Lewis, uno start “da stallo”. Siamo alla partenza. Data la pioggia caduta in mattinata, la parte di pista da dove scatta Hamilton è leggermente umida. Pensando quindi di pattinare troppo, LH44 decide di partire basso di giri motore. La scelta, però, allo stacco si rivela sbagliata, e la Mercedes dell’inglese inizia a “sputacchiare” costringendo il pilota e rimettere mano sulla frizione per evitare lo stallo. Quello che viene dopo, è un “casino”: Hamilton è praticamente fermo nel confronto con gli altri, che da dietro fanno gli stuntman per cercare di schivarlo. Incredibilmente nessuno sbatte contro niente, e dalla prima curva ne escono tutti indenni, con Rosberg al comando seguito da Verstappen e da Perez. Ottimo lo spunto anche delle due Ferrari che, partite da dietro (causa doppia penalità) ci mettono poco a risalire la china. Il tutto, mentre il campione del mondo in carica chiude il primo giro all’ottavo posto, arrivando addirittura a pronunciare un laconico “sorry guys” al suo team radio. Ok che poi guida un missile e risale agilmente fino al terzo posto, ma l’impressione è che Hamilton non stia riuscendo a ritrovare lucidità, e che la morsa del compagno di squadra in versione schiacciasassi stia minando la sua sicurezza. Per carità, errori simili possono capitare ed in effetti non è la prima volta. Ma se ti capita a cinque gare dal termine mentre insegui in classifica il tuo sfidante, il quale male che vada arriva sempre secondo (e ora gli basta per vincere), potresti davvero aver perso il mondiale.

“Crepe” al muretto di Maranello. A Suzuka, per dirla in soldoni, la Ferrari nel complesso ha fatto bella figura. Dopo i disastri di “tutta” la stagione, gli uomini di Arrivabene hanno impressionato sin dal venerdi, mettendo in pista numerosi aggiornamenti che hanno reso felice il cronometro fin da subito. Certo, lontani dai tempi Mercedes, per carità. Ma abbastanza per stare davanti alle Red Bull su una pista apparentemente ostica. E la conferma di tutto è arrivata in qualifica, con Kimi-robot a un soffio dalla prima fila e Mazinga-Seb subito alle spalle. Lasciamo perdere poi il fatto che in griglia entrambi siano stati penalizzati (Vettel per l’incidente di Sepang e Raikkonen per aver sostituito il cambio) e che quindi sia stato tutto vano. Quel che salta veramente all’occhio, è che il Cavallino Rampante nella terra del Sol Levante avrebbe potuto fare la voce grossa fino al traguardo (infatti stavano rimontando), ma ancora una volta a “remarsi contro” sono stati loro stessi. Come? Con una strategia discutibilissima con Vettel. Innanzitutto si sono fatti fregare “una vita” di distacco con l’undercut di Verstappen alla prima sosta, e non contenti hanno deciso di ritardare la seconda sosta per riuscire a indossare pneumatici soft contro le hard di tutti gli altri. La decisione ha “di fatto” regalato la terza piazza ad Hamilton permettendogli di potersi avvantaggiare senza alzare un dito, e quella che fino a pochi giri primi era una lotta per il secondo posto, si è trasformata in una resa giù dal podio. Per concludere, ci sta anche che la Ferrari provi a cercare il “guizzo” per bilanciare la mancanza di performance. Ma in una domenica dove la performance c’era, la scelta è stata soltanto un regalo gradito per la concorrenza. E’ lo stesso team principal Red Bull Chris Horner a dirlo, ammettendosi incredulo di fronte all’inspiegabile omaggio da Maranello. Caro Marchionne, è evidente che siamo lontanissimi dai tempi in cui Ross Brawn vinceva le gare dal box mangiando banane. Quindi, se davvero si vuole vincere qualcosa, è necessario migliorare anche in queste aree apparentemente "secondarie"…  

Max vs Lewis, duello finale. Al penultimo giro di gara, quella che doveva essere una pista dal sorpasso difficile ha tenuto col fiato sospeso i box Mercedes e Red Bull. Dopo la furibonda rimonta post-partenza disastrosa, Hamilton raggiunge Verstappen nelle fasi finali, e ingaggia il duello a caccia del secondo posto per cercare di limitare i danni dal compagno Rosberg. Alla staccata dell’ultima curva, complice una più elevata velocità di punta, LH44 cerca l’interno di baby Max, il quale però, in stile “Transformers”, si difende facendo tramutare la sua auto in saracinesca e costringendo Hamilton ad andare lungo. Secondo posto finale per il figlio di Jos, e che spettacolo per i tifosi a casa.

Mclaren Honda, che figura. Qui non serve dir nulla. Non sarebbe nemmeno il caso di dedicarvi questo piccolo paragrafo, se non fosse per il fatto che ci troviamo nella loro pista di casa. Guardando la classifica finale, per cercare le vetture di Woking, si può fare solo una cosa: piangere!! Alonso chiude quindicesimo e Button diciassettesimo, dopo un weekend dove sono stati completamente invisibili. Se davvero in casa Honda avessero dovuto rispettare le tradizioni giapponesi, come insistono a far credere con tutte le loro “menate” sui samurai, dovrebbero inginocchiarsi per terra e infilarsi una MGU-H nel…petto, nella più solenne cerimonia in stile Harakiri.

Onore a Rosberg. Per chiudere i focus settimanali, è assolutamente obbligatorio rendere omaggio al biondino tedesco. Il figlio di Keke anche a Suzuka ha messo in pista una prestazione da fuoriclasse, non sbagliando niente e tenendo dietro in qualifica un grande poleman come Hamilton. La tanto agognata maturità, unita alla costanza di rendimento, pare essere finalmente arrivata, e Nico non sta perdonando niente, arraffando tutto quello che gli capita. Se fino all’anno scorso c’erano ancora dei dubbi, adesso sembra chiaro che Rosberg non è assolutamente un pilota di secondo livello, in quanto sta distruggendo un predestinato come Lewis Hamilton che per di più è vestito come lui, senza ovviamente dimenticare che qualche anno fa si metteva regolarmente “sotto braccio” un certo Michael Schumacher. Se davvero quest’anno dovesse essere la volta buona, il mondiale sarebbe assolutamente meritato per il tedesco. E non per le mancanze di Hamilton, ma per stesso merito del numero 6. Chissà che felicità sarebbe per i germanici guardare un pilota tedesco, su macchina tedesca, con motore tedesco, dominare il mondiale…

Appuntamento fra due settimane con la tappa americana di Austin, in Texas, dove davvero Nico Rosberg potrebbe ipotecare il titolo mondiale. Certo, Hamilton non sarà d’accordo e Ferrari e Red Bull cercheranno di mettere i bastoni tra le ruote, ma se Nico guida così, sarà difficile dargli fastidio…

Daniel Limardi