L'AD di General Motor, Mary Barra, è convinta che un'alleanza sia la strada da percorrere: "Un 'cyber incidente' non è un problema solo per il fabbricante coinvolto - ha dichiarato la Barra al Mit Technology Review - è un problema per ogni produttore in tutto il mondo, è una questione di sicurezza pubblica".

Per onor di cronaca va detto che l'ipotesi di una manomissione tale da assumere il controllo di autovettura è ancora teorica per il momento. Ma fanno bene i costruttori ed anche i legislatori a porsi il problema prima che si presenti. Sono stati condotti, infatti, esperimenti da esperti che hanno palesato come sia fattibile un simile attacco. Allo stato attuale i rischi reali sono finalizzati "solo" ai furti. Secondo Scotland Yard, infatti, sarebbero oltre 16 le vetture rubate a Londra ogni giorno. Un attacco di tipo hacker su autovetture si è registrato ad Austin, nello stato del Texas, dove un dipendente frustrato ha paralizzato 100 automobili.

"Gli scenari minacciosi sono in continua evoluzione - ha spiegato Mary Barra - e gli attacchi diventano sempre più sofisticati ogni giorno". La strada della collaborazione tra costruttori è stata auspicata anche da Association of Global Automakers oltre che da Alliance of Automobiles Manufactures. Le associazione di settore stanno esortando le case automobilistiche a fare bene comune dei dati raccolti per mettere a punto sistemi sempre più inviolabili. Qualche tempo fa anche l'FBI si è occupata di attacchi hacker sulle autovetture definendo il problema come preoccupante visto che le vetture sarebbero "sempre più vulnerabili".

Un allarme del genere lanciato dai vertici mondiale dell'automotive fa preoccupare anche in virtù dei recenti attacchi terroristici. Una pubblicità così palese del problema è ancora più allarmante.

Fabrizio Crescenzi