Al termine delle tre ore consentite, la vittoria del Gran Premio del Giappone e del Mondiale è andata a Max Verstappen, perfetto come sempre in condizioni di bagnato. Una gara più che dimezzata quella di Suzuka, partita regolarmente ma fermata dopo due giri per quasi due ore a causa della fitta pioggia abbattutasi sul tracciato. Completano il podio Sergio Perez e Charles Leclerc; una penalità al monegasco regala l’iride all’olandese, a coronamento di una stagione perfetta.

Start regolare, poi il botto di Sainz e le ruspe di nuovo in pista

Alla partenza, la quantità d’acqua in pista era veramente elevata, ma da Race Direction ha giustamente optato per una partenza da fermo. Leclerc ha provato subito a insidiare Verstappen, ma l’olandese ha tenuto giù il piede con grande coraggio in curva 1, legittimando la propria leadership dopo la qualifica di ieri. Peggio ha fatto dietro di loro Sainz, finito a muro in uscita dal tornantino a causa di un acquaplaning.

A questo punto, i commissari hanno deciso prima di mandare in pista la Safety Car e poi, dopo un giro, di esporre bandiera rossa e fermare le vetture ai box. Proprio in questo momento, Gasly stava transitando, dopo aver effettuato una sosta, nel punto dell’incidente, trovandosi davanti una scena che mai avrebbe voluto rivedere. Un trattore, infatti, era stato fatto entrare per rimuovere la vettura di Sainz, senza tener conto che le monoposto erano ancora in pista.

Un episodio che ha scatenato la rabbia di tutti i piloti, memori di quanto successo nel 2014 con Jules Bianchi. Fatte le dovute proporzioni, si tratta di un fatto gravissimo, che mette in luce quanto la F.1, nonostante sia il picco del motorsport, abbia ancora tanti aspetti su cui deve lavorare, a partire dalla comunicazione con gli stewards in pista.

Max imprendibile “naviga” verso il titolo

A questo punto, l’attesa per rivedere l’azione in pista è durata ben due ore, con le vetture ferme ai box. Come al solito, quando la pioggia diventa più pesante del previsto, questa F.1 sembra essere incapace di prendere una decisione. Probabilmente si sarebbe potuto azzardare una partenza con full wet anche prima, ma la Federazione non ha voluto correre rischi.

La bandiera verde è stata infine esposta quando mancavano circa 40 minuti al termine delle tre ore previste per l’evento. Max Verstappen ha tenuto la leadership per i successivi 22 passaggi, senza lasciare nessuna possibilità di attacco agli avversari.

La battaglia per la seconda posizione tra Leclerc e Perez è stata invece accesissima negli ultimi passaggi. Il monegasco, ormai lontano più di 20 secondi da Verstappen, ha dovuto tenere testa al messicano con le gomme anteriori ormai praticamente slick. Ci è riuscito fino all’ultima staccata, quando alla Chicane Casio è arrivato lungo tagliando, e prendendosi 5 secondi di penalità.

Max campione, dunque, dal momento che la gara è stata considerata intera nella sua durata perché terminata allo scadere del tempo. Una regola assurda, ma applicabile, e quindi complimenti a Verstappen per il secondo titolo e a tutto il suo team.

Gran difesa di Ocon su Hamilton, Vettel a punti

Quarta posizione finale per Esteban Ocon, che ha tenuto testa per tutti gli ultimi 40 minuti di gara agli assalti di uno scatenato Lewis Hamilton, quinto nel finale. Sesta posizione da appalusi per Sebastian Vettel, il primo a prendersi il rischio di montare le intermedie. Bene anche Alonso, settimo, e Latifi, nono dopo tante critiche a volte fin troppo ingenerose nei suoi confronti.

Max Verstappen è di nuovo Campione del Mondo, dunque, e può partire la festa davanti ai tanti tifosi giapponesi che, bisogna dirlo, non hanno mai abbandonato il loro posto in tribuna. Da applausi anche loro, senza ombra di dubbio!

Nicola Saglia