Se a Singapore una pole position vale quanto a Montecarlo, muri e insidie fanno emergere il talento del pilota, capace di fare la differenza. La vittoria numero 69 della sua carriera dei record, Lewis Hamilton la conquista il sabato con una qualifica stellare, e si limita a concludere il lavoro la domenica senza bisogno di dover fare nulla di eccezionale, ma guidando con autorità e senza incertezze una macchina perfetta, di nuovo un missile imprendibile, sino alla bandiera a scacchi. Impotenti oggi tutti gli avversari: Verstappen tenta in un paio di occasioni di avvicinarlo ma senza mai impensierirlo; mai della partita Vettel, che balza al secondo posto nelle fasi iniziali ma chiude terzo a mezzo minuto. La Mercedes domina ancora una volta, questa volta con macchina inferiore ma pilota fenomeno che compensa la carenza del mezzo e alza il livello della sfida. Sulla pista più faticosa del mondiale dove il talento emerge realmente, si va a prendere una vittoria di prepotenza che lo issa senza paura verso il quinto titolo. 

La superiorità Mercedes, così come lo scorso anno, torna ad emergere con prepotenza nella seconda parte del campionato: questa volta presa per mano dal talento del suo condottiero, più che da un irresistibile sviluppo tecnico, ma comunque capace di portare la sua prima guida a 40 punti di vantaggio in classifica piloti. E poco male se oggi Bottas chiude staccato di un'eternità e superato nella generale da Kimi Raikkonen. Ciò che paga la Ferrari, l'entusiasmo e la vitalità di un progetto di assoluto livello condito da vittorie e da un avvio di stagione roboante, diventa invece lo stimolo per tutto il team di Brackley per emergere alla distanza, senza clamore, con un ritmo inarrestabile. Pare difficile credere che la Ferrari sia davvero la macchina più veloce del lotto dopo quanto visto nelle ultime due gare; due vittorie di Hamilton strappate alla concorrenza, due weekend che per caratteristiche dei circuiti dovevano essere nettamente e necessariamente favorevoli ai rossi. 

Difficile non riconoscere la superiorità di chi -contro pronostico- riesce a vincere sia a Monza che a Singapore; due tracciati che più diversi non si può. Alte velocità e basso carico l'uno, tutto alto carico, trazione e bilanciamento l'altro. Impossibile ritenere questa Mercedes ancora inferiore dopo queste ultime due gare in cui, per varie ragioni, la Ferrari non ha toccato palla. Con la macchina che si ritrova a disposizione, Hamilton fa quello che vuole, viaggia su una nuvola avvolto in uno stato di grazia senza precedenti; si trova in una trance agonistica che anche lui ha descritto come 'incredibile' durante il giro di sabato in qualifica. Sa di essere il più forte e le feste con le modelle tra una gara e l'altra sono il meritato premio per un pilota, unico per freddezza e distacco emotivo da tutto quello che circonda questo mondo una volta salito in macchina. 

Con sei gare da disputare e 150 punti in palio, tutto che ancora può succedere, quello che al momento sembra davvero impossibile è riuscire a scalfire l'aurea di invincibilità di Hamilton, che non sbaglia un colpo e al tempo stesso mette in carica una pressione insostenibile per l'avversario Vettel, che non a caso non ha più ritrovato la lucidità e la grinta mostrate in primavera. Ancora una volta anche la Mercedes come squadra si sta dimostrando superiore per gestione della gara, delle strategie e del rapporto tra i piloti. Team e pilota legati in un meccanismo perfetto e preciso. Contro questo Hamilton, bisogna ammetterlo, si può anche perdere. 

Stefano De Nicolo'