La puntata odierna della rubrica “Flashback” intende omaggiare due figure dell’automobilismo italiano, purtroppo non più tra noi, che hanno ottenuto proprio sul circuito austriaco la loro prima affermazione in carriera. Stiamo parlando di Vittorio Brambilla ed Elio De Angelis. Buona lettura!

IL TRIONFO DEL “GORILLA DI MONZA”. La grande occasione arriva all’improvviso, quando meno te l’aspetti. Basta cogliere quell’attimo fugace. Lo sa molto bene Vittorio Brambilla che il 17 agosto 1975 ottiene la prima (e unica) vittoria in F1. Una categoria sognata e concretizzatasi dopo una lunga gavetta, sotto l’ala protettiva del fratello Tino. Ad offrigli la grande occasione è la scuderia britannica March, con la quale alla stagione d’esordio (1974) coglie il primo punto iridato a Zeltweg. Pista dove l’anno seguente si regalerà la gioia più bella. In un week-end dove purtroppo la F1 piange l’ennesimo figlio (Mark Donohue, morto in seguito ad un incidente causato dallo scoppio di una gomma verificatosi durante il warm up) Brambilla s’impone, nonostante una monoposto inferiore alla concorrenza, facendo leva sul suo enorme talento che gli permette di emergere sul resto del gruppo, in una corsa contraddistinta da una copiosa pioggia che costringe la direzione gara ad esporre anzitempo la bandiera a scacchi. Un successo che il pilota brianzolo festeggia col botto… nel puro senso della parola. In preda all’enfasi del primo storico successo, una volta superato il traguardo Brambilla alza le mani al cielo in segno di vittoria. Complice l’asfalto viscido, perde il controllo della monoposto e sbatte contro il guardrail, rovinando il muso della 751. Un cimelio che per anni viene conservato nell’officina della famiglia Brambilla, quale "viva" testimonianza di quell’incredibile e fantastica giornata di mezza estate.

VITTORIA… SUL FILO DI LANA. I trionfi più belli sono i più inattesi, i più sofferti. Quelli in cui compi una vera e propria impresa, dove getti il cuore oltre l’ostacolo. Un po’ come successe a Elio De Angelis. Dopo il debutto in F1 avvenuto nel 1979 al volante della Shadow, l’anno seguente il pilota romano approda in Lotus. Malgrado il team britannico non domini più la scena in F1, il pilota romano riesce comunque ad ottenere risultati di prestigio, tra i quali spicca il secondo posto colto a Interlagos (GP del Brasile) nel 1980. Ma come tutti i piloti, anche De Angelis aspetta il suo momento. Con grande pacatezza, com'era nel suo stile. La grande occasione capita in Austria il 15 agosto 1982. Sembra stregata quell’edizione della corsa austriaca, con i vari leader di gara che si susseguono che vengono di volta in volta costretti al ritiro. Con l’uscita di scena di Patrese e Prost, De Angelis – partito dalla sesta casella – si ritrova in testa a cinque giri dalla conclusione della corsa, davanti alla Williams di Keke Rosberg. La battaglia per la vittoria s'infiamma nel corso dell’ultima giro. De Angelis commette un errore, che permette al finlandese di farsi sotto, tentando di sorpassare il rivale nelle ultime curve. Ma il romano mette in atto un’eroica resistenza che gli permette di passare per primo sotto la bandiera a scacchi, avendo la meglio su Rosberg per soli cinque centesimi. Un nulla! "Ho mancato la marcia, il che mi è costato un secondo – spiega sul settimanale Autosprint numero 33 del 1982 – È stato allora che Rosberg mi è venuto sotto. Ho pensato che dovevo farcela a tutti i costi: l'ho bloccato in ogni modo, non poteva assolutamente passare". Un Ferragosto speciale quello del 1982 per De Angelis, passato a festeggiare la prima vittoria in F1. Purtroppo sono state poche le gioie che il pilota romano ha raccolto in carriera (al trionfo austriaco ne seguirà un altro nel GP di San Marino nel 1985), con il destino che lo strappò troppo presto alla vita quel terribile 15 maggio 1986. 

Piero Ladisa