In seguito alle voci circolate ieri, diffuse dai media inglesi, la McLaren ha confermato il licenziamento di 1200 dipendenti. Un provvedimento drastico, che interesserà circa il 30% del personale su 4000 lavoratori, tra cui anche membri del team F1.

Le cause di questo taglio sono diverse. Una è sicuramente legata alla crisi generata dal Coronavirus nel corso degli ultimi due mesi, che di certo non ha risparmiato nemmeno l'industria automobilistica, anzi. Il secondo ha a che fare invece con la F1 e con la recente approvazione del budget cap.

Ricordiamo infatti che Zak Brown è stato colui che ha spinto di più all'abbassamento del tetto di spesa per i team, proponendo addirittura la cifra di 100 milioni di dollari. Che la McLaren non navigasse in buone acque era già una notizia nota, ma gli ultimi scenari profilatisi ne sono una forte conferma.

Nelle scorse settimane infatti era già stata diffusa la notizia di un'ipoteca su alcune vetture da corsa storiche presenti nella sede di Woking. Negli ultimi giorni si è parlato addirittura di un'ipoteca sulla stessa struttura per assicurarsi un prestito plurimilionario.

Sicuramente quello che sta accadendo ad una delle squadre più blasonate del grande Circus non è da sottovalutare. La crisi innescata dal Coronavirus sta iniziando a mostrare gli effetti anche in F1. Fatta eccezione per i top team (forse), tutti gli altri accuseranno o stanno accusando duri colpi.

Chissà quali saranno le reazioni del team McLaren una volta tornati in pista e quali altri sviluppi si presenteranno anche per le altre squadre, per le quali questa situazione a Woking risuona come un campanello d'allarme per il prossimo futuro.

Staremo a vedere: intanto anche la Renault, una delle squadre più chiacchierate degli ultimi tempi, è chiamata a decidere il proprio destino in F1 nei prossimi giorni.

Carlo Luciani