I discorsi relativi alla gara per l'inglese si sono virtualmente chiusi allo spegnimento delle luci rosse, con uno scatto buono per mantenere la prima posizione alla prima curva e impostare il ritmo di gara in "aria libera" nei primi giri. Vittorie facili o Gran Premi corsi "andando a spasso" sicuramente non esistono, ma è chiaro che nel fine settimana di gara l'inglese e l'AMG Mercedes abbiano messo insieme un pacchetto perfetto per Suzuka che ha permesso, grazie al valore aggiunto della guida di Lewis (ultimamente in un vero e proprio stato di grazia), di dominare la corsa.

Come abbiamo avuto modo di vedere, la vittoria "in solitaria" di Lewis è figlia sia della ritrovata superiorità tecnica dell'AMG Mercedes, ormai un dato di fatto da tre Gran Premi a questa parte, con la vettura perfettamente a suo agio con i composti più duri della scala Pirelli portati in Giappone (a parte qualche difficoltà di Valtteri Bottas di portare in temperatura le gomme medie dopo il periodo di Virtual Safety-Car, in ogni caso non l'unico a manifestare problemi del genere in pista), sia di altri due ingredienti che hanno reso dominante la marcia di avvicinamento alla bandiera a scacchi: il primo, che la Ferrari si sia persa da sola per strada, il secondo, che il ritmo gara della Red Bull fosse buono, ma non abbastanza da impensierire chi girava in prima posizione.

In ottica campionato, la vittoria odierna e il sesto posto rimediato da Vettel sotto la bandiera a scacchi, permettono a Lewis di portarsi a +67 nei confronti del tedesco, mettendo una seria ipoteca (se mai ci fossero stati dubbi in queste ultime gare…) sulla conquista del Titolo: il ruolino di marcia dell'inglese nelle cinque gare dopo la pausa estiva parla di quattro vittorie e un secondo posto, mentre la tabella di marcia del tedesco della Ferrari mette assieme una vittoria, due terzi, un quarto e un sesto posto. Si nota come ci siano abbastanza ragioni per comprendere come l'inglese abbia praticamente più che raddoppiato l'ampiezza del distacco nei confronti di Sebastian, valutando come riferimento il gap di punti dopo la gara a Monza.

Ora come ora la matematica non chiude del tutto le porte al discorso iridato, ma dipinge impietosamente lo scenario: con quattro gare da disputare e 100 punti ancora da assegnare solo per il primo classificato, se Lewis Hamilton dovesse vincere ad Austin con Sebastian Vettel secondo, allora i giochi rimarrebbero ancora aperti, così da sbarcare in Messico con "solo" settantaquattro punti da rimontare. Giusto per essere chiari, in questo scenario, l'eventualità di rimonta del tedesco sarebbe soltanto possibile nel caso in cui Sebastian dovesse vincere le ultime tre gare e Lewis contestualmente ritirarsi… In altre parole è meglio non sognare ad occhi aperti o invocare rituali magici tipo "occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio": Lewis in questo momento dispone di un ampio ventaglio di combinazioni di risultato con cui potrebbe già festeggiare il quinto Titolo in America o arrivare in Messico con un vantaggio di tutta tranquillità e chiudere lì tutti i discorsi.

Luca Colombo