Max Verstappen vince per la seconda volta consecutiva al Paul Ricard, mentre la Red Bull allunga ancora su Ferrari con il quarto posto di Perez. Basterebbe questo per riassumere in soldoni la domenica del Gran Premio di Francia in casa Milton Keynes, la quale, complice l’errore di Leclerc e la rimonta di Sainz dal fondo, torna alla vittoria ed allunga nel campionato piloti e costruttori.

VERSTAPPEN VINCE E RINGRAZIA

Verstappen è di nuovo Re di Francia, arrivando sul traguardo con 10 secondi su Lewis Hamilton, al termine di un’altra gara ragionata da parte del Campione del Mondo in carica. Malgrado ciò non è tutto rose e fiori come la classifica recita. Fino all’errore del monegasco, la F1-75 stava dimostrando una superiorità tecnica anche sul circuito francese, in una tappa piuttosto delicata per via della conformazione del tracciato e delle alte temperature raggiunte.

UNICO CAMPANELLO D'ALLARME IN CASA RED BULL: LO SVILUPPO

Ciò dimostra che lo sviluppo indirizzato sulla RB18 dalla scuderia anglo-austriaca non è nel verso propriamente corretto. Uno sviluppo che, fra l’altro, sta creando problemi anche nel lato box di Sergio Perez. Il messicano aveva iniziato la stagione con un ritmo diverso rispetto al 2021, ma è già da qualche weekend che fa fatica a trovare la quadra con il bilanciamento della vettura. Quest’oggi era alla portata il podio dopo quanto successo, sfumato alla ripartenza della Virtual Safety Car, ma il passo gara nei confronti di Verstappen rende visibile quanto affermato fino a questo momento, ribadito persino dal messicano stesso.

Eppure, Red Bull esce dal Paul Ricard con più punti conquistati nei confronti di chiunque e può contare su un importante bottino in vista dell’ultima gara prima della pausa estiva. In Ungheria, infatti, la scuderia di Milton Keynes si presenterà con un vantaggio di 63 punti in classifica piloti (tra Verstappen e Leclerc) e ben 82 punti in quella costruttori. Fa riflettere come nella graduatoria dedicata alle squadre sia minore il distacco di Mercedes nei confronti di Ferrari, piuttosto che quest’ultima rispetto a Red Bull.

Antonio Fedele