Se cercava un modo per iniziare il weekend col piede giusto, Daniel Ricciardo ha sicuramente trovato la soluzione migliore. Il pilota della Red Bull ha dominato il venerdì di Budapest, chiudendo al top anche la seconda sessione di libere con il crono di 1.18.455, a pochi millesimi dal record in qualifica ottenuto nel 2004 da Rubens Barrichello. Gli aggiornamenti portati sulla RB13 sembrano avere dato i propri frutti, su un circuito dove la scuderia di Milton Keynes punta a giocarsela ad armi pari con Ferrari e Mercedes. In effetti, la sfida nel gruppetto dei "magnifici sei" appare realmente equilibrata: nello spazio di mezzo secondo troviamo infatti anche Vettel, Bottas, Raikkonen, Hamilton e Verstappen, con il primo degli "altri" (Hulkenberg sulla Renault) staccato di 1"2 dalla vetta. Clima da "lavori in corso", comunque sia in casa Mercedes che in quella Ferrari: se i due piloti della Freccia d'Argento si sono maggiormente concentrati su prove di long run (Hamilton al pomeriggio ha staccato il proprio miglior tempo con gomma Soft), nemmeno nel box del Cavallino sono mancate le novità tecniche, con il nuovo fondo da Vettel al mattino e da Raikkonen al pomeriggio. Proprio nella seconda sessione il finlandese è stato costretto a parcheggiare la propria monoposto a bordo pista per alcuni secondi, dopo un problema di settaggio all'acceleratore che non gli ha comunque impedito di raggiungere i box dopo un veloce reset. Il passo gara ha mostrato indicazioni positive per la Rossa, in un fine settimana che con ogni probabilità si deciderà sui particolari e dove conterà molto la qualifica, visto l'equilibrio dei valori in campo.

Per quanto riguarda gli inseguitori, detto dell'ottimo momento di forma di Hulkenberg, va anche sottolineata la buona prestazione delle McLaren, finalmente a proprio agio su un circuito tortuoso e che non spreme i cavalli della Power Unit: Alonso ha chiuso in ottava posizione precedendo di un decimo il compagno Vandoorne, con Sainz stretto a sandwich nella morsa delle due monoposto di Woking. Anche la sessione pomeridiana non ha comunque risparmiato incidenti e testacoda a raffica: il più violento è stato quello che ha visto come protagonista Pascal Wehrlein, il quale ha finito per impatare le barriere in curva 11, dopo essere stato tradito da un effetto-pendolo verificatosi in ingresso curva. La Sauber ne è uscita visibilmente danneggiata, con la Direzione Gara costretta ad esporre la bandiera rossa ed il pilota tedesco velocemente rilasciato dal centro medico dopo i controlli di rito. Non troppo meglio è andata a Jolyon Palmer, sempre più in crisi al volante della sua Renault: il britannico è finito contro le barriere all'ultima curva, bissando la propria "impresa" del mattino, quando aveva danneggiato l'ala anteriore in un'uscita oltre il cordolo.

Adesso è tempo per i team e scuderie di analizzare i dati, prima di lanciarsi nella fase calda di un week-end che promette temperature in costante aumento. E non soltanto per quanto riguarda l'aspetto puramente meteorologico...

Marco Privitera

 

fp2 budapest

 

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