Mattina
A segnare il miglior tempo della mattinata è il nostro portacolori Giovinazzi che, dopo una serie di out-in con la Ferrari e prove di partenza in fondo alla pitlane, ha iniziato a spingere fermando il crono in 1’19”648, utilizzando gomme Soft, con all’attivo ben 66 tornate. Subito dietro il pilota pugliese troviamo Norris, su McLaren, distaccato di soli 318 millesimi, ma con pneumatici Medium e, addirittura, dopo soli 28 millesimi sul terzo gradino virtuale il driver Force India Latifi.

Tutti i team hanno badato a macinare chilometri per cercare di studiare bene le nuove soluzioni aerodinamiche, visibili e non, per i prossimi gran premi, ma anche per il 2019, come dimostrano i nuovi alettoni anteriori di Force India, Williams e Red Bull, che seguono i nuovi dettami regolamentari che entreranno in vigore il prossimo anno. Per le soluzioni che vedremo nell’immediato basta andare nei primi due box dove, rispettivamente, Mercedes ha provato il nuovo alettone anteriore da basso carico per Spa e Monza, mentre Ferrari ha fatto lo stesso, ma con l’alettone posteriore.

Sfortunato il pilota Mercedes Russell costretto ai box per due ore a causa del cambio della W09. Tutte le monoposto sono state bardate di sensori e rastrelliere per studiare i flussi aerodinamici: tant’è vero che i piloti hanno fatto parecchi out-in dalla pit oltre a mantenere un’andatura costante per agevolare le rilevazioni. Lo stakanovista della mattinata è stato Brendon Hartley, che ha inanellato 94 giri con un distacco di cinque decimi dalla vetta; la seconda Toro Rosso, pilotata da Gelael, a completa disposizione degli uomini Pirelli per lo studio di nuove mescole e pneumatici, non è da tenere in considerazione con il tempo di 1’21”861. Fra i piloti titolari troviamo per primo Ericsson, quarto, a 433 millesimi dalla vetta, mentre Ricciardo è in settima posizione a sei decimi abbondanti.

Pomeriggio
Con temperature dell’asfalto prossime ai valori del weekend appena trascorso, in Ferrari hanno deciso di effettuare la doppia simulazione, gara e qualifica, ed è in quest’ultima che Giovinazzi ha mostrato il suo talento cristallino dando una vera e propria dimostrazione di forza: inizialmente con gomme medie ha segnato 1’17”807, passando alle SuperSoft ha ottenuto 1’16”887 ed infine, con le mescole più morbide del lotto, ha ottenuto il giro record dell’Hungaroring, un 1’15”648 molto più basso di quello fatto registrare da Vettel.

Sono continuate le prove dei nuovi alettoni sia per Force India che per Williams, in particolare il team inglese ha utilizzato la vernice di paraffina per studiare meglio i flussi, oltre che fare giri alternando le appendici. Russel, dopo lo stop forzato di stamattina, ha ben figurato svolgendo i test aerodinamici per provare il nuovo alettone anteriore restando, comunque, ad oltre quattro secondi dal leader.

Da segnalare l’incidente in curva 11 di Gelael, su Toro Rosso che ha causato la bandiera rossa. Al restart uno scroscio di pioggia ha costretto tutti i piloti a restare ai box: il primo a rientrare in pista, ancora umida, è stato Ricciardo, seguito da Norris e man mano da tutti gli altri. Da segnalare il secondo posto in classifica di Ericsson a due secondi e mezzo da Giovinazzi.

Come in mattinata, Hartley ha proseguito nel percorrere giri fermandosi a 126 tornate, segno dell’affidabilità trovata in casa Honda, inseguito di una lunghezza da Ricciardo. Appuntamento a domani per l’ultima accensione dei motori prima della pausa estiva.


Da Budapest – Michele Montesano