Nelle fasi finali della passata stagione di F1, Red Bull è stata punita per lo sforamento del budget cap: multa di sette milioni di dollari e riduzione del 10% nei test aerodinamici per la stagione 2023. Ora che abbiamo fatto ingresso nel nuovo anno, quanto potranno incidere in Red Bull le punizioni legate all'affaire budget cap?

Incominciamo la nostra analisi partendo dalla punizione inflitta alla scuderia di Milton Keynes. La revisione dei conti relativi all'anno 2021 ha visto la Red Bull oltrepassare il tetto di spesa, fissato a 145 milioni di dollari. Secondo i report finali, il team ha speso circa due milioni di dollari in più. Poiché la questione rientrava sotto il cappello delle "minor breach", la punizione inflitta dalla F1 alla Red Bull ha preso la forma di una multa di sette milioni di dollari ed un taglio del 10% nelle ore dedicate allo sviluppo aerodinamico.

Ambito finanziario

Dal punto di vista finanziario, il valore del tetto di spesa andrà progressivamente diminuendo, fino ai 135 milioni di dollari del 2025. Ricordiamo che questi valori vanno calcolati sulla base di un calendario di ventuno gare e il regolamento prevede una "compensazione" forfettaria per ogni gara aggiuntiva rispetto al numero di base. Detto questo, Red Bull (e le altre scuderie) dovranno fare fronte quest'anno ad un limite di spesa più basso rispetto al passato, tuttavia l'importo della multa dovuta al cost cap del 2021 non rientra tra le voci di spesa da sottoporre a revisione per il 2023.

Semplificando il concetto, la multa non andrà ad intaccare il totale spendibile (da regolamento) per l'anno, risultando quindi un universo a parte. In altre parole se la scuderia disponesse di soldi a sufficienza per coprire questa voce in uscita, non vediamo ulteriori problemi all'orizzonte. Come già evidenziato nei giorni in cui l'affaire cost cap ribolliva nei paddock del Circus, questa punizione non fa altro che creare un pessimo precedente.

Abbiamo capito che una scuderia può fronteggiare un "minor breach" (che, per dirla tutta, il 5% di 145 milioni di dollari tanto minimo non è) disponendo dei soldi per coprire lo sforamento di spesa e la multa ad esso associata. Nella nostra lettura oggettiva del problema, vale la pena cogliere una certa ironia del regolamento finanziario...sull'idea stessa di contenimento dei costi.

Ambito tecnico

Per quanto riguarda il contributo "tecnico" della penalizzazione, Red Bull avrà una decurtazione tangibile nel monte ore per gli sviluppi aerodinamici. Teoricamente questa disposizione potrebbe far male, nel senso che la scuderia di Milton Keynes vedrà un gap "temporale" per gli sviluppi tecnici, più robusto rispetto alla concorrenza (ricordiamo che la classifica nel Costruttori detta una tabella di tempi relativi agli sviluppi che vanno ad aiutare chi arriva dietro). Mercedes e Ferrari hanno le potenzialità tecniche per sfruttare questo vantaggio e virtualmente Red Bull potrebbe pagarne le conseguenze.

D'altro canto, l'efficienza dei processi può compensare questo tipo di tagli, così come l'efficacia degli sviluppi tecnici non ha relazioni di tipo lineare con il tempo in essi investito. Fondamentalmente la decisione presa dagli organi competenti penalizza la Red Bull nel 2023 per un fatto avvenuto nel 2021. Tra il 2021 e il 2022, però, è avvenuto un deciso cambio regolamentare, per il quale, teoricamente, Red Bull ha potuto spendere di più.

Ribaltando il concetto, Red Bull ha avuto la possibilità già di sviluppare la monoposto ed alcuni concetti "nuovi" nella passata stagione, arrivando al 2023 in una posizione sicuramente migliore rispetto agli altri. Del resto, come succede a scuola, prepararsi sulle lezioni precedenti aiuta nel caso di compiti in classe a sorpresa.

Cosa azzardare?

Per quanto la nostra conoscenza di ciò che accade negli uffici tecnici sia limitata, possiamo azzardare un 2023 senza grossi problemi all'orizzonte per la Red Bull. Solo il tempo darà una valutazione sulla bontà della nostra analisi. Se così fosse, sarebbe una grossa sconfitta per il regolamento finanziario, già minato nelle sue basi da questo affaire esploso nel 2022.

Per non parlare, poi, di un dettaglio dei report FIA non adeguatamente evidenziato ai tempi. In pratica, l'ammontare della spesa oltre i limiti della Red Bull in F1 avrebbe potuto essere visto sensibilmente al ribasso in base al metodo di tassazione applicato nei calcoli. In futuro sviare il regolamento finanziario potrebbe risultare un esercizio fin troppo facile. Secondo quanto riportato alcuni siti, Alpine sospetterebbe che le scuderie maggiori stiano aggirando la regola del tetto di spesa ridistribuendo alcuni costi inerenti alla F1 sulle attività e progetti extra Circus che le scuderie portano avanti. Una questione già dibattuta, visto che nella passata stagione alcune speculazioni (girate proprio durante il pre-season) parlavano di un interesse fin troppo strano di alcuni nomi in griglia rispetto alle competizioni tipo Coppa America.

Detto questo: varrebbe ancora la pena portare avanti il discorso del budget cap? Ai posteri l'ardua sentenza.

Luca Colombo

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