La sprint race del GP d'Austria di F1 non sembra aver rimescolato troppo le carte per quanto visto ieri in qualifica, tuttavia porta all'attenzione alcuni temi caldi per in vista della gara.

Red Bull vs Ferrari

Prevedibilmente la lotta per le prime posizioni ha generato spettacolo solo nel primo giro. A valle della prima tornata Max Verstappen ha fatto il vuoto, complice anche la gestione gara dei due ferraristi. Dietro di loro abbiamo visto risalire furiosamente Sergio Perez, che chiude la sprint race in quinta posizione.

La prestazione del messicano sottolinea, anche se non ne avremmo bisogno, lo stato di grazia della Red Bull sulla pista "di casa". La vettura di Milton Keynes pare avere un passo di gara su un altro pianeta rispetto alla Rossa. Diventa difficile pensare dunque ad uno Charles Leclerc che va ad insidiare Max Verstappen.

Il nostro Francesco Magaddino, tuttavia, sottolinea un tema interessante (producendo anche la tabella dei tempi riportata qui sotto): "Il passo gara fra Max Verstappen e Charles Leclerc è praticamente identico, con il pilota olandese che riesce a scappare via nel primo terzo di stint per poi molto probabilmente mettersi in gestione della gomma. Leclerc invece parte con ritmo più blando, perdendo in media nelle prime cinque tornate due decimi al giro, per poi iniziare a girare su tempi leggermente più bassi della Red Bull numero 1. (...) Leclerc nel giro 1 e nel giro 7 (quello del duello con Sainz jr) ha perso complessivamente un secondo e tre decimi da Verstappen. Se questo tempo lo paragoniamo al distacco totale dei 23 giri (+1.675) ci accorgiamo in maniera chiara che questi frangenti hanno avuto un peso notevole nel consuntivo di gara."

La gara di Hamilton

Andiamo ad analizzare la gara di Lewis Hamilton. Partito più indietro rispetto ai migliori, va al contatto subito con Pierre Gasly. Il francese ha la peggio, mentre l'inglese può continuare. Lewis cerca di rimontare dalle retrovie e, in un certo senso, il compito dovrebbe trovare agevolazione con il ritmo Mercedes. George Russell, infatti, procede abbastanza "a vista" con i primi tre, pur risultando mediamente più lento.

La vettura di Hamilton, però, riporta qualche danneggiamento che ne azzoppa le prestazioni. L'inglese, dunque, deve pazientemente "costruire" velocità per risalire nei punti. Il punto più importante che merita un'analisi, riguarda la lunga sfida con la Haas di Mick Schumacher. Per quanto Hamilton tentasse di passare il tedesco, Mick mostrava le spalle larghe rintuzzando gli attacchi.

Alla fine Schumacher alzerà bandiera bianca, ma vale la pena fare due sottolineature. La prima riguarda il commento di Hamilton che parla di una "potenza Ferrari" che fornisce un gap competitivo sulla Mercedes. L'inglese fa riferimento alla PU e sottolinea come a Maranello abbiano fatto un buon lavoro con l'unità Superfast. Il secondo punto d'interesse riguarda la strategia "a scie" della Haas. Molto probabilmente la difesa di Mick ha trovato un grosso appoggio nella scia offerta dal compagno di squadra nelle fasi iniziali dell'avvicinamento di Hamilton. Una volta che il danese ha preso qualche metro sul tedesco, la difesa è stata meno efficace e abbiamo visto il sorpasso del #44 sul #47. In un certo senso, ricollegandosi al discorso di prima, una strategia costruttiva tra compagni di squadra potrebbe aiutare la Ferrari ad avere qualche arma in più nei confronti della Red Bull, perlomeno in fase di contenimento su Perez.

Luca Colombo con il supporto di Francesco Magaddino