Nel giorno del 66º compleanno di Riccardo Patrese andiamo a ripercorrere il suo primo dei 6 sigilli ottenuti nella massima serie automobilistica. Un giorno sicuramente storico per il pilota padovano, ma anche per la Formula 1, protagonista di una delle gare più pazze di sempre: il Gran Premio di Monaco andato in scena il 23 maggio 1982.

Il Circus è reduce della perdita di Gilles Villeneuve, morto soltanto due settimane prima sul circuito di Zolder. Si arriva dunque nel Principato di Monaco con una ferita aperta, memori di quanto accaduto al canadese, peraltro vincitore a Montecarlo l'anno precedente.

La classifica piloti dopo i primi cinque appuntamenti mondiali del 1982 vede Alain Prost al comando con 18 punti. A siglare la pole position sul tracciato cittadino è però il suo compagno di squadra in Renault René Arnoux, seguito da Patrese, al volante della Brabham BT49D, munita dell'ancora competitivo motore Ford Cosworth DFV. Soltanto tredicesimo invece il suo team mate e campione del mondo in carica Nelson Piquet, che accusa noie al volante della sua BT50 dotata di propulsore turbo BMW.

In partenza Arnoux mantiene il comando, con Giacomelli che invece supera Patrese. Prost parte quarto, ma è subito molto veloce e supera i due italiani alle spalle del compagno di squadra. Al quarto passaggio si verifica già il primo ritiro degno di nota, ovvero quello di Giacomelli, che rompe un semiasse sulla sua Alfa Romeo, molto competitiva nel Principato.

Dopo altri dieci giri è la volta del leader della corsa Arnoux, che sbanda alle Piscine e lascia quindi il via libera al suo compagno Prost, seguito ora da Patrese, Pironi, De Cesaris e Rosberg. Il finlandese entra in lotta con il pilota romano, tenta l'attacco ma va contro un cordolo ed alla 64ª tornata è costretto a ritirarsi. Tra i due un'incomprensione, con Rosberg che accusa De Cesaris di aver anticipato una staccata, costringendolo a fargli cambiare direzione per non colpirlo.

Prost intanto è sempre al comando inseguito da Patrese. Oltre agli incidenti si registrano anche ritiri per problemi meccanici, come quelli delle due McLaren di Watson e Lauda. Anche Piquet viene appiedato, con il turbo fuori uso.

Ma sul Principato arriva anche la pioggia ed i piloti devono stare molto attenti in condizioni di grip precarie. Ed ecco che Prost a tre giri dalla bandiera a scacchi va in aquaplaning in uscita dal tunnel, finendo violentemente a muro. A questo punto va in testa Patrese ma le sorprese non sono finite, perchè il padovano si gira scivolando sull'olio perso dalla Williams di Daly, con quest'ultimo che termina la sua corsa con un incidente alla Rascasse a due giri dal termine. Ad ogni modo la Brabham rimane in moto e l'italiano riesce a ripartire col muso danneggiato. Intanto negli ultimissimi minuti di gara al comando si porta Pironi, che viene tradito però dalla batteria nel tunnel proprio ad una manciata di chilometri dal traguardo. A questo punto potrebbe vincere incredibilmente l'Alfa Romeo di De Cesaris, ma anche lui non vede la bandiera a scacchi dopo aver finito la benzina nel corso dell'ultimo giro.

Sono quasi tutti fuori dai giochi e Patrese ripassa praticamente solo sotto la bandiera a scacchi, ma in azione ci sono ancora le Lotus di Mansell e De Angelis. A questo punto la corsa volge al termine in un'atmosfera surreale, con i piloti del tutto ignari della loro posizione finale.

I commissari stilano la classifica che recita: primo Patrese, secondo Pironi e terzo De Cesaris. Sul podio viene mandato anche De Angelis ma gli comunicano in quel frangente che è quinto. Intervistato dal giornalista Rai Ezio Zermiani, Patrese è incredulo (scoprendo di aver vinto soltanto grazie ai membri del suo team) e De Cesaris irrompe dicendo: "Aho, guarda che t’ho lasciato vincere! Io non ce l’ho lo smoking, che vengo a fare il ballo con la principessa con la maglietta della salute? Vacci tu, che sei il solito gasato sempre con lo smoking nella valigia".

Insomma, una giornata incredibile, con Riccardo Patrese che va ad aggiudicarsi la sua prima agognata vittoria in carriera sulla pista in cui ha debuttato in Formula 1 cinque anni prima. Un podio che porta in alto i colori italiani grazie anche alla Ferrari giunta seconda con Pironi ed al binomio tutto italiano De Cesaris-Alfa Romeo.

Carlo Luciani