Nico Rosberg 10. Che fosse in stato di grazia lo si era già visto nei precedenti gran premi (conditi anch'essi da altrettante vittorie), ma è la pole position del sabato a far saltare il banco, visti i distacchi rifilati agli avversari. La domenica, una volta imbroccata la partenza, è un lento countdown verso la cerimonia del podio che solo dei guai ai freni rischiano di rovinare. E lasciare Singapore da leader del Mondiale era proprio ciò che il biondo tedesco si augurava.

Daniel Ricciardo 9,5. Ancora una volta in prima fila e ancora una volta secondo al traguardo dietro ad una Mercedes. Ma rispetto a Montecarlo, dove fu il box a negargli una sacrosanta vittoria, l'australiano può solamente sperare in guai altrui che sulla vettura di Rosberg si manifestano, ma non al punto da permettergli un sorpasso.

Lewis Hamilton 5. Sembra essere quello di inizio stagione, svogliato e apatico. Che non sia un buon weekend lo si vede il sabato quando prende una "paga" davvero inusuale per uno come lui. In gara fa lo spettatore non pagante venendo sverniciato da Raikkonen, ma poi deve ringraziare il buon cuore degli uomini in rosso che gli restituiscono il podio rendendo meno amaro il calice della sconfitta.

Kimi Raikkonen 9. Come nel pugilato meriterebbe di vincere ai punti. Guida al massimo delle sue possibilità effettuando bei sorpassi (quello su Hamilton) e portandosi sul podio, che la scellarata strategia Ferrari (o sarebbe meglio dire non strategia) butta alle ortiche. Da vero uomo squadra qual è, non lascia traccia di dichiarazioni polemiche nel post gara.

Sebastian Vettel 7,5. Per una volta in gara non viene bersagliato dalla sfortuna, come in qualifica, e dall'ultima posizione non può che prodursi in una gara tutta fatta di sorpassi e strategia che nel suo caso funziona e lo fa risalire in quinta posizione.

Max Verstappen 5. Che i circuiti cittadini non gli vadano a genio lo si era già visto in altre occasioni (Montecarlo su tutte), e pure Singapore non fa eccezione visto che dell'olandese tracce in gara non ve ne sono per niente, salvo che in partenza quando un vistoso pattinamento lo fa praticamente rimanere piantato sull'asfalto.

Fernando Alonso 7. Vince il Gran Premio degli altri che è pur sempre meglio di niente, certificando semmai ce ne fosse bisogno gli enormi progressi della McLaren versione 2016. 

Sergio Perez 8. Rispedito quasi a fondo griglia da una penalità il sabato, il messicano non si perde d'animo producendosi in una furiosa rimonta (ben 10 posizioni) che gli permettono di incamerare punti preziosi per la sua classifica ma, soprattutto, per quella del suo team.

Daniil Kvyat 7. Lo squillo tanto atteso dai suoi tifosi arriva nella notte di Singapore. Per il russo, finalmente, una gara senza sbavature o guai, condita da una difesa da urlo nei confronti dell'origine dei suoi mali: Max Verstappen.

Kevin Magnussen 7,5. Artiglia l'ultima posizione utile a punti grazie ad una strategia conservativa e con una sosta in meno, il che gli permette di avere in dote secondi preziosi da sfruttare nel finale di gara.

Esteban Gutierrez 6. Ancora una volta ai margini della zona punti. Eppure in suo ritmo non era poi così male, ma forse non tale da permettergli di attaccare Magnussen. Sarà per la prossima volta...

Felipe Massa 5,5. Non si vede quasi mai, non supportato dalla sua Williams che sui cittadini mostra il peggio di sé.

Felipe Nasr 6. In partenza è bloccato dal parapiglia che si scatena. In seguito non si perde d'animo e con l'unica arma che ha disposizione, la strategia, risale fino quasi alla zona punti che, chissà, non sarebbe stata poi un miraggio.

Carlos Sainz s.v. Il simbolo della sfortuna. Al via danneggia pesantemente la vettura ed è costretto a rientrare ai box su suggerimento della Direzione Corsa. Successivamente un guasto all'ERS gli fa alzare definitivamente bandiera bianca, una vera disdetta vista la gara di Kvyat.

Jolyon Palmer 5. Lui quindicesimo e il compagno di squadra in zona punti. E'lo specchio della gara dell'inglese che, nelle prime fasi, è penalizzato da una foratura che, chissà, gli pregiudica un piazzamento migliore di quello ottenuto.

Pascal Wehrlein 6. Le premesse della vigilia non erano delle migliori e vengono ampiamente rispettate. Fa quello che può.

Marcus Ericsson 4,5. Vanifica la sua strategia (che lo porta anche fino all'11° posto) rimanendo imbottigliato nel traffico e concludendo mestamente nelle posizioni che ha imparato a conoscere dall'inizio dell'anno.

Esteban Ocon 5. Come per Wehrlein non era lecito aspettarsi molto di più dell'ultimo posto finale.

Jenson Button 6. E' da lodare per l'impegno e la professionalità che ci mette fino al momento del suo ritiro, quando con la macchina palesemente danneggiata viene richiamato per ragioni di sicurezza.

Vallteri Bottas 5. Un'odissea pure la gara del finlandese che non si fa mancare nulla, partendo dal contatto con Button e finendo con un ritiro per guasto meccanico.

Nico Hulkenberg s.v. Messo ko da un incidente, può solo aver rimpianti per quello che poteva essere la sua gara.

Romain Grosjean s.v. Fa da spettatore non pagante ai box godendosi i colleghi dal muretto.

Vincenzo Buonpane