Gp Australia, 29 marzo 2009. Sono passati oltre 6 anni da quella data che, fino a ieri, risultava essere l'ultima occasione in cui la Ferrari dovette registrare un doppio ritiro, con i due piloti di allora, Kimi Raikkonen e Felipe Massa, che non videro la bandiera a scacchi. Un epilogo analogo a quello verificatosi nel Gran Premio di ieri sul circuito Hermanos Rodriguez di Città del Messico, dove sia il finlandese che Sebastian Vettel per diversi motivi hanno dovuto abbandonare la contesa in pista.

Che il weekend oltreoceano non sarebbe stato, come si suol dire, "rose e fiori" lo si era intuito già dalla giornata del sabato, quando nella FP3 la vettura di Kimi Raikkonen aveva accusato guai alla power unit rendendo necessaria la sostituzione della trasmissione con conseguente penalità di cinque posizioni in griglia. Ma, nonostante questi incovenienti, la fiducia in casa Ferrari era alta, dato che i riscontri delle simulazioni sul passo gara e l'ottima terza posizione di Sebastian Vettel al termine delle qualifiche lasciavano ben sperare per il Gran Premio.

Ma già dalla prima curva si è capito che le cose non sarebbero andate come si aspettava Maurizio Arrivabene, il quale al termine della gara ha così commentato la deblacle rossa: "Una lezione di umiltà, nel senso che per diventare grandi bisogna toccare il cielo con un dito, ma anche il terreno con i piedi per terra. Oggi siamo finiti per terra e da questo dobbiamo imparare. Quest’anno la squadra è motivata, quest’anno il team c’è. Siamo in Formula 1 e certe cose possono capitare. La squadra ha dimostrato di essere assolutamente in giornata con il fantastico cambio di motore fatto ieri, lavorando anche stanotte fino a quando ci è stato permesso. I piloti hanno avuto più problemi di quello che avrebbero dovuto e si tratta di una lezione. Dobbiamo partire da qui e guardare avanti. Oggi abbiamo imparato quello che non dobbiamo fare. La macchina era veramente molto veloce e lo abbiamo visto poi nei tempi sul giro. Seb non deve chiedere scusa, come noi non dobbiamo chiedere scusa a lui. Ripeto: siamo insieme, dobbiamo partire da qui per capire cosa non bisogna fare".

Come detto, in curva 1 il primo incoveniente di giornata è capitato a Sebastian Vettel (non partito benissimo) che nel tentativo di resistere all'attacco di Daniel Ricciardo è stato toccato dall'ala anteriore di quest'ultimo, rimediando una foratura che lo ha costretto alla sosta ai box. La rimonta furiosa a cui è stato chiamato nel tentativo di recuperare posizioni ha indotto il campione tedesco a commettere ben due errori (cosa inusuale per un pilota del suo calibro) in curva 7, il secondo dei quali risultato "fatale", visto che la sua corsa si è interrotta contro le barriere.

Lucida e serena la disamina dell'accaduto da parte di Vettel che si è addossato immediatamente tutte le responsabilità per l'accaduto, "pizzicando" anche l'ex compagno di squadra Ricciardo: "Dal punto di vista del risultato non è una buona giornata ovviamente, l’aspetto positivo è che la macchina era ottima però. Ovviamente dopo quella brutta partenza, dobbiamo capire il perché, con la foratura la gara era persa; non so dove Daniel volesse andare, alla fine sono cose che possono succedere, sono le gare, ci è costato molto perché ci siamo trovati a fondo gruppo, poi mi sono impegnato al massimo. La macchina era ottima, il passo credo fosse simile a quello delle Mercedes, abbiamo cercato di recuperare posizioni, non è stato un problema, ma poi ho fatto due bruttissimi errori: una volta mi sono girato, la seconda volta sono finito contro il muro nello stesso posto. Non lo so, forse oggi alla curva 7 non stavo simpatico! È' stato un mio errore ovviamente, mi spiace per il team perché credo che oggi avremmo potuto fare una gara molto buona, anche con la foratura avrei potuto recuperare bene, ma non è andata così. Non devo chiedere scusa? È bello sentirlo, saperlo, ma io non ho problemi, se faccio un errore posso alzare la mano e ammetterlo. Ovviamente non ne vado fiero, può succedere, ma oggi non ho fatto un lavoro buono come avrei potuto fare per me stesso e per il team, e ovviamente non posso essere contento, ma ugualmente come ho detto rimane un giorno positivo dal punto di vista delle prestazioni della macchina. Abbiamo imparato delle lezioni, avevo delle ottime sensazioni in gara con la vettura e nelle prossime due gare daremo il massimo, tutto quello che abbiamo".

Non meglio è andata a Kimi Raikkonen, che dal fondo dello schieramento stava conducendo una discreta gara fino a quando nei suoi scarichi si è materializzata la Williams del connazionale Vallteri Bottas in un remake del duello di Sochi; esso si è concluso come in Russia ma a parti invertite, con il ferrarista fuori dalla gara e Bottas a podio, peraltro ritenuto incolpevole dai commissari di gara. Per Iceman, oltre al danno, anche la beffa, visto che è stato scavalcato in classifica mondiale proprio dal pilota del team di Grove.

"Non c’era molto spazio - ha dichiarato Raikkonen - era stretto ma, se glielo si chiede, sono sicuro che incolperà me. Ovviamente la pista era piuttosto scivolosa in quel punto, così ha bloccato la ruota anteriore. Ho dovuto girare a un certo punto, non potevo semplicemente andar dritto. Non credo che aiuti o cambi qualcosa discuterne. Uno dirà che è colpa sua, un altro che è colpa mia. Che cosa si cerca, qualcuno da biasimare? Non aiuta nessuno. Abbiamo steward diversi in ogni gara, e se chiedete a 10 persone loro la vedranno in altrettanti modi diversi. Forse si sente meglio ora, con quello che è successo in Russia. Non ho niente contro nessuno. Queste sono le corse e se ora lui si sente meglio è un bene per lui. Le cose hanno un certo modo di evolversi nel lungo periodo".

Lungo periodo che per Kimi Raikkonen potrebbe non essere così roseo come preventivato, anche perchè, nonostante il rinnovo di contratto firmato, le voci (a dire il vero remote) che non lo vorrebbero al volante della Ferrari sono riprese a circolare. Perchè se è pur vero che un errore (anzi due) da parte di Vettel ci possono stare in una stagione perfetta, quelli di Raikkonen stanno diventando una costante, soprattutto nelle ultime gare.

Vincenzo Buonpane

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