Se lo immaginava diverso sicuramente il proprio inizio di stagione Sebastian Vettel. Dopo aver saltato i primi due GP causa Covid, infatti, il tedesco in Australia si è trovato a vivere un weekend che definire disastroso forse non rende abbastanza l’idea della situazione. E in molti tra gli addetti ai lavori stanno iniziando a ipotizzare che il 2022 posse rappresentare un punto di arrivo per la carriera in F.1 del pilota di Heppenheim.

Problemi già dal venerdì

Come detto, Vettel non era stato presente nelle trasferte di Sakhir e Jeddah a causa di un tampone risultato positivo. Ha dovuto così lasciare il posto al pilota di riserva Hulkenberg, chiamato in extremis come abitudine ormai da due anni a questa parte. Le prestazioni del connazionale non erano state certo di primo piano, soprattutto a causa di una vettura ben poco performante, come confermato dai risultati del team mate Stroll.

Il ritorno del quattro volte Campione del Mondo al volante della Aston Martin, però, aveva portato un cauto ottimismo dalle parti di Silverstone. Invece, le cose hanno preso una piega pessima già dalla prima sessione di prove libere, con Seb costretto a fermarsi lungo la pista con il motore in fumo. Sessione finita per lui, e vettura stoppata ai box anche per le FP2. Inoltre, il rientro ai box post sessione con lo scooter lungo la pista è costato al tedesco 10000 euro di multa, giusto per spargere ancora un po’ di sale sulla ferita.

Ma l’incubo di Vettel è solo all’inizio: un botto violento in FP3 alla Ascari distrugge la parte anteriore della sua vettura, costringendo a un lavoro straordinario i suoi meccanici per metterlo in pista nelle Q1. A chiudere la prima uscita stagionale, l’errore pesante e un po’ banale in curva 4 che lo manda a muro. Il peggior inizio di stagione possibile, sia per lui che per il team, partito con aspettative ben diverse rispetto a quanto visto finora.

Sarà il canto del cigno per Seb?

Ora, quando si parla di Sebastian Vettel, occorre tenere a mente che si tratta pur sempre di un Campione del Mondo, che per quattro anni consecutivi ha fatto il bello e il cattivo tempo sulle piste di tutto il mondo. Purtroppo per lui, però, quei tempi sembrano essere lontani anni luce, e le scorie degli ultimi anni in Ferrari, a partire da quel maledetto lungo al Motodrom nel 2018, sembrano aver lasciato tracce difficili da cancellare.

A discolpa di Seb, in ogni caso, c’è un dato di fatto incontrovertibile: l’Aston Martin, complice la poca brillantezza della PU Mercedes, non ha portato in pista una vettura competitiva. Zero punti totalizzati in tre gare da altrettanti piloti; peggio ha fatto solo Nicholas Latifi con la Williams, guarda caso anch’essa “spinta” dai motori provenienti da Brixworth. Inoltre, il team di Lawrence Stroll è l’unico ancora a secco nella classifica Costruttori.

Sebastian, però, al netto di scenette divertenti come quella dello scooter, sembra essere sempre meno parte integrante del mondo che lo circonda. Da quella stagione in cui (con la complicità di un team non certo perfetto) gli è sfuggito il quinto sigillo, Vettel sembra avere imboccato un inesorabile viale del tramonto. L’arrivo di Leclerc ha messo fine alla sua avventura in Ferrari, ma anche la nuova sfida Oltremanica non sembra, per diversi motivi, aver riacceso la fiamma che ardeva nel petto del biondino che per diverse stagioni aveva dato paga a fenomeni come Alonso e Hamilton.

Sono in tanti a pensare che il 2022 possa rappresentare il capolinea della sua avventura in Formula 1. In effetti, se le prestazioni della sua vettura non cambieranno, è difficile pensare che Vettel, a 35 anni, possa trovare nuovi stimoli per poter continuare. Insieme a lui, però, sono in tanti a dover iniziare a farsi delle domande.

Aston Martin, serve un cambio di tendenza

Il team di Silverstone deve cambiare registro; la poca efficacia delle PU Mercedes non è una scusante valida. Esempio ne è il decimo posto di Alex Albon di domenica scorsa; dove non arriva la vettura, devono arrivare piloti e team, anche attraverso strategie alternative che però possono portare risultati piuttosto buoni.

Lawrence Stroll, secondo più di un opinionista, sta iniziando a comprendere cosa significhi gestire sul serio un team di F.1. Detto in altri termini, non bastano i milioni di dollari di un imprenditore facoltoso che vuole a tutti i costi far correre il figlio, per ottenere i risultati. L’addio di Szafnauer, uomo di provata esperienza, potrebbe aver lasciato strascichi molto importanti, difficili da cancellare in poco tempo.

Insomma, Vettel non sarà più il pilota brillante di un tempo, ma intorno a lui il clima non è dei migliori. Urge un cambio di rotta, altrimenti l’orizzonte si fa sempre più nero per il team di Silverstone.

Nicola Saglia