IL BATTESIMO DELLA SC. Nella F1 contemporanea l’ingresso in pista della Safety car non rappresenta alcuna novità. Anzi è una prassi oramai consolidata. Ma quando ha debuttato la vettura di sicurezza? Correva l’anno 1973 e l’appuntamento canadese era in programma a Mosport. In un periodo dove gli incidenti gravi si verificavano purtroppo con una certa regolarità, l’ex pilota Herbert Linge – grazie anche all’intermediazione di Bernie Ecclestone – convinse i vertici della classe regina del motorsport sulla necessità di “congelare” la corsa, permettendo così ai commissari di rimuovere la pista dai detriti delle monoposto incidentate. E così il debutto della SC avvenne in Canada, dove una Porsche gialla 914/6 entrò sul tracciato canadese in seguito ad un crash verificatosi per la copiosa pioggia. L’ingresso della vettura creò non pochi disordini, posizionandosi davanti al pilota sbagliato (Howden Ganley), generando confusione e alterando difatti la classifica generale della corsa, che venne vinta dall’americano Peter Revson su McLaren.

I TRIONFI. Per alcuni piloti il GP del Canada rappresenta uno dei ricordi più belli in carriera, perché legato alla prima vittoria in F1. Ad aprire questa “tradizione” non poteva che essere Gilles Villeneuve. Il compianto pilota canadese centrò nel 1978 (si correva per la prima volta sul tracciato di Montreal) il primo storico sigillo in F1 proprio davanti alla sua gente, a pochi chilometri dalla sua città natale. Trionfo festeggiato dal “Canadese Volante” non con la classica bottiglia di champagne, ma stappando – per la prima volta nella storia del Circus - una bottiglia di birra. Diciassette anni dopo quell’impresa, è ancora una volta una Ferrari a regalare una giornata indimenticabile ad un proprio pilota. Stiamo parlando di Jean Alesi, che l’11 giugno 1995 (giorno del suo 31° compleanno) ottenne la prima (e unica) affermazione in carriera. Una gioia condivisa alcuni anni prima anche da Thierry Boutsen (1989) e successivamente da Lewis Hamilton (2007), Robert Kubica (2008) e Daniel Ricciardo (2014).

I CRASH. Al tracciato di Montreal non sono legati solamente momenti di giubilo, che hanno fatto da cornice alle carriere dei piloti, ma anche eventi drammatici. Nel corso delle varie edizioni della corsa svolta sul circuito che costeggia il fiume San Lorenzo si sono verificati diversi incidenti, uno dei quali costò la vita a Riccardo Paletti il 13 giugno 1982. Ancora scosso dalla morte di Gilles Villeneuve, il mondo del Circus dovette piangere l’ennesimo figlio dopo circa un mese dalla tragedia di Zolder. A causare la morte di Paletti fu lo scontro al via con la Ferrari di Didier Pironi, partito in pole e rimasto piantato sulla griglia di partenza. L’Osella del pilota milanese (scattata dalla 23ma piazza) non riuscì a evitare la 126-C2 numero 28, speronandola in pieno. Un impatto violento (avvenuto a circa 180 km/h) durante il quale Paletti perse conoscenza, venendo poco dopo avvolto dalla fiamme per via della benzina fuoriuscita dal serbatoio della sua Osella. Domato l’incendio, Paletti venne trasportato in ospedale dove perì per le sostanze estinguenti respirate e per le serie ferite riportate all’altezza della zona toracica. Quindici anni dopo (15 giugno 1997), il terrore piombò nuovamente sul tracciato di Montreal, quando Olivier Panis fu protagonista di un violento botto. A causare l’incidente della Prost del pilota francese fu la rottura della sospensione posteriore destra, con Panis che se la “cavò” con la frattura di entrambi gli arti inferiori: la gara – dopo l’ingresso in pista della Safety Car – venne sospesa due giri dopo. Un altro crash da brividi si verificò nel 2007, quando la BMW-Sauber di Robert Kubica si schiantò contro un muretto nei pressi del tornantino del Casinò, carambolando in pista per diversi metri. Nessuna conseguenza per il polacco (solo un leggero trauma cranico e la distorsione di una caviglia), al contrario della sua monoposto distrutta dopo il terribile impatto, con la sola cellula di sicurezza rimasta (per fortuna) integra dopo quel violentissimo schianto.

WALL OF CHAMPIONS. Quando si parla del GP del Canada, nello specifico della pista di Montreal, non si può non menzionare il “Muro dei Campioni”, una barriera di cemento – posizionata in uscita di curva 13 – che le monoposto sfiorano quando si immettono sul rettilineo principale. Muretto diventato famoso nel tempo per essere stato teatro di incidenti che hanno coinvolto diversi piloti iridati. La celebre definizione venne coniata nel 1999, quando Damon Hill, Michael Schumacher e Jacques Villeneuve (a muro già in un’occasione, nel 1997) furono i primi campioni del mondo a sbatterci contro. Anche Sebastian Vettel (nel corso delle libere del 2011) e Jenson Button (nel 2005, quattro anni prima di diventare iridato con la Brawn) hanno subito la stessa sorte in quel tratto di pista.

ALTRE CURIOSITA'. Il GP del Canada detiene ancora oggi due importanti record: è la gara più vista di sempre (53 milioni di spettatori nel 2005) e la più lunga nella storia della F1 (4h4'39"537 nel 2011, tempo comprensivo della sospensione causata dal maltempo). Inoltre nel 2001 – per la prima volta nella classe regina del motorsport – due fratelli occuparono i primi due gradini del podio, con Ralf Schumacher che s’impose su Michael. Il campionissimo tedesco detiene il primato di successi in Canada: ben sette su 18 apparizioni. 

Piero Ladisa

 

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