Si sa, in Formula 1 gli equilibri sono sempre precari, così come la supremazia: lo sa bene la Mercedes, che dalla doppietta dell’Australia si ritrova in Bahrain con entrambe le monoposto in seconda fila a più di tre decimi dal poleman Charles Leclerc. Si può parlare di crisi del panzer-team tedesco?

Certo che no: piuttosto la Ferrari, complice il circuito di Sakhir, è riuscita a trovare le soluzioni ai problemi che hanno attanagliato la SF90 a Melbourne.

Come ha sintetizzato Toto Wolff, il problema della stella d’argento è stata la velocità di punta: entrambe le W10 perdevano circa cinque decimi dalle Ferrari nei rettilinei, mentre ne guadagnavano solamente uno nei tratti guidati.

Ciò significa che in Mercedes o hanno caricato troppo le ali delle monoposto per migliorare il grip aerodinamico nelle curve veloci e nei tratti più guidati o hanno migliorato l’efficienza del raffreddamento (aprendo più sfoghi) per far raffreddare maggiormente la Power Unit. Ad avallare la prima ipotesi è la velocità di percorrenza nelle curve ad ampio raggio, mentre le mappature utilizzate durante la prima parte del weekend sono state sempre conservative e meno spinte per preservare il motore.

Ovviamente il ritmo imposto nelle qualifiche è senza dubbio più esasperato rispetto a quello che si affronterà in gara: per questo gli uomini della stella hanno settato la W10 in vista della domenica, anche se, partendo dietro, saranno costretti ad inseguire e marcare stretto le Ferrari per cercare di sfruttare le tre zone DRS, situazione non facile considerando il gap velocistico. Lo stesso Hamilton si mostra fiducioso per la gara, visto che ha conservato un set di gomme che potrebbero rivelarsi molto importanti; inoltre l’inglese è riuscito a ridurre notevolmente il divario dalle Ferrari, rispetto alle prime prove libere, portandolo ad appena tre centesimi dalla monoposto di Vettel, autore di un giro più “conservativo” rispetto al team-mate. Anche se il pilota Mercedes ha confermato che era il primo settore quello più veloce, dove la W10 perdeva più terreno rispetto alle rosse di Maranello.

Dall’altro lato in Ferrari hanno svolto un ottimo lavoro nel capire ciò che non ha funzionato a Melbourne e presentarsi in Bahrain con una vettura molto più performante e a suo agio fra le curve del circuito di Manama.

Prova lampante la facilità con cui entrambi i piloti guidavano la SF90 con movimenti semplici e fluidi sul volante (complice lo stile di guida molto simile di Vettel e Leclerc); inoltre il grip meccanico, che ha mandato in crisi la rossa in Australia, qui è meno influente rispetto quello aerodinamico, vero punto di forza della Ferrari (già dimostrato a Barcellona).

Consci che sarà la gara a sancire chi ha lavorato meglio finora, possiamo affermare con certezza che questo campionato sarà davvero molto combattuto e con numerosi colpi di scena.

Michele Montesano