Moto e quad non hanno disputato la tappa di oggi per rendere omaggio al portoghese Paulo Goncalves, deceduto dopo una violenta caduta al km 276 della tappa di ieri, vinta poi da Kevin Benavides. Goncalves è solo l’ultimo di una lunga lista di decessi in questa corsa così affascinante, ma al contempo piena di insidie.

La Signora in nero e con la falce in mano si è presentata nuovamente, dopo un’assenza di cinque anni, alla carovana della Dakar, portandosi via uno dei grandi protagonisti di questo affascinante raid, il 40enne portoghese Paulo Goncalves, caduto al km 276 della tappa di ieri. Il portoghese è stato trasportato all’ospedale di Layla arrivandoci praticamente da deceduto, a nulla sono valsi i massaggi cardiaci effettuati sul luogo dell’incidente.

Il rider portoghese è l’ultima vittima in ordine di tempo ad essere rimasta sulla strada di un raid tanto affascinante quanto pieno di insidie. Ad oggi sono 64 i decessi (tra piloti, giornalisti e marshall) contati nel rally raid forse più famoso della storia, nato da un’idea del francese Thierry Sabine (morto poi anche lui in un incidente aereo nel 1986) e che dall’inizio fino al 2007 si disputava partendo dall’Europa per chiudere in Africa, a Dakar appunto. Dal 2009 fino allo scorso anno, la carovana del Rally Raid più famoso si è spostata in Sud America, cambiando location, ma mantenendo sempre quell’aura di sfida affascinante e sempre pericolosa (l’ultimo decesso risale al 2015). Nuovo decennio ed un ritorno forse alle origini del raid, con il deserto dell’Arabia Saudita a fare da cornice per questa ennesima edizione del rally.

La Dakar rappresenta quello che per le corse su strada rappresenta il TT dell’Isola di Man, ovvero la gara più famosa ed allo stesso tempo una sfida affascinante, ma per pochi temerari che sanno quello a cui vanno incontro. Una sfida tanto impegnativa quanto bellissima da portare a termine ed anche da raccontare.

Cambiano le location, ma il fascino di affrontare una corsa a tappe così dura ed impegnativa come la Dakar rimane invariato, pur con i suoi rischi da tenere a mente. Come dicevamo in precedenza, sono ben 64 i decessi avvenuti nelle diverse edizioni del raid, dei quali sono solamente 29 i piloti che hanno perso la vita in gara. Tra questi citiamo il nostro Fabrizio Meoni, plurivittorioso alla Dakar e deceduto nel 2005, e nel 2015 il polacco Michal Hernik.

Una lunga scia di sangue che la Dakar si è portata dietro fin dalla sua primissima edizione: purtroppo anche nell’edizione di quest’anno si è aggiunta una “tacca” all’elenco, con l’esperto pilota portoghese Goncalves. Tutto il bivacco nella giornata di ieri si è stretto attorno al team Hero che ha perso il suo pilota di punta per questo raid.

Ma chi era Paulo Goncalves? Di seguito un breve resoconto della sua carriera. Paulo Goncalves non era certo nuovo alla Dakar e l’edizione di quest’anno era la 13^ della sua carriera. Debutta nel 2006 chiudendo 25°, migliora nel 2007 con la 23^ posizione, nel 2010 e 2011 si ritira presto (6^ ed 8^ tappa), è 10° nel 2009 mentre chiude 25° nel 2012. Nel 2013 chiude ancora 10° assoluto mentre nello stesso anno si aggiudica il Mondiale Cross Country, nel 2014 e 2016 arrivano altri due ritiri, rispettivamente alla 5^ ed 11^ tappa, mentre nel 2015 la sorte gli dice bene portandolo addirittura al titolo di vice campione dietro allo spagnolo Marc Coma. Nel 2017 chiude al 6° posto, mentre nel 2018 si ritira ancor prima di partire e nel 2019 saluta la carovana alla 5^ tappa, fino al tragico epilogo della edizione di quest’anno che lo ha portato via.

Marco Pezzoni