Dopo questa prima sessione di test e quasi 15000 km percorsi, è possibile fare un primo bilancio sul comportamento di queste nuove gomme, maggiorate del 25% rispetto alle precedenti. "Capire come l'impronta a terra e il nuovo profilo interagiscono con la vettura è il nostro obiettivo principale" ha commentato Mario Isola, racing manager di Pirelli, cauto ma soddisfatto. E' ancora troppo presto per valutare il rendimento effettivo delle singole mescole e definire il classico "delta" di rendimento tra i vari compound a causa delle temperature basse e poco rappresentative di questi giorni; ma dai primi dati "sembrerebbe essere di circa un secondo tra Soft e Supersoft". Sarà però necessario aspettare la prossima sessione in programma da martedì per valutare meglio il lavoro svolto dai team sui long run e le simulazioni di gara con maggiori carichi di benzina. Questo permetterà anche di valutare il livello di degrado delle coperture, elemento ancora non pienamente chiarito dal lavoro di questi giorni.

Il feedback dei piloti per ora è buono; il grip è incredibilmente alto e, quando lo si perde, facile da recuperare in pochissime curve. Alcune delle quali sono ora diventate flat-out: si fanno in pieno, come la 3 e la 9, con grande soddisfazione degli interessati. "Riceviamo ottimi feedback da squadre e piloti" prosegue Isola, "la curva del grip è incredibilmente costante, ed era uno dei nostri primi obiettivi alla base della progettazione, insieme ad un working range più basso ma ancora difficile da valutare in queste condizioni di pista". Dai commenti dei piloti sembra inoltre che le nuove gomme garantiscano un ottimo bilanciamento della macchina, senza richiedere cambi di assetto tra una mescola e l'altra.

Nella giornata di ieri, si è provveduto anche ad effettuare un test in condizioni di bagnato con pista annaffiata artificialmente dalle autobotti. Difficile mantenere la pista allagata per testare propriamente le gomme full wet, ma interessante per identificare i punti di crossover adatti al passaggio dalle gomme da bagnato estremo alle intermedie e poi alle slick. Il lavoro sulle coperture da bagnato è stato duplice: "Ridurre il rischio di aquaplaning e progettare mescole più reattive e affidabili". I dati più rappresentativi sono stati raccolti con la gomma intermedia, che ha mostrato un degrado elevato ma omogeneo (asfalto abrasivo e poco bagnato) e indicato con precisione il punto di crossover per il passaggio alla slick; per ovviare al problema, Pirelli riprogetterà queste mescole per avere una durata maggiore in tempo per il secondo GP stagionale in Cina.

Da Barcellona - Stefano De Nicolò

 

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