Con la semplicità e la genuinità del suo sorriso contagioso, Daniel Ricciardo fa sembrare facile qualcosa di straordinario. La vittoria nel Gran Premio di Montecarlo ha un valore imprescindibile e incancellabile, ma il sapore di portare casa una gara come quella di oggi è certamente più dolce. Nel clima di incertezza generale, legata al degrado delle gomme e con la sensazione che ogni previsione fosse saltata, Ricciardo controlla alla perfezione una gara iniziata con una partenza non perfetta, ma che riesce nell'intento di accodare dietro di sè Sebastian Vettel e tutto il resto del gruppo. Da lì in avanti però il suo imprimatur sulla corsa è indiscutibile, pur senza riuscire a sbarazzarsi del tedesco, che lo insegue da vicino a massimo un paio di secondi di distanza.

Dopo il primo cambio gomme però, quella che potrebbe essere la svolta della gara piomba su Ricciardo come un fulmine. L'australiano accusa infatti un calo di potenza ed è costretto a intervenire più volte sul volante, con Vettel che gli si fa sotto minaccioso; ne segue una complicata partita a scacchi con il ferrarista che lo segue a breve distanza sempre in equilibro tra la ricerca dell'attacco e la gestione delle gomme, oggi vero rebus per tutti quanti. Hypersoft e Ultrasoft infatti hanno mostrato rapidi degradi e spiccata tendenza al graining, che la Red Bull ha mostrato di saper gestire benissimo (e meglio degli altri) con un comportamento gentile su entrambe le mescole, ma con i tempi che ne hanno risentito sensibilmente, tanto che il Gp si è corso quasi su ritmi da Formula 2, mettendo in scena il solito serpentone che caratterizza ogni Gran Premio di Monaco. L'incertezza di oggi ha però contenuto i distacchi e racchiuso i primi 5 al traguardo in pochi secondi, con le strategie pronte a capovolgersi in un attimo se solo qualcuno avesse tentato l'azzardo di un ulteriore pit stop per uno stint finale d'attacco.

Il capolavoro di Ricciardo lo riporta nelle zone nobili della classifica piloti, ma staccato ancora di 38 punti da Hamilton, oggi sul gradino basso del podio. Se le velleità di titolo mondiale sono infatti forse premature o inadeguate, quello che il weekend nel Principato ha indicato con chiarezza è quale sia in questo momento il cavallo vincente del team Red Bull. Al confronto con il fenomeno fragile Verstappen, oggi nono dopo una rimonta difficilissima in seguito al disastro di ieri in FP3, Ricciardo è freddo, misurato, determinato nel raggiungere l'obiettivo e acuto come pochi nella lettura delle situazioni di gara, nonché maestro nei sorpassi come mostrato in Cina. Da adesso in poi, complici anche le sirene di mercato che si fanno sempre più forti e i richiami di altri top team che iniziano ad avvicinarsi, anche la dirigenza del team austriaco proverà in tutti i modi a trattenerlo per non perdere un talento purissimo come il suo. Una scintilla che, incantando appassionati e pubblico, ormai ha stregato tutti con la sua simpatia e genuinità, qualità rarissima in una F1 sempre più ingessata e lontana dell'ideale sportivo che ha incarnato per molte generazioni.

Ma Ricciardo è qui, ora, pilota maturo e completo, forte, concreto e velocissimo. Ha detto di aver tifato Ferrari da bambino e la Ferrari sembra il suo futuro a quanto si dice. Nulla è scritto, nulla è deciso, rumors e nulla più. Ma i tifosi già l'aspettano per (ri)formare con Vettel la coppia vincente che sognano a Maranello.

Stefano De Nicolo'