E’ passata ormai quasi una settimana dalla sonante vittoria di Nico Rosberg al Gran Premio del Brasile. Un lasso di tempo sufficiente per concedere qualche giorno di riposo ai piloti, ma evidentemente non abbastanza lungo per permettere a Lewis Hamilton di sbollire la rabbia per le ultime sconfitte. 

 

Dopo la “sitcom” di dichiarazioni e atteggiamenti assai discutibili che hanno caratterizzato la stagione del campione del mondo, ecco che nuovamente Lewis ha perso un’altra occasione per evitare di generare polemiche, “sparando a mille” contro il collega Vettel: “Rispetto molto Seb, ma non so se sia realmente il grandissimo pilota che si dice – ha debuttato Hamilton in un’intervista  per la Bild – è vero che ha vinto quattro titoli mondiali, ma si scontrava con un pilota mediocre come Webber e ora lotta contro Raikkonen che ormai non è più all’altezza. Io ho battuto Alonso al mio primo anno in Formula Uno, nonostante Ron Dennis continuasse a dirmi di non prendermela nel caso Alonso mi avesse stracciato. Ovviamente non ho mai dato peso alle parole di Ron, perchè dentro di me sapevo di poter battere Fernando”. Parole “impegnative”, dunque, per l’alfiere Mercedes, che preso dagli elogi a sé stesso non ha nemmeno preso in considerazione l’idea di menzionare (oltre ad Alonso) il suo attuale compagno Nico Rosberg, dimostrando chiaramente di non considerarlo assolutamente un avversario per il quale valga la pena vantarsi di aver battuto.

Ma cosa sta succedendo a Lewis Hamilton? I titoli mondiali e le vittorie stanno tirando fuori un carattere carismatico e fuori dalle righe, o stanno trasformando quello che fino a ieri era il classico ragazzo inglese tranquillo, in un tizio arrogante che crede di essere diventato un Dio? Ricordiamo che non siamo di fronte alla prima “sparata” dell’inglese. Un po’ di tempo fa, ad esempio, Lewis si è concesso alcune discutibili (anche se parzialmente male interpretate) affermazioni nei confronti di Michael Schumacher, dichiarando: ”Io per vincere non ho fatto quello che ha fatto Michael. Ho vinto grazie alle mie capacità, senza ricorrere a soluzioni alternative”. Ovviamente, il riferimento è andato alla “toccata” con Hill nel ’94 e a quella con Villeneuve nel ’97.

E come dimenticare poi il suo weekend brasiliano? Innanzitutto giovedì non si è presentato alle interviste di rito per via di un “casino” combinato martedi sera alla guida della sua Pagani Zonda fra le stradine di Montecarlo. Pare infatti che dopo un presunto party particolarmente allegro, il campione del mondo abbia avuto un piccolo incidente al tornantino del Loews, fortunatamente senza fare male a nessuno. Questo l’ha costretto a ritardare la sua partenza per Interlagos e a sorbirsi un’indimenticabile tirata d’orecchie da Jean Todt, il quale gli ha ricordato che proprio lui è ambasciatore FIA per la sicurezza stradale, oltre ovviamente ad essere l’attuale campione del mondo di Formula Uno.

Come se già questo non bastasse, anche durante il sabato di qualifica Lewis ha dato il “peggio di sé” dopo aver perso la pole, non presentandosi alla foto di rito riservata ai primi tre classificati. Come se la cosa non lo riguardasse, come se non fosse pagato anche per comparire davanti al pubblico. Si, insomma, come se non fosse affar suo. Dimostrando anche di “fregarsene altamente” dei due colleghi che lo stavano aspettando.

E domenica poi? Innanzitutto alla Drivers' Parade è salito in piedi sulla paratia del camion a salutare il pubblico, isolandosi e dando le spalle ai suoi colleghi, che a guardarlo in tv tornava in mente un flashback di quando gli astronauti dell’Apollo11 salutavano la folla che li “venerava” dopo il primo sbarco sulla Luna. E dopo la gara, per chiudere in bellezza, dopo la “bastonata” firmata Rosberg, si è concesso il lusso di sminuire la vittoria del compagno dichiarando che lui era più veloce ma che però non riusciva a superare sia per via della conformazione della pista e sia per colpa di una presunta condotta a favore del biondino da parte del team. 

Cosa sta succedendo quindi a Lewis Hamilton? E’ questo l’atteggiamento che deve avere un campione del suo livello? Inutile dire che la sua condotta sta spiazzando tutti. Anche i tifosi sono divisi: da un lato c’è chi lo venera, paragonandolo al carisma molto forte di piloti come James Hunt o, se vogliamo, Gilles Villeneuve (i quali, com’è noto, facevano molto parlare di sé anche per ciò che facevano fuori dalla pista), dall’altro c’è chi ha imparato a detestarlo per via del suo apparente “non rispetto” verso i colleghi. Tra queste fila si collocano in special modo i tanti tifosi di Michael Schumacher che non hanno assolutamente gradito le dichiarazioni di Lewis verso il tedesco, soprattutto pensando anche alla difficile situazione in cui si trova l’ex campione della Ferrari.

Per concludere, una considerazione personale: il talento di Hamilton è assolutamente innegabile, e forse al giorno d’oggi, in pista, è davvero lui il più forte. E magari ci sta anche un minimo atteggiamento da “rockstar”, perché come si sa, i miti dello sport più famosi sono quelli che hanno lasciato un segno anche fuori dall’abitacolo. Però, caro Lewis, ricorda che il vero campione è colui che prima di tutto rispetta i propri avversari. Ricorda che, per un certo Ayrton Senna, il pilota migliore, era Alain Prost……

Daniel Limardi