Pioggia, condizioni proibitive ed inevitabili interruzioni. Basterebbero queste parole, unite alla solita imprevedibilità di una simile corsa ed un equilibrio precario tra i big, per descrivere la 24 Ore di Spa 2019. Una lunga bandiera rossa di oltre sette ore ha caratterizzato la mattinata, con una sorta di gara sprint a disputarsi dalle undici del mattino in poi.

Una situazione che ha favorito al meglio Porsche, capace di mettere davanti a tutti due delle sei vetture Pro schierate in Belgio. Grazie ad una gara magistrale di Kevin Estre, sia nelle prime fasi ma soprattutto nelle ultime ore, il team Gpx ha scritto il suo nome nella storia della gara belga con la vettura #20 di Lietz-Chtistensen ed appunto il transalpino. Quest'ultimo è stato eccezionale nell'annullare un drive through comminato nelle prime ore, rimontando dalla terza piazza con due sorpassi decisivi. Dapprima quello sulla Mercedes #4, e poi quello sul leader Mueller con l'Audi #1 hanno difatti consegnato la vittoria alla casa di Stoccarda, che così torna a vincere a Spa per la prima volta dal 2010. Una festa completata al meglio quella Porsche, grazie al secondo posto della #998 del team Rowe di Makowiecki-Pilet-Tandy. Anch'essi sono stati bravi a scavalcare i rivali Audi nel finale, nonostante la corsa di questi ultimi sia stata rovinata da alcuni episodi sfortunati. Prima un errore di Mueller a Les Combes, e poi un contatto con la Porsche del team Dinamic a Pouhon hanno definitivamente compromesso le loro chance di buon risultato.

Il podio assoluto è stato quindi completato dalla Mercedes #4 di Engel-Buurman-Stolz che, dopo aver fatto la voce grossa nelle prove, nulla hanno potuto nei confronti dello strapotere delle vetture di Stoccarda. Dietro di loro l'onore Audi è stato parzialmente salvato dal team Sainteloc, quarto con la #25 di Winkelhock-Vervisch-Haase. Particolarmente positivo anche il sesto posto della Honda Nsx GT3 di Farnbacher-van der Zande-Baguette.

Passando ai piloti di casa nostra, grande protagonista nelle prima metà di gara è stata la Ferrari #72 del team SMP. Con il supporto di Rigon, insieme a Molina ed Aleshin, la 488 del team russo ha salvato un risultato mancato conquistato i punti ai “traguardi intermedi” delle 6 e 12 ore di gara. Un bottino che ha posto gli alfieri SMP in cima alla classifica di campionato, nonostante l'epilogo sfortunato di questa 24 Ore. Aleshin ha infatti rovinato la propria gara per via di un contatto con una Nissan doppiata a Pouhon, dovendo abbandonare anzitempo. Meglio, ma non troppo, è andata a Caldarelli e Mapelli, in gara con la Lamborghini #563 insieme a Dennis Lind. La loro corsa è stata condizionata da troppe penalità che hanno compromesso la loro classifica, che alla fine li ha visti ottavi al traguardo. 13° e 16° invece Marciello-Abril-Schiller sulla Mercedes #88 e Bortolotti-Engelhart-Ineichen con la Lamborghini #63. L’imprevedibilità della condizioni ha colto di sorpresa l’equipaggio del team Akka, rimasto sorpreso dalle fasi i continui cambi slick-rain,  mentre la Lambo di Grt ha anche condotto nelle fasi prima dell’interruzione prima di scivolare indietro per via una strategia differente, che ha previsto lo stop tecnico obbligatorio dopo la lunga bandiera rossa. Venturini (Lamborghini #519) non è andato oltre il 21° piazzamento.

Gara molto difficile anche per due delle favorite alla vigilia, BMW e Bentley. I vincitori dello scorso anno con Walkenhorst Motorsport non sono andati oltre il dodicesimo posto come miglior risultato (questa volta con il team Schnitzer) dopo una qualifica disastrosa, mentre gli inglesi tornano a casa con la coda tra le gambe. Il centenario della casa è stato "celebrato" come peggio non si poteva, con nessuna delle quattro Continental mai in grado di inserirsi tra le prime posizioni sin dalle prime prove.

Molta sfortuna invece per Mattia Drudi. Dopo una spettacolare qualifica, il pilota italiano è stato fermato da un problema tecnico sulla sua Audi #55, condotta insieme ai fratelli Schothorst in classe Silver. Un duro colpo che li ha estromessi dalla corsa nella notte, in seguito ad una prima parte di gara in cui sono stati anche in lotta per la top ten assoluta. Il successo di classe è quindi andato alla Lamborghini #78 del team Black Bull di Pull-Witt-Mitchell. In Pro-Am vittoria per l’Aston Martin #97 do Yoluc-Al Harthy-Eastwood-Thiim, che ha parzialmente riscattato una gara negativa degli equipaggi Pro. Tra i gentleman trionfo per la Ferrari #33 di Hook-Matschull-Lauck-Still.

Dopo l'appuntamento cardine della stagione, il Blancpain Endurance Cup vede gli alfieri del team Smp al comando con 73 punti, 22 in più rispetto a Engel-Buurmand-Stolz e 24 su Caldarelli-Mapelli-Lind. Saranno quindi loro tre a giocarsi il titolo nella serie Endurance nell'ultimo round di Barcellona.

Alessio Sambruna