Lewis Hamilton ha chiuso il Gran Premio d’Italia al settimo posto, nonostante avesse mostrato nella prima parte di gara di poter controllare senza problemi gli avversari. A fare da spartiacque è stato il pit stop effettuato quando la pit lane era chiusa. Andiamo ad analizzare i fatti.

Haas da spostare, pit lane chiusa

Durante il 19° giro, Kevin Magnussen ha avuto un problema alla power unit della sua Haas. Il danese ha provato a tornare ai box, ma all’uscita della Parabolica si è dovuto fermare. Per mettere la vettura in sicurezza, i commissari non hanno potuto fare altro che spingerla verso la pit lane.

A questo punto, la prima decisione della Direzione Gara è stata quella (giusta) di mandare in pista la Safety Car. Dopo nove secondi, visto che la Haas era in una posizione pericolosa, è stato deciso di chiudere la pit lane. Il traffico che l’ingresso della vettura di sicurezza avrebbe generato ai box sarebbe stato infatti pericoloso per gli stewards. Non tutti i piloti, però, hanno rispettato il divieto.

Hamilton e Giovinazzi rientrano, ma i pannelli sono rossi!

Lewis Hamilton si è fiondato ai box per cambiare le gomme, ma così facendo ha commesso un errore, fidandosi forse troppo del suo muretto box. L’inglese, infatti, si è accorto che i pannelli esterni alla Parabolica recavano la scritta “Pit” bordata di rosso, segnale chiaro, e lo ha comunicato ai suoi.

Il pit wall però, questa volta, è stato colto impreparato, e il gesto di stizza dell’inglese è molto eloquente. C’è però un piccolo giallo: all’uscita dai box il semaforo è verde, mentre a norma di regolamento dovrebbe essere rosso. Probabilmente si è deciso lo stesso di lasciar sfilare l’inglese, o più semplicemente qualcosa non ha funzionato negli automatismi della Direzione Gara.

In televisione la comunicazione non si è vista, ma è regolarmente apparsa sui monitor dei team; in Mercedes se ne sono accorti tardi, così come in Alfa Romeo. Giovinazzi, infatti, ha commesso lo stesso errore di Hamilton, con l’aggravante (per il team) del maggior tempo trascorso dalla comunicazione. Gara di casa rovinata anche per Antonio, dunque, che era davanti a Raikkonen dopo le soste.

Mercedes protesta, ma è tutto inutile               

Inizialmente, gli uomini Mercedes non sono sembrati propensi ad accettare la penalità di stop and go affibiata al proprio pilota. Lewis Hamilton, addirittura, ha inforcato il suo monopattino ed è andato a far sentire le proprie ragioni in Direzione Gara.

In realtà, rivedendo le immagini, la penalità è più che meritata per il team anglo-tedesco. E’ vero, a Monza non c’è il semaforo all’inizio della pit lane, ma ci sono i pannelli in uscita dalla Parabolica, peraltro notati da Hamilton, che ha informato via radio il team. Inoltre, questi sono temi che vengono solitamente trattati nel briefing dei piloti, quando si analizzano anche le peculiarità della pista.

Semplicemente, il muretto della Mercedes si è distratto un secondo che è stato fatale ad Hamilton. Lo stesso Lewis, dopo una scena non certo costruttiva durante la bandiera rossa, quando si è addirittura paventato un suo ritiro per protesta, ha corretto il tiro nelle interviste post gara.

“Impareremo da quello che è successo oggi”, ha dichiarato Lewis. Sicuramente sarà difficile vedere un altro errore di questo genere da parte sua. Intanto, nonostante il settimo posto finale, può dirsi comunque soddisfatto, visto il magro bottino ottenuto dai suoi diretti rivali.

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Nicola Saglia