Sì, esatto: sembra strano ma è assolutamente così. Dopo gli ultimi disastri dei propulsori nipponici che hanno convinto Alonso ad affacciarsi in Indycar, i giapponesi hanno (finalmente) messo da parte le loro tradizioni e il loro orgoglio, decidendo di chiedere supporto tecnico esterno per cercare di uscire da una situazione che li sta decisamente mettendo in ridicolo. E alla chiamata diretta dal Giappone, ha deciso di rispondere positivamente la Casa che in questo momento dispone dell’unità motrice migliore del lotto: Mercedes.

Stando ai dettagli trapelati, la Stella a tre punte sarebbe vicina a stringere un contratto di “supporto” con Honda, che dovrebbe limitarsi perlopiù allo sviluppo dell’ambito ibrido ed elettronico dei propulsori del Sol Levante. La manovra potrebbe davvero risollevare la catastrofica situazione in cui Honda naviga da tre stagioni, alle prese con una tecnologia motoristica che mai ha saputo interpretare, né sul piano della performance e nemmeno sul fronte affidabilità.

La collaborazione però (che fa molto gola a Mercedes per via dei capitali in gioco), non sarebbe così semplice da attuare per due motivi: primo su tutti l’assoluta opposizione arrivata da Red Bull, che giudica un’operazione simile come una violazione delle proprietà intellettuali, in quanto Mercedes si ritroverebbe a passare dei propri “segreti” ad Honda, violando la stessa regola che ad esempio vieta ad una scuderia di vendere i propri telai ad un’altra. In secondo luogo, un patto simile dovrà vedersela anche con le vigenti norme regolamentari: stando appunto al regolamento però, è previsto che tra una Power Unit e l’altra non ci debba essere uno scarto di performance superiore al 3% su una pista di riferimento, come ad esempio Barcellona. E dato che la forbice tra Mercedes e Honda è attualmente molto superiore alla percentuale riportata, è molto probabile che la FIA, nel rispetto dei regolamenti, deciderà di intervenire per livellare i propulsori, autorizzando di conseguenza la partnership. Lo stesso Strategy Group nelle ultime ore sta analizzando il caso.

Per adesso non ci sono ancora proclami ufficiali, ma che la collaborazione sia quasi cosa fatta lo si intuisce dalle parole del Team Principal McLaren (motorizzata Honda), Eric Boullier: “Attualmente siamo in una situazione in cui nessuno vorrebbe ritrovarsi. E siccome non sappiamo come uscirne, è una cosa che assolutamente dobbiamo fare”. Va anche considerato inoltre, che il progetto della Power Unit è costato una fortuna ai giapponesi, e senza un aiuto esterno essi potrebbero valutare l’ipotesi di abbandonare la Formula Uno. E tante difficoltà da questo potrebbero scaturire proprio per il team McLaren: attualmente Honda fornisce i propulsori al team di Woking a titolo gratuito, oltre a pagare lo stipendio di Alonso ed a finanziare la scuderia per cifre attorno ai 70 milioni di sterline a stagione. Senza tali capitali, il team inglese potrebbe seriamente ritrovarsi in difficoltà.

Sull’argomento rimaniamo in attesa di ulteriori comunicazioni, ma nel frattempo sempre dalla Honda arrivano voci relative ad un’altra “rivoluzione”: pare sia infatti caduto quel veto tanto voluto da Ron Dennis riguardo la fornitura esclusiva per McLaren dei propulsori nipponici, i quali dal 2018 dovrebbero equipaggiare il team Sauber. L’accordo pare sia ormai praticamente siglato, manca solo l’ufficialità. Le indiscrezioni riportano un contratto pluriennale che Honda avrebbe firmato con il team svizzero, che di conseguenza abbandonerà le Power Unit Ferrari (decisamente più costose). La nuova collaborazione potrebbe essere davvero utile per la casa del Sol Levante, in quanto con un team in più ad effettuare test ed a raccogliere dati, la scalata verso un recupero di prestazione e di affidabilità potrebbe essere drasticamente più veloce.

Rimanete sintonizzati per i prossimi aggiornamenti, perché in cantiere sembrano esserci davvero tantissime novità in arrivo…

Daniel Limardi