Tra gli archivi delle problematiche da risolvere, il capitolo più grosso è quello posto sotto la voce “Power Unit”. La collaborazione con Honda (nella foto LiveGP.it, la PU della monoposto britannica) finora non ha dato i risultati sperati, e anche in Giappone questo lo sanno. Proprio per questo motivo, Yusuke Hasegawa (capo progetto Honda F1) ha deciso di andare “All in”, e di puntare tutto su un drastico cambio di direzione rispetto ai progetti precedenti. La volontà di fare ciò nasce dall’abolizione dei famosi gettoni per lo sviluppo dei propulsori, che dà ai team la possibilità di rischiare qualcosa in più e di poter dare ai propri piloti anche quattro motori completamente diversi l’uno dall’altro durante l’arco della stagione.

Ma cos’è che cambia esattamente nell'unità Honda? E’ questo in soldoni quello che gli appassionati si chiedono, ed è proprio quello che cercheremo di spiegare. Innanzitutto è stata abbandonata la filosofia “size zero”, ovvero il voler a tutti i costi costruire un motore minuscolo. Si va verso una strada già battuta dalla Mercedes, che nella nuova era della Formula Uno ha “scandalosamente” dominato su tutte le piste del globo.

Sui banchi prova nipponici di Sakura infatti, nelle ultime settimane sta girando un propulsore che somiglia davvero parecchio a quello della Stella a tre punte: il compressore è stato allontanato dalla turbina ed è stato collocato sul lato telaio, mentre la turbina stessa è stata disposta nella zona della trasmissione. Proprio come per Mercedes, questi due componenti della sovralimentazione sono uniti da un alberino di collegamento con in mezzo l’unità MGU-H. Grazie a questa nuova architettura, anche Honda potrà collocare l’intercooler ad acqua fra la scocca ed il motore, abbassando cosi sensibilmente il baricentro della vettura. 

Così facendo, potranno “divertirsi” anche i telaisti e gli aerodinamici di Woking, dato che avranno la possibilità di estremizzare le dimensioni del corpo vettura e di mantenersi abbondantemente più stretti rispetto al passato nella zona “Coca-cola”. In aggiunta a tutto ciò, in Honda si è deciso di prendere spunto anche da quanto di buono si è visto sul propulsore Ferrari. Come per la casa di Maranello, infatti, nella Power Unit Mclaren si è lavorato all’interno della camera a combustione, adottando la tecnologia multi-getto che spruzzerà il carburante direttamente all’interno del cappuccio della candela del sistema TJI, il che garantirà un enorme passo in avanti sul tema della pre-accensione e darà un surplus di potenza non indifferente.

Sia secondo McLaren che per Honda, le nuove tecnologie faranno fare un repentino balzo in avanti alle monoposto di Woking, e potrebbero addirittura portare Alonso e Vandoorne in zona podio. A confermarlo lo stesso direttore del team McLaren, Tim Goss: “Il nuovo propulsore nasce dallo studio delle precedenti versioni. Honda ha lavorato duramente durante la pausa e ci aspettiamo un grosso passo in avanti in termini di prestazioni. L’unità è stata completamente riprogettata e ci consentirà di recuperare terreno nei confronti dei nostri competitors. Il 2017 sarà una grande sfida e McLaren è pronta a rilanciarsi”.

La gestione Zak Brown, dunque, vuole cancellare definitivamente le “vergogne” delle ultime stagioni, per poter riportare la McLaren ai lustri di un tempo. Se ci riusciranno, lo si scoprirà soltanto in pista, ma una cosa è certa: rivedere Alonso nelle posizioni che contano (seguito da Vandoorne) potrà fare solo bene ad una Formula Uno che, negli ultimi anni, vede sempre e solo le solite scuderie a contendersi la coppa più grossa durante i weekend.

Daniel Limardi

 

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