Nell’edizione del 1971 il circuito di Monza era completamente diverso da come oggi lo conosciamo. Non aveva le chicane e i piloti per aumentare la velocità della propria monoposto erano obbligati a sfruttare la scia di un’altra vettura lungo i quattro rettilinei che componevano il circuito e che erano uniti da curve veloci. Si arriva a Monza con la pratica del titolo mondiale chiusa nella gara precedente e con Jackie Stewart campione del mondo per la seconda volta con la Tyrrell. In questa gara il Team Lotus ufficiale non partecipa poiché il processo a Colin Chapman per la morte del campione postumo Jochen Rindt, deceduto proprio a Monza il 5 settembre 1970, è ancora in corso e la squadra inglese vuole evitare altri problemi di natura giuridica con le autorità italiane. Emerson Fittipaldi riesce comunque a partecipare alla gara facendo iscrivere una Lotus 56B privata a turbina Pratt & Witney e con una colorazione blu/oro.

Durante le qualifiche, ad ottenere la pole position è Chris Amon su Matra-Simca con il tempo di 1’22”40, seguito a ruota da Ickx, Siffert, Ganley, Cevert, Paterson, Stewart e poi tutti gli altri piloti. Alla partenza, il pilota della Ferrari Clay Regazzoni che partiva dalla quarta fila con l’ottavo tempo si rende protagonista di uno start anticipato e risulta primo all’inizio del curvone del circuito, ma dopo tre tornate il pilota svizzero viene sopravanzato da Ronnie Peterson anch'egli in rimonta. All’ottavo giro un nuovo cambio in testa, con Ronnie Peterson che cede il comando della gara al neo-campione del mondo Jackie Stewart, per poi venire passato nuovamente da Clay Regazzoni, prima che lo svedese con la sua March ripassi nuovamente lo svizzero.
La gara, grazie al gioco delle scie, vede medie di 239,888 km/h e Cevert grazie a diversi sorpassi riesce a portarsi in seconda posizione dopo essere partito in nona. Peterson riesce a tenere la testa della gara per cinque tornate, prima di cedere la posizione a Cevert che a sua volta è inseguito dal compagno di squadra Stewart e dal gruppetto formato da Peterson, Regazzoni, Hailwood e Ganley. La media si alza ancora e arriva a toccare i 240 km/h e tra i ritirati ci sono i due piloti della Ferrari per problemi alle gomme, l’italiano Nanni Galli e il campione del mondo Stewart per rottura del propulsore.

A metà gara la media sale ancora fino a toccare i 241 km/h, mentre Siffert (BRM) prende la testa della gara, ma dopo due giri al pilota svizzero si blocca il cambio in quarta marcia e deve abbandonare la lotta per la vittoria.
La battaglia per il successo continua con un trio composto da Peterson, Cevert e Amon che riesce a prendere la testa della gara e a prendere del vantaggio, ma al 47° giro a quest'ultimo si stacca la visiera del casco e viene costretto al ritiro. Peterson approfitta del ritiro di Amon per prendere nuovamente la testa della gara, mentre Peter Gethin riesce a riavvicinarsi al gruppetto di testa. Lo svedese prova in tutte le maniere a staccarsi dal gruppo, ma dopo è costretto a cedere la sua posizione a Hailwood che dopo quattro giri deve cedere la posizione di testa a Gethin, anche se all'inizio dell’ultimo giro viene sorpassato nuovamente da Peterson che si porta alla testa alla gara.

Alla curva Ascari, Cevert supera Peterson e si porta nuovamente in testa lungo il rettilineo opposto ai box, ma poi lascia aperta la porta a Peterson per essere superato e prendere la scia che gli sarebbe servita come spinta per prendere la vittoria della gara. Lo svedese si accorge in ritardo della manovra del francese e cerca di frenare, ma Cevert non ha fatto i conti con Gethin, che dopo aver superato Hailwood si ritrova nella posizione più favorevole per prendere la scia e riuscire così a superarlo sotto la bandiera a scacchi, sventolata dallo storico direttore di gara Gianni Restelli.

Peter Gethin alza la mano in segno di vittoria, ma ci vorrà il fotofinish per stabilire che è lui il primo. Il distacco su Ronnie Peterson è di soli 0"01, la distanza più ridotta mai registrata in una gara di Formula 1. Ad aggiungersi a questo record c’è il fatto che ci sono cinque piloti in soli 0"61: Cevert 0"09, Hailwood a 0"18 e Ganley a 0"61. Sul podio, Peter Gethin mentre riceve la coppa della vittoria, stringendo la mano a diversi tifosi accorsi sotto la postazione per festeggiare una gara fantastica. Oggi i cinque protagonisti della volata finale non ci sono più, ma hanno scolpito nella memoria delle corse una gara emozionante decisa solo sulla linea del traguardo.

Chiara Zaffarano