Attraverso i dati telemetrici cerchiamo di capire quali differenze ci sono fra le velocità minime di Charles Leclerc e il secondo crono di Lewis Hamilton nelle qualifiche odierne del GP di Russia, che ha regalato al monegasco la quarta pole consecutiva.

Nel primo settore la Ferrari fa la differenza sfruttando la sua power unit per rifilare quattro decimi agli avversari. Alla speed trap prima di curva 2, la differenza è di cinque chilometri orari in favore della rossa.

Stessa situazione che si ricrea alla fine del secondo rettilineo del circuito russo, prima della staccata di curva 13, quando la Ferrari in quel punto è in vantaggio di tre chilometri orari. In mezzo a questi due punti della pista, la differenza a livello di velocità minima a centro curva è pochissima fra le due vetture, con Hamilton in vantaggio solo in curva 2. Un Hamilton che sembra avere un rapporto del cambio diverso da Leclerc se guardiamo le marce usate, quasi sempre più basse rispetto alla Ferrari.

Se i primi due settori sono tutti a favore della Ferrari, ciò non accade nell'ultimo settore, in cui la rossa paga quasi due decimi. Questo è il tratto di pista più guidato del circuito di Sochi. Hamilton ha un vantaggio in curva 13 e in curva 17, dove Leclerc ha avuto in sovrastrerzo, come da lui stesso indicato nel team radio finale. In curva 15 invece è Leclerc che fa una grossa differenza guadagnando ben 5 km/h in quel tratto. A favore del Ferrarista anche l'ultima curva che immette sul rettilineo principale.

In definitiva è stata una grande Ferrari anche a livello di velocità a centro curva, con una vettura che sembra progredire a vista d'occhio nella ricerca dei punti di carico mancanti. Forse avvantaggiata questa crescita anche dal capir meglio come mettere in temperatura le gomme, anche se i due fattori sappiamo andare a braccetto; se hai l'uno hai l'altro.

Ultima nota tecnica che ci arriva dalla telemetria sta nel fatto che le due Ferrari, a differenza della Mercedes, tengono sempre un po' di acceleratore anche in fase di staccata, come a voler sfruttare gli scarichi per avere qualche vantaggio a livello aereodinamico, troppo difficile da decifrare, ma quello che possiamo dire quasi con certezza è che la Ferrari sta guarendo dai suoi mali.

Francesco Magaddino