Pronti via, che disastro. Saranno state anche peggiori le parole usate da Arrivabene guardando la partenza delle sue due vetture nel Gran Premio del Canada. Scattati rispettivamente dalla seconda e dalla quarta casella, Vettel e Raikkonen dormicchiano un po' allo spegnersi dei semafori, pattinando più del dovuto e lasciando vie d’accesso incredibili al resto della compagnia alle spalle. A farne le spese maggiori è proprio Seb, “assaltato” all’interno da Bottas e all’esterno dal solito brillante Verstappen. Il tedesco si ritrova così a sandwitch fra i due rivali e, al momento di staccare, complice anche un Hamilton davanti che “gli frena in faccia”, non riesce ad evitare il contatto con l’olandese volante. L’epilogo vede l’ala anteriore rotta per la Ferrari e nessun problema invece per la Red bull, che gira addirittura seconda alla prima curva seguita da Bottas che riesce anch’egli a superare Vettel.

Primo giro, curva 3: ma che C..arlos! Felipe Massa non l’ha detta proprio cosi al team radio, ma sicuramente vi riuscirà facile immaginare la versione originale. Dopo solo due curve di gara, per chi se lo fosse perso, il giovane Carlos Sainz decide di “Maldonadizzarsi” andando addosso, senza apparente motivo, all’incolpevole Groesjan che gli stava a fianco. La carambola conseguente è impressionante, con il torello della Toro Rosso che si gira e va a sbattere in modo violentissimo sul povero Massa che era alle prese con la frenata di curva 3. Fortunatamente nessuna conseguenza per i piloti, nonostante una dinamica ad alto rischio che ha costretto la Safety Car ad intervenire, e che costerà un penalty di 3 posizioni per Sainz al prossimo Gran Premio.

Seb, che rimonta. Lo spettacolo più impressionante della domenica però, l’ha offerto Sebastian Vettel. Dopo aver rotto l’ala alla prima curva e senza essersi fermato a cambiarla durante la Safety Car sperando che il danno non fosse grave, la Ferrari del tedesco, alla ripartenza, si vede volare via l’alettone. Un disastro, in quanto continuare così è impossibile e la possibilità di “pittare” durante il regime di sicurezza per perdere meno tempo possibile è sfumata. Inoltre, preoccupa anche un problema al fondo vettura, probabilmente dovuto ad un contatto ravvicinato con un cordolo durante il giro di schieramento. Pit stop obbligatorio dunque per il team di Maranello, che costerà un sacco di tempo e farà rientrare in pista Seb in ultimissima posizione. Da lì in poi, però, Vettel si trasforma in un demonio. Inizia a martellare giri più veloci degli altri nonostante una mescola più dura, e “assassina” le vetture che incontra come se non ci fosse un domani. Nell’arco di qualche giro si ritrova addirittura a ridosso di Raikkonen (il quale a Montreal è tornato nella sua veste originale di orso in letargo), per poi rifermarsi al box per un secondo cambio gomme. In quel momento mancano poco più di venti giri alla fine, e Seb decide di andare “all-in”. Con un ritmo da qualifica, a quattro giri dalla bandiera a scacchi raggiunge il gruppetto Ricciardo-Perez-Ocon che si stanno giocando il podio, e senza pensarci troppo compie una manovra da pura e semplice follia: alla staccata della prima curva, mentre Ocon sta attaccando Perez, il 4 volte iridato se ne infischia e scarta all’ultimo secondo all’interno di entrambi, tirando una staccata oltre i limiti della fisica sul lato sporco. La manovra ha dell’inverosimile, e gli vale il quinto posto, poi trasformato in quarto superando al giro successivo anche Perez. Solo la bandiera a scacchi salva Ricciardo, perché il podio sarebbe stato altrimenti un affare di Vettel. Sarà anche vero che è stata una gara dove tutto è andato storto e dove Hamilton ha recuperato punti, ma Sebastian ha dimostrato ancora di “volere assolutamente” questo mondiale. Da ultimo a “quasi” terzo, senza l’aiuto di Safety Car, non è mica roba da poco…

Lewis Hamilton, touchè! Anche se in gara non è mai stato inquadrato, LH44 merita assolutamente due parole a parte. E’ vero che la domenica il suo passo era micidiale (lo dimostra il giro record fatto sul finale) e che anche al netto di problemi, probabilmente Vettel sarebbe comunque giunto secondo. Ma il vero “tocco” di classe è arrivato durante le qualifiche di sabato. L’inglese, con in testa il record di partenze al palo di Ayrton Senna da eguagliare, ha compiuto l’impossibile autografando una pole position “monstre”. Il cronometro si è fermato su un tempo che, a Montreal, semplicemente “non si può fare”, staccando Vettel di quasi 4 decimi e il compagno Bottas di più di 7. Il tutto su una pista da poco più di un minuto. Il paragone con Senna, viste le diverse epoche e differenti generazioni, è ovviamente impossibile. Ma se c’era un modo adeguato per dimostrare al mondo che merita di poter affiancare il proprio nome a quello del campione brasiliano, beh, Lewis l’ha trovato. Emozionante anche il momento in cui gli è stato regalato il casco di Ayrton ed Hamilton l’ha innalzato alla folla in stile “gladiatore di Roma”. Un gran figo…

Force India fantastica e Fernando Alonso indescrivibile. Chiudiamo il giro dei nostri Focus sottolineando prima di tutto la prestazione fenomenale del team indiano. Non avendo i capitali di squadre più blasonate e rimanendo pur sempre un team privato, le “pantere rosa” hanno dato filo da torcere a tutti, sfiorando il podio con entrambe le macchine. Bravi ovviamente i piloti, sempre veloci e costanti. Riguardo Fernando Alonso invece, ritirato al penultimo giro per un “insolito” guasto al motore mentre stava per prendere il primo punto della stagione, non ci sono parole per descrivere le emozioni regalate nel momento in cui ha deciso di infilarsi in mezzo alla folla per salutare i fans, in puro “american style”. Date una macchina a quell’uomo e, per quello che ancora una volta ha fatto (sia in pista che sulle tribune), alzatevi in piedi e fategli un applauso. Se lo merita…

Vi aspettiamo tra due settimane…

Daniel Limardi

 

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