro la torretta proprio nella parte in cui quest’ultima presenta la feritoia necessaria a cameramen e fotografi per svolgere il proprio lavoro: sarebbero bastati pochi centimetri più in là e per la tedesca lo schianto sarebbe potuto risultare potenzialmente fatale.

L’operazione. Dopo aver rassicurato tutti sulle proprie condizioni di salute attraverso Twitter nelle ore immediatamente successive all’incidente, Sophie è stata sottoposta nella mattinata odierna ad un delicato intervento chirurgico volto a ridurre la frattura della settima vertebra cervicale. L’operazione, eseguita con la massima cautela e durata ben sette ore, è perfettamente riuscita e (come confermato dal papà della ragazza) non è risultato alcun danno al midollo spinale. Una buona notizia, soprattutto considerando che dopo aver letto il primo bollettino medico (il quale parlava di “spinal fracture”) il pensiero è andato subito allo sfortunato Robert Wickens, ancora su una sedia a rotelle per i postumi dell’incidente occorsogli lo scorso agosto in IndyCar a Pocono. I suoi parametri vitali risultano stabili e subito dopo l’intervento la ragazza è stata trasferita (come da prassi in questi casi) nel reparto di terapia intensiva: ad attenderla ci saranno almeno due settimane di ricovero prima di poter fare ritorno in patria, dove proseguirà la sua riabilitazione con l’obiettivo di poter tornare quanto prima su una monoposto.

L’inchiesta. Dopo l’accaduto, la FIA ha immediatamente aperto un’inchiesta volta a determinare le cause dell’incidente. Come detto, resterà da stabilire come mai vi fosse rimasta esposta una bandiera gialla nonostante la ripartenza della gara: un fattore, questo, capace di scatenare l’intera carambola. Come sottolineato dallo stesso presidente Jean Todt, la Federazione mira a fare luce sull’episodio e a valutare possibili interventi sul tracciato di Macao in vista del futuro. La curva Lisboa è del resto “tristemente” nota, essendo stata nel corso degli anni spesso e volentieri teatro di numerosi grovigli con diverse vetture coinvolte. Mai però si era assistito ad un incidente dalla dinamica così incredibile e, per certi versi, imprevedibile: un episodio che richiede un’attenta analisi per fare in modo che le condizioni di sicurezza anche a Macao possano tornare ad essere in linea con gli standard delle competizioni internazionali.

Marco Privitera