Nell'appuntamento più atteso dell'anno dai tifosi ferraristi, il Cavallino è incappato nella giornata più nera della stagione. Dopo l'illusione delle prove libere, le qualifiche prima e la gara poi hanno riportato tutti bruscamente alla realtà. Con la beffa ulteriore del ritiro di Fernando Alonso, il primo dopo ben 86 Gran Premi senza guasti meccanici, a completare una giornata caratterizzata dal deludente decimo posto (poi divenuto nono, grazie alla penalità inflitta a Magnussen) di Kimi Raikkonen. Insomma, peggio di così non poteva andare. E anche la classifica adesso è impietosa, con la Ferrari a quota 162 che si vede scavalcare dalla Williams, oggi apparsa decisamente di un altro pianeta. Come se non bastasse, nel contempo sono arrivate da Cernobbio anche le ambigue dichiarazioni di Sergio Marchionne, quasi a voler gettare ulteriore benzina sul fuoco sull'annosa questione inerente le possibili dimissioni di Luca Cordero di Montezemolo dal trono di Maranello. Eppure, la Ferrari di oggi è questa: impossibilitata a difendersi contro lo strapotere dei motori Mercedes sul veloce, in difficoltà con la trazione sul lento.

Decisamente un quadro tutt'altro che rassicurante, il quale non può certo far dormire sonni tranquilli ai fans del Cavallino, ammutoliti come la F14T di Alonso parcheggiata mestamente in Prima Variante: “Dopo una lunga serie di gare senza problemi - ha dichiarato lo spagnolo - è stato un vero peccato doversi ritirare proprio qui a Monza, davanti a tutti i nostri tifosi. Avremmo voluto regalargli una gara molto diversa. Nel primo stint eravamo competitivi, ma quando ti trovi in un gruppo di vetture che utilizzano il DRS superare diventa quasi impossibile. Dopo il pit-stop ci siamo ritrovati in fondo a un trenino e a quel punto abbiamo cambiato strategia e deciso di staccarci dal gruppo per conservare le gomme e provare ad attaccare a fine gara. Ma poi è arrivato il problema al sistema ERS: non è mai bello per tutta la squadra avere un problema di affidabilità, perché i ragazzi lavorano notte e giorno per darci la miglior vettura possibile. Quello che è successo non cambia la mia volontà di vincere e per fare in modo che ciò accada presto continueremo a lavorare, cercando di dare sempre il massimo”.

Emblematico il volto di Kimi Raikkonen a fine gara, mai in grado di potersi realmente inserire nella lotta del gruppetto davanti a sè: “Sapevamo che questo sarebbe stato un weekend difficile e oggi in gara ne abbiamo avuto la conferma. Nel complesso ero contento del comportamento della vettura e il bilanciamento era buono, ma ci mancava velocità sul rettilineo e avevo poca aderenza. Appena riuscivo ad avvicinarmi alle vetture che mi precedevano perdevo carico aerodinamico e la vettura scivolava in tutte le direzioni. Oggi credo di aver fatto il massimo, anche se purtroppo non sono riuscito ad ottenere il risultato che avrei voluto nella nostra gara di casa, per la squadra e per tutti i nostri tifosi. Adesso dobbiamo pensare alle prossime gare e continuare a lavorare senza sosta, perché ad attenderci sono piste che dovrebbero adattarsi meglio alle caratteristiche della nostra vettura”.

Si sforza di essere positivo e di guardare al futuro Marco Mattiacci, nonostante le speranze di poter conquistare un successo prima del termine del campionato appaiano al momento ridotte al lumicino: “In Formula 1 e nello sport in generale esistono delle giornate no e certamente oggi è una di quelle. Purtroppo non è stato possibile prevedere il problema occorso alla vettura di Fernando, ma dispiace che sia accaduto proprio a Monza, la gara di casa. Anche se erano stati compiuti dei progressi, sapevamo che le ultime due gare sarebbero state molto difficili, e per quanto sia impossibile accettare un risultato come questo, ora il nostro unico pensiero è tornare competitivi al più presto. Come prima e più di prima dobbiamo continuare a lavorare e a migliorarci, perché sono sicuro che la metodologia di lavoro approntata negli ultimi mesi ci aiuterà a tornare al vertice”. Lo spettro di terminare una stagione senza successi, "impresa" che mancava dai tempi del disgraziato digiuno 1991-1993, appare quantomai prossima. Ma a Maranello non sono abituati a mollare, seppur in una stagione decisamente da dimenticare.

Marco Privitera

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