Felipe Massa è un bravo ragazzo. Su questo non ci piove. Simpatico nei rapporti con i media, disponibile con gli sponsor, perfetto uomo-squadra anche nei momenti di difficoltà. Mai una parola fuori posto, mai una polemica con il team, mai eccessivamente critico con la propria vettura. Ha imparato tanto nel corso degli anni, correndo al fianco di campioni come Schumacher prima, poi Raikkonen ed infine Alonso. Peccato che tutto ciò non gli sia in fin dei conti servito per diventare un pilota più veloce, dotato di quelle qualità che avrebbero potuto fare di lui un vero top-driver. Eppure, le occasioni non gli sono mancate: in quasi otto stagioni trascorse finora alla guida del Cavallino, il piccolo brasiliano ha collezionato ben 131 presenze, condite anche da 11 belle vittorie, 36 podi e 15 pole position. Numeri tutto sommato importanti, che gli hanno consentito di diventare uno dei piloti più "longevi" nella storia di Maranello, ottenuti però nella stragrande maggioranza durante la prima parte dell'esperienza di Felipe alla Rossa, culminata con il titolo mondiale perso all'ultima curva nel 2008 a Interlagos. Da allora in poi tanta sfortuna, complice anche il terribile incidente di Budapest 2009, ma anche la netta sensazione, da parte di molti, che il Massa-pilota abbia da tempo superato l'apice della propria carriera. Tutti o quasi, almeno a sentire le parole pronunciate da Stefano Domenicali nel corso di un'intervista rilasciata al sito ufficiale della Formula 1, il quale ha lasciato aperta ben più di una porta alla permanenza del brasiliano a Maranello anche nel 2014: "Non abbiamo ancora preso una decisione in merito alla nostra line-up di piloti per l'anno prossimo. Abbiamo diverse opportunità da valutare. La mia scelta preferita - ha dichiarato il Team Principal del Cavallino - sarebbe sicuramente quella di tenere Felipe in quanto è un bravo ragazzo, molto dedicato al team, ed anche perchè guardandosi in giro non ci sono tanti altri piloti in grado di salire in macchina ed andare forte da subito. Al tempo stesso, però, abbiamo bisogno di buoni risultati da Felipe, e questo è il motivo per cui non abbiamo ancora deciso il da farsi. Ma lo faremo a tempo debito, mettendo a tacere i rumours una volta per tutte". Insomma, un film già visto. Mentre i tifosi sono ormai stufi di attendere una "rinascita" agonistica del paulista (finito a podio soltanto due volte nelle ultime 52 gare!), in Ferrari si punta a mettere sotto pressione Massa nella speranza di spronarlo a raggiungere quella costanza di risultati che da tempo ormai latita. Basta guardare i numeri: Felipe attualmente ha 67 punti in classifica (meno della metà del compagno Alonso, a quota 151) e soprattutto non vince una gara ormai da quasi cinque anni, ovvero da quel famoso Gran Premio del Brasile 2008. Come se ciò non bastasse, nella prima parte di campionato Massa ha collezionato diversi incidenti ed uscite di pista, le quali hanno pesantemente penalizzato la Ferrari nella Classifica Costruttori. Se ancora ci sono voci a difesa del brasiliano in squadra, forse è perchè in Ferrari non sono ancora del tutto convinti di optare per un cosiddetto "attacco a due punte", nell'intento di affiancare ad Alonso un altro top driver in grado di inserirsi costantemente nella lotta per la vittoria. Nel corso della citata intervista, Domenicali ha anche toccato altri aspetti, smentendo le voci di una possibile rottura con lo spagnolo al termine della stagione: "Lo escludo totalmente - ha sottolineato - noi vogliamo vincere insieme. Del resto la Formula 1 è uno sport di squadra: si diventa eroi quando si vince ma quando si perde si è zero. State certi che noi siamo qui per vincere, questo è il motivo che ci lega". Riguardo al possibile ritorno in squadra di Kimi Raikkonen, Domenicali ha detto: "Kimi è un pilota molto veloce e tutti sanno quanto io lo apprezzi. Ma se facessi un commento adesso in molti lo potrebbero prendere come una risposta diretta. Ripeto, non c'è alcuna fretta ed al momento giusto prenderemo la migliore decisione". A proposito dell'altalenante stagione della F138, il Team Principal ha così commentato: "Anche se non abbiamo avuto una vettura sempre veloce in qualifica, il nostro passo gara è sempre stato ottimale. Fino al Canada tutto ha funzionato alla grande, poi abbiamo incontrato due tipi di difficoltà. La prima legata agli sviluppi tecnici adottati nel tentativo di migliorare l'auto, che contrariamente alle nostre previsioni ci hanno fatto fare un passo indietro. L'altro relativo alle nuove specifiche degli pneumatici, alle quali abbiamo dovuto adattarci. Certo, la situazione è difficile, ma il campionato è ancora lungo e dobbiamo mantenere la calma". Inevitabile anche una domanda sul prossimo appuntamento iridato a Monza, circuito di casa per la Ferrari: "Si tratta sicuramente di un circuito particolare, anche per la pressione che avremo sulle spalle. Di sicuro vogliamo fare bene, perchè sappiamo cosa significhi vincere a Monza". Insomma, aspettare e vedere. Sotto tutti i punti di vista. Anche se la pazienza è un lusso che non tutti si possono concedere, specialmente se ti chiami Ferrari.

{jcomments on}