Ormai manca soltanto un appuntamento al termine della stagione di Formula 1 2015, ed a titoli già assegnati è giunto il momento per i team di fare un resoconto del lavoro svolto quest'anno per cercare di capire quali sono stati i risultati in base alle aspettative iniziali. Una delle scuderie che ha avuto maggiormente gli occhi puntati addosso è stata sicuramente la McLaren, che a causa del radicale passaggio dalla power unit Mercedes a quella Honda ha avuto non poche difficoltà nel corso dei vari weekend di gara.

Molto spesso, infatti, Fernando Alonso e Jenson Button si sono ritrovati a combattere per le ultime posizioni, raccogliendo ben pochi punti rispetto alle ambizioni di una squadra prestigiosa come quella di Woking, la quale adesso sembra anche iniziare a pagarne le spese in termini di sponsor. Infatti, il marchio di orologi di lusso TAG Heuer ha deciso di interrompere una partnership che durava da ben trent'anni: questo senza però abbandonare il Circus, ma firmando un contratto con la Red Bull che partirà dal prossimo anno, come confermato anche dall'amministratore delegato dell'azienda svizzera Jean Claude Biver.

Mentre la squadra continua dunque a perdere pezzi, anche Fernando Alonso si fa notare, analizzando una stagione caratterizzata da evidenti aspetti negativi, ma anche positivi, sebbene quest'ultimi appaiano un tantino meno chiari. Il pilota spagnolo si è infatti così espresso nel corso di un'intervista pubblicata dall'inglese Autosport: “E’ vero che ho avuto una stagione frustrante, ma allo stesso tempo abbiamo imparato tanto. Sinceramente penso sia ancora più frustrante arrivare sempre secondo o terzo sul podio. La mia testa è già all'anno prossimo, tutti noi vogliamo vincere e spero che i problemi siano finiti. Per questo ho scelto la McLaren, sono certo che questo è il posto giusto per vincere; ci voleva un progetto totalmente nuovo per approccio e filosofia”.

Tra addii e speranze, quindi, la McLaren dovrà cercare ora di sfruttare quanto fatto quest'anno per raggiungere risultati migliori e di riportare in alto il binomio con la Honda, capace in un passato che appare lontano come non mai un pezzo di storia della Formula 1.

Carlo Luciani