Lewis Hamilton vince anche il Gran Premio d'Ungheria conquistando indisturbato la vittoria numero 8 sul circuito magiaro. Dietro all'inglese della Mercedes un Verstappen a due facce, fortunato poco prima del via ma poi bravo nel corso della gara a conquistare la seconda posizione davanti ad un opaco Valtteri Bottas. Doppiate e lontane dai primi le due Ferrari, con Sebastian Vettel preceduto dalla Racing Point di Stroll e dall'altra Red Bull di Albon. Ma vediamo i voti ai protagonisti del Gran Premio d'Ungheria, terza prova del Mondiale di Formula 1.

Lewis Hamilton 10. Sontuoso. In qualifica gioca con gli avversari dettando la sua solita legge sul giro secco, mentre la domenica dopo la solita ottima partenza deve solamente preoccuparsi di gestire la vettura. Con avversari non pervenuti la conquista del settimo Mondiale pare una mera formalità.

Max Verstappen 9. In versione Mister Jekyl e signor Hyde, deve spartire il voto con i suoi meccanici che, prima del via, compiono un autentico miracolo nel sostituire il braccetto della sospensione andato danneggiato nell'urto contro le barriere mentre l'olandese portava la sua vettura sullo schieramento. Poi lui ci mette del suo nel conquistare diverse posizioni al via e a resistere nel finale di gara al ritorno di Bottas.

Valtteri Bottas 5. Finisce a podio che è davvero il minimo sindacale con la vettura che ha tra le mani. Parte malissimo, poi fatica a trovare il ritmo e complice una strategia non propriamente azzeccata, riprende Verstappen quando manca pochissimo alla bandiera a scacchi, senza avere mai la possibilità di attaccarlo.

Lance Stroll 7,5. Tralasciando a chi di dovere stabilire se la sua vettura sia regolare o meno, non possiamo non premiare la grande gara del canadese che, per una volta tanto, non viene suonato da Sergio Perez, conquistando un quarto posto praticamente senza avere mai problemi.

Alexander Albon 6,5. Fa un gran recupero, è vero. Ma il confronto con Verstappen continua ad essere impietoso e per lui urge davvero una sveglia se non vuole che lo spettro di Sebastian Vettel diventi sempre più ingombrante.

Sebastian Vettel 7. Con la "vettura" che ha a disposizione il sesto posto è grasso che cola. In palla per tutto il weekend e sempre davanti al compagno di squadra, questa volta non gli si può imputare davvero nulla.

Sergio Perez  5,5. Partiva in seconda fila ed era lecito davvero aspettarsi di più. Invece si scioglie come neve al sole, conquistando si la zona punti ma lontanissimo dal compagno di squadra. Fatto davvero inusuale per lui...

Daniel Ricciardo 6. Termina la sua seconda gara in zona punti ed è il massimo che può fare con una Renault impegnata più fuori che dentro la pista.

Carlos Sainz 5. Guadagna una posizione per via della penalità inflitta a Magnussen, ma il weekend della McLaren non è ai soliti livelli di prestazione.

Kevin Magnussen 8. Strategia azzeccata al via che mantiene il danese per lunghi tratti nelle posizioni alte della classifica. Perde una posizione per via di una penalità ridicola (ma è il regolamento), ma conquista punti fondamentali per la Haas.

Charles Leclerc 5. Sta affondando nella mediocrità del progetto SF100. Per tutto il weekend non è mai a suo agio con la vettura, in gara non trova il ritmo sulla falsariga di quanto era accaduto nella prima gara in Austria a Vettel. Difficilmente vedremo il Charles della passata stagione.

Daniil Kvyat 5. Male come tutto il weekend dell'Alpha Tauri.

Lando Norris 5. Meglio in qualifica che in gara. Dopo l'exploit della prima gara si è spento, ma già da Silverstone potremmo rivederlo nelle posizioni che contano.

Esteban Ocon 5. Gara davvero anonima per il francese che termina staccatissimo dal teammate Ricciardo.

Kimi Raikkonen 4,5. Finisce sotto la scure degli inflessibili stewards (forti con i deboli ma distratti con i forti) per un suo errore, poi la sua Alfa Romeo non supporta il suo talento. Se smette di divertirsi sarà dura rivederlo al via nel 2021...

Romain Grosjean 5. Anche per lui la chiamata anticipata al box si rivela azzeccatissima. Ma al contrario del suo compagno di squadra si perde, ed è davvero un peccato.

Antonio Giovinazzi 4,5. Anche lui vittima della mediocrità dell'Alfa Romeo, non può far altro che attendere come una liberazione la bandiera a scacchi.

George Russel 5,5. In qualifica fa davvero miracoli, mentre in gara inevitabilmente retrocede perdendo posizioni.

Nicholas Latifi 5. Parte bene all'inizio, poi il contatto con Sainz e la foratura che ne consegue lo sfiduciano facendolo terminare ultimo e staccatissimo dal resto del gruppo.

Pierre Gasly 6. In versione Paperino. Gli capita di tutto: venerdì da spettatore, sabato problematico ma comunque con accesso in Q3 e per finire motore in fumo dopo soli 15 giri la domenica.

Vincenzo Buonpane