Circa un mese fa, il 19 Dicembre 2018, Matt Roberts ha lanciato su Reddit un AMA riguardante lo sport per il quale lavora: per chi non fosse familiare con il gergo di reddit.com, l'AMA è una discussione "Ask Me Anything" (letteralmente: chiedimi qualsiasi cosa), cioè un momento nel quale un professionista di un determinato settore risponde alle domande poste dagli utenti del sito.

Uno dei post più interessanti condivisi da Roberts riguarda la composizione del pubblico delle gare di Formula 1, così riassumibile:

  • l'età media (sulla platea globale) di uno spettatore di Formula 1 è di 40 anni
  • il 14% della platea è costituito da under 25
  • il 30% della platea è costituito dalla fascia 25-34 anni
  • il 20% della platea è costituito dalla fascia 35-44 anni
  • il 20% della platea è costituito dalla fascia 45-54 anni
  • il 16% della platea è costituito da over 55
  • l'età media più alta è nei mercati con più tradizione (come Inghilterra, Italia o Germania), mentre si abbassa in sui nuovi mercati come USA e Cina

I numeri denotano come la Formula 1 sia un oggetto che non riesce ad attaccare sul pubblico più giovane: a dire il vero non siamo di fronte ad una novità, storicamente è sempre stato così, ma è chiaro che un business quotato in Borsa, con una pressione costante a migliorare le rendite, sia spinto a cercare un'inversione di tendenza, specie se si considera che la "poca presa" insista su una fascia di mercato potenzialmente interessante. Se vi state chiedendo "interessante per chi?", la risposta è: per chi è disposto a investire e mettere soldi nel calderone, ovvero nuovi sponsor. Sì, si tratta di una questione di soldi: il primo anno completo di gestione targata Liberty Media ha visto un aumento del volume di denaro girato nell'oggetto Formula 1, ma l'incremento è stato di un tenore più ridotto a quanto successo nel decennio precedente.

Non è che Liberty Media sia rimasta con le mani in mano per muovere i numeri relativi a questa fascia di mercato: iniziative, soprattutto sui social media, come i "best of" dei team radio o i riassunti video in sessanta secondi delle gare hanno avuto un buon riscontro in termini numerici, ma non hanno contribuito a rialzare sensibilmente le percentuali del pubblico più giovane. In altre parole, il pubblico televisivo invecchia costantemente e il giro di soldi generato da sponsor interessati alla fascia più giovane di pubblico rimane potenziale, quindi nullo, proprio perché non ci sono i numeri giusti. I numeri giusti, così dicono i bene informati nelle stanze dei bottoni, ci sarebbero con le gare virtuali Esport, in cui gli under 35 costituiscono l'80% del pubblico.

Per venire incontro al pubblico più giovane, Liberty Media ha spinto anche sull'imbastire lo streaming in diretta delle gare, ma anche in questo caso l'azzardo sembra non aver pagato come si pensava. Più in generale, e il fatto è dimostrato, la Formula 1 ha perso molta della sua audience da gara con la progressiva transizione delle trasmissioni TV sui canali a pagamento e se l'anno scorso i punti percentuali italiani persi per strada si sono sentiti, si prevede che anche quest'anno se ne vedranno altri volatilizzarsi con il passaggio (di tutte le gare) sui canali a pagamento in Inghilterra, una delle culle dell'automobilismo da corsa.

La situazione è problematica e bisognerà trovare delle soluzioni: è sintomatico che nessun canale televisivo grosso si sia impegnato nell'acquistare i diritti per la trasmissione dei prossimi test pre-campionato a Barcellona, che verranno tramessi solo in streaming. Si tratta di un problema complicato, come spiega Roberts: "Abbiamo bisogno di migliorare e di sottolineare il ruolo della velocità e del suono, come mostrano le ricerche; è importante anche non alienarsi i fan di vecchia data nella ricerca di un pubblico più giovane, dato che sono stati tifosi per tanti anni e molto probabilmente sono coloro che si siedono a vedere due ore di gara".

Per quanto il nostro punto di vista sia parziale rispetto alla complessità della materia, soprattutto in termini economici e commerciali, ci permetteremmo di suggerire questo: non è necessario e non è possibile piacere a tutti, cercare di strizzare l'occhio a chi non è interessato può portare a risultati completamente opposti. Siccome qui non stiamo parlando di solo sport o sola passione, ma, fondamentalmente, di soldi, vale la pena tirare fuori una dichiarazione di Bernie Ecclestone: "Non so perché la gente voglia portare la cosiddetta generazione giovane: vuoi vendere qualcosa? La maggior parte di questa generazione non ha soldi, quindi preferisco mirare al settantenne che ha il portafoglio imbottito". Del resto, non c'è da stupirsi se la Formula 1 non attira i giovani: basta vedere i prezzi dei biglietti dei Gran Premi. C'è da meditare, visto che stiamo citando il Supremo Bernie…

Luca Colombo