Si è sciolto in un pianto liberatorio Lewis Hamilton, fresco tre volte Campione del Mondo di Formula 1, appena terminato il Gran Premio degli Stati Uniti che gli ha consegnato la 10a vittoria stagionale, la 43esima in carriera e ovviamente la corona iridata. La voce rotta dall'emozione durante il team radio di ringraziamento alla squadra nel corso del giro d'onore hanno mostrato un Lewis inedito, in una veste conosciuta solamente da chi vive con lui la quotidianità dell'essere pilota. E' difficile spiegare le sensazioni, i pensieri che possono essere passati nella mente del campione inglese, ma la conquista del Mondiale numero tre lo ha, di diritto, iscritto al club dei grandi della Formula 1, al pari di gente del calibro di Ayrton Senna, Nelson Piquet, Niki Lauda, Jackie Stewart e Jack Brabham.

Una vittoria meritatissima, frutto di un mezzo tecnico superiore al resto della concorrenza ma anche di gare al limiti della perfezione, corse senza errori e sbavature e sempre con una concentrazione massima. Ma dove Lewis ha potuto fare la differenza? Dove ha conquistato la vittoria? In primo luogo il fatto di riuscire a demolire psicologicamente il suo primo avversario, Nico Rosberg, lo ha messo in una posizione di forza all'interno del team; il che non è poco, visto la nazionalità della realtà per cui corre, anche se è stata soprattutto la riduzione del margine d'errore, portata quasi a zero, a fargli conquistare le vittorie che poi gli hanno permesso quest'oggi di poter festeggiare.

Una vittoria più agevole e netta rispetto a quelle dell'anno scorso e del 2008. In occasione del suo primo titolo fu Timo Glock (volontariamente o...meno) a consegnargli la vittoria che pareva in mano a Felipe Massa, mentre nel 2014 solo all'ultima gara (anche in virtù dell'assegnazione del doppio punteggio) riiuscì ad avere la meglio su Nico Rosberg, che nella gara di oggi ha praticamente consegnato il Mondiale all'inglese commettendo un lungo a pochi giri del termine.

E ora cosa riserva il futuro a Hamilton? Il prolungamento del contratto, firmato in occasione del Gp di Montercarlo, unito ad uno strapotere tecnico della Mercedes che probabilmente si vedrà anche nel 2016, fanno mettere nel mirino del fresco Campione iridato i quattro titoli di Sebastian Vettel e Alain Prost, anche perchè a 30 anni Lewis pare essere nel pieno della maturità mentale ed agonistica, cosa da non trascurare assolutamente in Formula 1.

E le parole di ringraziamento alla sua famiglia, durante la conferenza post-gara, sintetizzano al meglio il profilo di un professionista che non ha mai perso di vista da dove fosse venuto de i sacrifici fatti per essere quello che è: "Ora sono quasi sopraffatto, è difficile trovare le parole per spiegare le mie emozioni. Sto pensando a mio padre ed io che tornavamo a casa cantando We are the champions. Se sono campione del mondo tre volte lo devo a lui e alla mia famiglia, che mi hanno aiutato in tutto, ma anche ai miei tifosi, che mi hanno sempre trasmesso una grande energia positiva".

Energia positiva che, sicuramente, spingerà il mai pago Lewis a dare il massimo nelle restanti tre gare del Mondiale 2015, per poi buttarsi immediatamente con la mente al 2016. Che lui spera possa avere lo stesso epilogo di oggi.

Vincenzo Buonpane

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