Bocciofila rossa. Si è parlato tanto sabato sera del semi-disastro Ferrari in qualifica, dove entrambi i piloti hanno perso il treno per la prima fila non riuscendo a mettere insieme un giro buono. Ma quel che è certo, è che nessuno poteva aspettarsi che il giorno dopo sarebbe iniziata addirittura peggio. Allo spegnersi dei semafori, nelle fasi concitate della prima curva, la Rossa di Vettel ha “bocciato” contro quella del compagno di squadra, per quella che è stata di fatto una “frittata Ferrari”. A farne le spese maggiori, l’incolpevole Raikkonen, finito nell’erba con l’ala rotta e uno pneumatico che ha iniziato ad afflosciarsi. Mentre Vettel si è “accontentato” di accartocciare il suo alettone anteriore. Il tutto davanti allo sguardo incredulo del presidente Marchionne ai box. A dire di Vettel, la carambola è stata innescata da un'entrata "assassina” di Kvyat all’interno della prima curva, che lo avrebbe costretto ad allargare la traiettoria per finire inevitabilmente sul povero finlandese. E’ vero che poi la condotta di gara dei due è stata magistrale, rendendosi entrambi protagonisti di una rimonta incredibile ed agguantando il secondo e quinto posto finale (complice la safety car), ma è anche vero che le gare continuano a passare, e a Maranello si raccolgono solo gli avanzi. Dopo le prime tre gare, i risultati parlano chiaro: tre pole e tre vittorie per la Mercedes, e tutte le belle aspettative del pre-stagione stanno andando a farsi benedire. Bisogna dare una svolta secca subito, perché continuando così si rischia di rivedere la replica degli ultimi due mondiali.

Ricciardo, sogni di gloria…sgonfiati. Dopo un 2015 non esaltante e due gare 2016 passate nell’anonimato, a Shanghai i “bibitari” sono apparsi subito in grande spolvero, facendo capire che dove il telaio conta, sono ancora loro a farla da padroni. Lo si era già intuito venerdì osservando il sorrisone di Ricciardo arrivare da un orecchio all’altro. Ed infatti, i fans dell’australiano che aspettavano di rivedere il ragazzone là davanti, non sono rimasti delusi. Dopo una partenza in prima fila, Daniel ha bruciato Rosberg al via, passando in testa alla prima curva. Sembrava addirittura in grado di tenersi dietro la Freccia d’Argento di Nico, quando improvvisamente la carcassa del suo pneumatico posteriore sinistro è finita per prati. Foratura e tanta sfortuna per lui, costretto a rientrare al box e perdendo una vita dagli altri. Neanche a dirlo però, dopo la fatalità l’ex Toro Rosso è tornato in gara più agguerrito di prima, rimontando fino ai piedi del podio e superando gente del calibro di Lewis Hamilton, che non è esattamente il primo che passa. Rivederlo all’opera con le sue finte destra/sinistra, è stato un vero piacere. Ed è subito tornato chiaro (per chi l’avesse dimenticato), che la Formula Uno ha assolutamente bisogno di vederlo lottare tra i primi.

Hamilton, premio “paperino”. Alcuni dicono che i risultati deludenti di quest’inizio stagione per il campione del mondo siano la conseguenza della movida e dei selfie di cui Lewis è ormai testimonial onorario. Ma diciamoci la verità: all’inglese, in queste prime tre gare, ne sono successe veramente di tutti i colori. Dopo una partenza dall’ultimo posto “stranamente” (per lui) cauta e tranquilla, si è visto “spiaccicare” una Sauber addosso, che gli ha demolito l’alettone anteriore il quale, per giunta, gli è finito anche sotto la monoposto, danneggiandogli in modo irreversibile il fondo vettura e pare anche la sospensione anteriore. Il risultato è stato che nonostante sia riuscito a proseguire fino al traguardo, il numero 44 è stato costretto a disputare tutta la corsa con una vettura che presentava evidenti danni meccanici e sbilanciamenti aerodinamici, che non gli hanno permesso di esprimersi come sa, e l'hanno relegato alla settima piazza finale. Quindi al buon Lewis per ora non diamo colpe, visto che negli unici due momenti in cui finora non gli è successo nulla (nelle qualifiche di Australia e Bahrain), ha terrorizzato il paddock con due pole position impossibili. Quel che è certo però, è che deve reagire subito per cercare di lasciare un segno nel morale del compagno di squadra, il quale sta veramente iniziando a pensare di potersi involare in classifica. Senza dimenticare che in Mercedes non c’è una gerarchia tra i piloti. E vista la bontà del progetto (finora solo quello) Ferrari che incombe, indossare la casacca di gregario è un attimo.

Kvyat vivace e Button agguerrito. Nonostante le lamentele di Sebastian Vettel, la realtà dice che il russo di casa Red Bull, ha condotto una gara magistrale. Bravo in partenza a gradire l’invito a entrare delle Ferrari, calmo nei momenti di concitazione, solido e veloce fino al traguardo. Daniil sembra aver trovato il bandolo della matassa che fino a due domeniche fa lo vedeva relegato a una vita di distacco dal compagno di colori, e nella domenica cinese ha fatto capire che se la macchina c’è, per la questione podio bisogna considerare anche lui. Merita due parole anche l’ex iridato Jenson Button. Alla guida di una Mclaren migliorata sì, ma ancora “flaccida” rispetto alla concorrenza, ha guidato come forse non aveva mai fatto, ovvero perennemente col coltello tra i denti. Ha sorpassato tutto quello che ha potuto, ha cercato di tenere dietro chiunque, si è comportato come uno che è li per vincere il titolo. Non male per uno che alcuni soprannominano “tassista”. E’ un’ottima risposta anche per quelli che continuano a dire che era destinato a subire dal più blasonato compagno di squadra, che oggi gli è finito sì davanti, ma solo per via di una diversa strategia aiutata dalla safety car.

Seb, sorpasso in corsia “d’emergenza”. Impossibile non parlare di un incredibile avvenimento di cui Vettel si è reso protagonista. Nel giro in cui si è deciso di far entrare in pista la Safety car per ripulire il circuito dai troppi detriti, si è assistito alla solita danza dei pit stop. Fin qui tutto normale, ma è stato impressionante quello che è successo a Seb. Entrando ai box, prima della linea bianca che delimita l’inizio della pitlane in cui va inserito il limitatore e non si può sorpassare, il tedesco si è ritrovato dietro a Hulkenberg e Sainz, che procedevano a velocità da... passeggiata in macchina col braccio fuori dal finestrino. Il quattro volte iridato non ci ha pensato troppo: vedendo un semi spiraglio, ha sorpassato entrambi prima della pitlane, infilandosi in uno spazio inesistente tra asfalto e prato. Segnale questo, che fa capire quanto Vettel ci tenga alla causa Ferrari. Particolare nota di demerito comunque per l’avvenimento a Nico Hulkenberg (poi anche penalizzato). Se ti trovi in una gara di Formula Uno, dove vince chi arriva prima, ed entri al box appena esce la safety car per guadagnare tempo, che senso ha procedere a rilento in un punto in cui puoi indubbiamente andare più forte? Caro Nico, se davvero aspiri a sedili più titolati, queste “eresie” non te le puoi permettere…

Chiacchiere da retro-podio. Concludiamo i nostri focus con il curioso confronto nel retro-podio tra Vettel e Kvyat. Il tedesco, in merito all’ingresso kamikaze in partenza, non le ha mandate a dire al russo, spiegandogli senza giri di parole ciò che pensava. Il pilota Red Bull comunque, non è sembrato avvilito dal “rimprovero”, rispondendo: “Siamo in gara. È cosi”. Il tutto dietro al ghigno gongolante di Rosberg che era lì ad ascoltare. E’ bello anche questo!

Appuntamento ora a Sochi, per il Gran Premio di Russia. Riuscirà la Ferrari a disputare finalmente una gara tranquilla per far vedere il suo vero potenziale? E Lewis Hamilton, riuscirà a far abbassare la cresta al compagno di squadra che è l’unico a vincere da 6 gare a questa parte (contando anche il finale 2015)? Solo la pista potrà toglierci i dubbi, quindi attendiamo. E ne vedremo sicuramente delle belle.

Daniel Limardi

 

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