La FIA ha aperto la raccolta di intenti per una gara d'appalto tra i produttori di pneumatici che nominerà il fornitore esclusivo di gomme per la F1 e i due campionati cadetti (F2 e F3) per un periodo di tre anni, dal 2025 al 2027 (con opzione per il 2028). L'invito rappresenta il primo passo formale affinché la FIA possa piazzare l'appalto ad un solo fornitore.

Condizioni d'appalto

Come prevedibile, la FIA ha lanciato il processo di raccolta allegando una serie di specifiche tecniche da rispettare, così come la struttura commerciale del potenziale accordo. Da quanto risulta dalle informazioni attualmente disponibili, pare che la FIA continui a spingere sul divieto di utilizzo delle termocoperte per portare ad un certo livello di temperatura le gomme prima dell'utilizzo in pista. Ricordiamo che tale divieto ha visto il plauso di una larga maggioranza delle scuderie, ma ha suscitato qualche perplessità tra i piloti. Inoltre sembra che tra le richieste figuri ancora il cosiddetto "performance cliff" che già ha caratterizzato l'ultimo decennio di gare.

Pirelli

Il nuovo fornitore subentrerebbe alla Pirelli, che detiene il mandato di singola fornitura per la F1 dal 2011, anno in cui ha sostituito Bridgestone nel ruolo. La casa milanese supporta il Circus da più di dieci anni e ha preso in carico la rivoluzione tecnica più importante degli ultimi quarant'anni legata agli pneumatici, ovvero l'impiego di cerchi da 18" al posto della "classica" misura da 13". Anche per il futuro i 18" costituiranno la "taglia" da seguire.

Pirelli non ha ancora indicato la propria intenzione a partecipare nella gara d'appalto, riservandosi del tempo per leggere meglio le richieste da parte della FIA. Secondo quanto raccolto dalla stampa inglese, la casa italiana avrebbe valutato le richieste tecniche in linea di massima sovrapponibili con quelle attuali e travasabili nella produzione di serie, così come avrebbe espresso una certo allineamento di interessi sulla struttura commerciale dell'accordo. Ciononostante, la partecipazione al tender rimane ancora in sospeso e soggetta alla lettura dettagliata delle condizioni.

Possibili competitor

Oggettivamente le richieste messe in campo dalla FIA dovrebbero essere ottemperate da un fornitore in possesso di una solida struttura tecnica e una produzione con criteri qualitativi piuttosto elevati. La parte commerciale potrebbe fare gola a una pletora di "piccoli" produttori, tuttavia possiamo lecitamente pensare che la parte finanziaria tagli fuori determinate imprese tipo "Armata Brancaleone".

Alcuni commentatori parlano di un interesse da parte della Goodyear, mentre nell'ultimo tender del 2018 Hankook aveva già lanciato la propria candidatura. Il produttore coreano, in ogni caso, attualmente agisce da fornitore unico per un altro campionato FIA, la Formula E, nella quale ha raccolto qualche critica sulla durezza delle coperture fornite. Inoltre il produttore coreano deve fronteggiare anche un rallentamento alla produzione dovuto ad un incendio divampato il 12 marzo presso il centro Tire and Technology di Daejeon. L'incendio ha delle proporzioni "importanti", visto che le notizie delle fonti locali parlano di 400'000 pneumatici bruciati.

Se la fase di selezione dovesse andare disertata dai fornitori di gomme o dovesse registrare nomi non proprio di livello, vorrebbe dire che la F1 ha un problema evidente.

Un problema intrinseco

Molto probabilmente il deterrente alla partecipazione dei produttori rimane la richiesta di costruire una gomma progettata per degradare ad un certo punto dell'impiego. L'idea della FIA e della F1 rimane quella di avere delle gomme che abbiano una finestra di impiego ampia e mescole che (teoricamente) garantiscano più strategie di gara, basate su prestazione e risparmio della mescola. Fondamentalmente il Circus tenta di scaricare su un fornitore uno dei pilastri della propria filosofia attualmente in voga: migliorare lo spettacolo cercando di avere più battaglia in pista.

Sicuramente questo problema concettuale va affrontato in altre sedi e non adulterato con elementi esterni. In un certo senso, i produttori di gomme potrebbero non voler subire il livello di critiche che ha assorbito Pirelli negli anni del debutto, tempi nei quali non risultava chiaro se e quanto il degrado fosse imposto dalle regole o da un design errato della fornitura. Del resto la F1 rappresenta una finestra pubblicitaria e questo tipo di critiche potrebbe finire non risultare persino deleterio sul mercato.

Luca Colombo