Ottima partenza…anzi no!! E’ questo il pensiero che avranno sicuramente fatto gli uomini di Maranello. Allo spegnersi dei semafori, lo spunto delle due Rosse è stato micidiale. Dopo poche decine di metri, i due fantini Ferrari si sono sbarazzati di baby Verstappen che gli partiva davanti, arrivando alla staccata della prima curva con addirittura l’illusione di poter attaccare il poleman Rosberg. Il problema però, è che Seb e Kimi non avevano fatto i conti con l’arrembanza dell’olandesino volante, che per niente arrendevole ha tirato giù una staccata ai limiti della fisica, cercando di re-infilarsi di prepotenza all’interno della “Source”. Cosi facendo, ha tolto al povero Raikkonen la possibilità di chiudere sul cordolo e, complice la manovra “a stringere” di Vettel che si trovava all’esterno, la frittata è stata inevitabile: Seb è andato in testacoda ritrovandosi ultimo dopo aver sbattuto sul compagno, il quale a sua volta ha cozzato sulla Red Bull rompendo sia la sua ala che quella di Max. Sogni di gloria subito frantumati dunque, e un’altra gara che passa senza guizzi da top team per la scuderia italiana. Bene il successivo recupero da parte di entrambi (complice la bandiera rossa), ma se il team porta un nome cosi illustre, e in inverno ha fatto un...casino con “promesse assurde”, così non può andare.

Magnussen, viva le norme di sicurezza. E' questo lo slogan che Kevin dovrebbe tatuarsi dopo quanto successo a Spa. Il pilota Renault, nelle fasi iniziali di gara, salta sul cordolo dell’Eau Rouge e perde il controllo della vettura ad una velocità spaventosa. Il botto è allucinante. La sua Renault si polverizza contro le barriere, provocando l’uscita della safety car prima, e la bandiera rossa poi. Le immagini sono incredibili, ma quello che fa più scalpore è vedere il pilota uscire completamente illeso dall’abitacolo e camminare sulle sue gambe come se niente fosse. Roba impensabile in altri tempi. Un applauso va qui alla Federazione ed alla continua ricerca per aumentare la sicurezza.

La rimonta dei campioni. L’autodromo di Spa, complici i tanti eventi durante la gara, ha visto venire fuori la fame dei veri campioni. Detto già della risalita di Vettel e Raikkonen dopo l’incidente alla prima curva, a fare notizia sono le rimonte di Hamilton e ancor più di Fernando Alonso. Partiamo dal primo: per chi si fosse perso le puntate precedenti, Lewis in Belgio è partito dal fondo, per scontare la penalità dovuta al cambio propulsore effettuato. Sfruttando bene la safety car e la bandiera rossa, il campione del mondo ha sempre mantenuto la calma senza rischiare niente, giungendo sul podio a far compagnia al compagno di colori. Roba utile per far capire al figlio di Keke che, nonostante la sua condotta magistrale, il predestinato per il titolo 2016 è di nuovo lui. Discorso a parte merita invece Fernando Alonso. Lo spagnolo è partito dalla casella numero 22, dalla quale i semafori dello start li guardi col “telescopio”. In più, guida una Mclaren che è si migliorata, ma sprigiona una potenza che si avvicina più ad un “tagliaerba” che alle vetture degli avversari. Nonostante ciò, il due volte campione del mondo conduce una gara agguerrita, percorrendo ogni giro come se fosse l’ultimo, non concedendo mai al duo Williams di avvicinarglisi. Il "miracolo" gli regala una settima posizione finale e sei punti in classifica. E facendo due conti con tutti i dettagli appena riportati, sono numeri che non riescono a tutti…

Simulatore Playstation. Forse è cosi che Max Verstappen vede le gare. Il torello Red Bull ha un talento incredibile e, davanti a lui, salvo sfortune future, avrà sicuramente una carriera degna del mostro di Kerpen. Su questo non c’è nulla da eccepire. Quello che però oggi non è piaciuto, è il modo in cui l’olandese ha condotto la gara. E il discorso non è riferito alla partenza, perché in quel frangente il figlio di Jos ha forse fatto addirittura bene a provare di infilarsi nello spiraglio avvistato. Anche perché se Vettel non avesse stretto troppo dall’esterno, forse la manovra gli sarebbe anche riuscita, ed in quel caso staremmo qui a parlare non di “demolition man” ma di campione. Il “richiamo” è da attribuire a tutto quello che è successo dopo, specie nei confronti del povero Raikkonen. In un paio di tentativi di sorpasso, infatti, Max è apparso abbastanza scorretto, difendendosi con cambi di direzione fuori regolamento, tagliando la strada a tutti e portandoli fuori pista. L’impressione è che il fenomeno olandese guidi allo stesso modo che usa con la Play Station, e non abbia ancora capito che se qui vai a sbattere non premi il tasto “menù” per selezionare re-inizia la partita, ma rischi di farti male sul serio e di far male anche agli altri. Forse sarebbe il caso che qualcuno prendesse provvedimenti, magari con un richiamo ufficiale da parte della Federazione. Per carità, i piloti come lui sono il futuro di questo sport e magari ce ne fossero altri, ma una qualche tipo di “punizione”, forse, potrebbe spingere Max a fare quel salto psicologico per diventare il pilota perfetto.

Appuntamento ora a domenica prossima, con l’appuntamento “sacro” di Monza. La pista è di quelle che regalano spettacolo, e viste le top speed di quest’anno, potremmo dover convertire i chilometri orari in “anni luce”. E chissà, magari proprio la gara di casa potrebbe regalare la prima vittoria stagionale alla Ferrari. Anche se a Stoccarda, sicuramente, non saranno interessati alle soddisfazioni di Maranello….

Daniel Limardi