A complicare le cose ci sono i due lunghi rettilinei nei quali si paga l’assetto da alto carico, la soluzione ovvia sarebbe far generare deportanza dal fondo vettura cercando, così , di scaricare le ali.
Altre variabili sono il vento e la sabbia che soffiando sul circuito vanno a diminuire le performance e la stabilità della monoposto sia in rettilineo che in curva, rendendo scivoloso il tracciato.
Come se non bastasse gli pneumatici, qui la Pirelli ha portato le tre mescole più morbide, sono chiamati ad un lavoro extra: infatti il GP si svolge verso l’imbrunire quindi i tecnici dovranno far fronte anche alla diminuzione di temperatura sia atmosferica che dell’asfalto che, di contro, andrà mano mano gommandosi.
Anche i freni, complice la conformazione del tracciato, sono molto sollecitati sia per le curve che vanno affrontate consecutivamente, innalzando le temperature di esercizio, che per le alte temperature atmosferiche.
Considerando che questo è l’ultimo GP della stagione sono minime le novità portate dai team, la maggior parte di esse improntate per la prossima stagione, andiamo a vederle nel dettaglio:

Mercedes
Il team fresco campione del mondo ha impostato le prove libere su due fronti: settare la monoposto per il GP e raccogliere i dati per le soluzioni che vedremo nella prossima vettura. In particolare si sono visti numerosi sensori applicati sulle rastrelliere subito dopo gli pneumatici anteriori per studiare le turbolenze generati da quest’ultimi.
Inoltre è stata notata una soluzione posticcia sulla base dei bargeboard: è stato applicato uno sportellino alla base dei deflettori raccordato in maniera grossolana (riquadro verde), le ipotesi sul suo utilizzo sono sconosciute ma si può ipotizzare che al loro interno ci siano altri sensori, oppure delle micro zavorre per ridistribuire i pesi, anche se per regolamento la distribuzione dei pesi è ben definita.
Altra novità si è vista fra i due bargeboard ed il sotto scocca: una lama (in giallo) che ha la funzione di separare i flussi nel sotto vettura; inoltre sul coltello del fondo piatto è apparso del nastro (riquadro giallo) per mascherare altri sensori posti per controllare la pressione dei flussi in questa zona.
Bottas ha provato anche l’Halo montando dei sensori anche nell’airbox per studiare la quantità d’aria che entra nella presa dinamica. (Foto @AlbertFabrega, @ScarbsTech)

Red Bull
Il team austro-inglese ha provato con Verstappen la nuova sospensione anteriore, in ottica 2018, che prevede il tirante non infulcrato direttamente nel mozzo ruota bensì attraverso un’asta, il tutto per poter modificare i cinematismi a seconda del circuito, oltre che per facilitare il lavoro dell’assetto Rake: infatti la soluzione permetterebbe di far abbassare ancora di più l’avantreno in frenata andando ad aumentare il carico anteriore (aumentando l’angolo d’inclinazione dell’assetto picchiato).
Da notare che la soluzione sembra funzionare visto che Verstappen nelle prime prove libere è stato più vicino a Mercedes e Ferrari rispetto alle seconde.
Altra considerazione è che la soluzione sembri più complicata rispetto a quella utilizzata dalla Ferrari visto che i meccanici nel sostituirla hanno dovuto cambiare anche la colonna dello sterzo.
Anche sulla Red Bull sono stati montati i rastrelli con relativi sensori appena dopo gli pneumatici anteriori. (Foto @AlbertFabrega)

Ferrari
Il team di Maranello di riflesso ha copiato la Red Bull in particolare nel fondo piatto: infatti sulla monoposto di Raikkonen è apparso un estrattore molto simile alla vettura inglese.
Nello specifico lo scivolo del fondo ora è molto più pulito e lineare: i due flap Gurney posti sopra lo scivolo hanno un andamento lineare (linee verdi) che prosegue lungo tutto il profilo fino a chiudersi a riccio all’estremità (cerchio rosso), a differenza della soluzione finora utilizzata che presentava ben sei mini-flap sul bordo d’uscita.
Molto probabilmente la soluzione è dovuta alla nuova sospensione anteriore e per incrementare l’angolo dell’assetto picchiato proprio come nella Red Bull.
Altra novità riguarda la zona Coca-Cola della Ferrari: la vettura di Raikkonen appare molto più snella (cerchi gialli) rispetto a quella utilizzata da Vettel (la versione standard), andando ad aumentare il flusso d’aria che verrà coinvolgiamo nel centro del diffusore.
A riprova di questa soluzione sperimentale la SF70H di Raikkonen è stata bardata di numerosi sensori al posteriore sia immediatamente dopo gli pneumatici posteriori che sull’alettone posteriore.
Sulla monoposto di Vettel è stato reintrodotto il diffusore da alto carico per adattarsi alle esigenze del tracciato. (Foto @AlbertFabrega, @ScarbsTech)

Williams
Il team di Grove ha svolto con Stroll prove comparative per l’impianto frenante nelle prime prove libere: il canadese ha provato prima il materiale della Brembo e poi è tornato agli usuali Carbon Industrie, in entrambi i casi ha utilizzato pneumatici Soft per avere un paragone diretto ed il più accurato possibile.
Sono stati montati anche dei sensori di pressione all’interno dei pneumatici posteriori, queste prove verrano riprese sicuramente nei test post GP.

McLaren
Il team inglese, all’ultima apparizione con le Power Unit Honda, ha portato un’ala anteriore leggermente rivista: in particolare sulla paratia verticale è presente un flap più lungo (riquadro rosso) per generare più carico sull’asse anteriore e facilitare l’inserimento e la guidabilità in curva; per verificare la correlazione con la galleria del vento è stata utilizzata la vernice di paraffina per individuare l’andamento dei flussi. (Foto @AlbertFabrega)

Haas
Il team americano ha modificato le corna poste ai lati dell’abitacolo secondo i dettami della FIA (riquadro rosso)visto che sono stati applicate delle soffiature dietro i bargeboard poste proprio sotto di esse (cerchio verde), infatti il regolamento prevede che ogni apertura praticata sul fondo vettura vista dal di sotto deve vedere la luce non presentando interferenze con altri componenti della monoposto.
Sono state effettuate prove con l’Halo e sopra di questo sono state montati i sensori di pressione (riquadro giallo), così come all’interno dell’airscope (cerchio azzurro). (Foto @AlbertFabrega)

Renault 

Il team francese continua lo sviluppo e lo studio dei flussi nella zona immediatamente dopo gli pneumatici anteriori ed in particolare dei bargeboard, più volte modificati nelle ultime gare, ad Abu Dhabi su questi è stata montata una deriva in alluminio con degli inserti studiati per ospitare i sensori di pressione proprio per studiare la qualità, e la quantità, del flusso che investe la zona ed evitare che ristagni. (Foto @AlbertFabrega)

Da sottolineare che le prove dell’Halo hanno messo in evidenza alcune criticità della soluzione come la difficoltà del pilota da uscire dell’abitacolo soprattutto in caso di pericolo, da rivedere è anche la posizione degli specchietti retrovisori per non creare interferenze.

Testo e grafiche a cura di Michele Montesano