Una gara endurance su una delle piste più belle e difficili del mondo, un'infinità di episodi e colpi di scena con oltre sessanta vetture ed i migliori piloti della categoria al via. E' successo tutto questo alla 24 Ore di Spa Franchorchamps 2018, corsa cardine di ogni stagione del Blancpain Endurance Series, e che neanche in questa edizione ha deluso le aspettative. Quello ottenuto dalla BMW M6 GT3 #34 della Walkenhorst Motorsport può essere infatti considerato come un successo davvero notevole. Partendo dal fatto che il team tedesco ha corso per la prima volta con un equipaggio Pro, con conseguente mancanza di esperianza per quanto riguarda la top class, e che i suoi piloti non avevano mai corso una 24 Ore insieme, si capisce bene l'entità dell'impresa di Blomqvist e soci.

Dopo una qualifica conclusa ai margini della top ten, le prime fasi hanno visto tuttavia degli scambi in testa alla classifica tra l'Aston Martin della R-Motorsport e le Bentley, mentre la Ferrari #72 di Smp, insieme alla Lamborghini #63 del Grt e la McLaren del Garage 59 sono state subito afflitte da vari guai, tra cui proprio un contatto tra la Huracan e la 650S. Ed esattamente in seguito ad altri incidenti ed interruzioni, nella fattispecie il botto di Ortelli all'Eau Rouge, Blomqvist è riuscito a prendere il comando intorno alla nona ora, riuscendo a gestire alla perfezione anche dei momenti critici dovuti alle varie full course yellow ed addirittura una bandiera rossa. Come nell'edizione del 2014, la maratona belga è stata infatti interrotta a causa di un botto all'Eau Rouge, che ha visto protagoniste la Bentley #31 del team Parker e la Lamborghini Huracan #66 della Attempto Racing. Un'ora di stop che ha rimescolato le strategie di tutti i top team, ma la gestione perfetta sia in pista che ai box ha permesso alla BMW M6 #34 di rimanere al comando fino alle prime ore dell'alba.

Dalla diciottesima ora il loro rivale principale si è tramutato nell'altra M6 della Rowe Racing, protagonista di una bella rimonta dall'undicesima casella della griglia. Dopo uno scambio di posizione nel corso della mattinata, a fare la differenza sono state ancora una volta le scelte ai box. Grazie ad una sosta in meno, la vettura della Walkenhorst è infatti riuscita a prevalere sui colleghi della Rowe, gestendo molto bene la condotta di gara nelle ultime due ore cruciali. Alla fine sono stati 10"4 i secondi che hanno separato le due Bmw, autrici di una fantastica doppietta che per il marchio bavarese significa il 24° successo nella 24 Ore di Spa.

Protagonisti di una gara molto solida e concreta, il podio tutto made in Germany è stato completato dall'Audi R8 Lms della Montaplast by Land-Motorsport. Kelvin e Sheldon van Der Linde, insieme a Jeffrey Schmidt, hanno perfezionato una performance per certi versi sorprendente considerando la loro età anagrafica. In testa alla corsa nelle prime fasi, l'Audi #29 è riuscita a concludere sul podio al termine di una gara senza errori (davvero un'impresa in questa corsa) nonostante abbiano effettuato più pit stop di tutti gli equipaggi nella top 20. Chi puntava ad un simile risultato era anche la R8 vincitrice nel 2017 della Sainteloc, con Winkelhock-Vervisch-Haase. L'equipaggio #25 è stato però affitto da problemi di carburante proprio nel corso dell'ultima ora, con una conseguente sosta forzata che li ha estromessi dalla top 3. Un medesimo discorso può essere valido anche per la Mercedes del team Black Falcon, stabile nelle prime posizioni fino a pochi istanti dal termine. Sul quinto posto di Engel-Stolz-Buurman pesa una sosta effettuta con bandiera verde, con gli altri contendenti alla generale che hanno approfittato di un regime di Fcy. Non è stata altrettanto fortunata la corsa di Raffaele Marciello che, insieme a Vautier e Juncadella, ha concluso al sesto posto con la Mercedes AMG GT3 del team Akka. Sulla gara del nostro portacolori pesano tuttavia dei problemi al cambio che lo hanno afflitto sin dai primi squarci del tramonto.

In ottica campionato, la gara più importante dell'anno è stata piuttosto complessa per il team Wrt e per la Emil Frey, dato che le migliori vetture si sono piazzate rispettivamente in ottava e tredicesima posizione. Nonostante ciò, i due team hanno mantenuto la leadership della classifica assoluta (Wrt) e della serie endurance (Emil Frey). A tal proposito pesano i cattivi risultati della Lamborghini del team Grt di Caldarelli-Bortolotti-Engelhart insieme a quelle delle Bentley, protagoniste nelle prime fasi, ma poi afflitte da inconvenienti vari. Seppur non influente ai fini del campionato, è stata deludente anche le 24 Ore delle Porsche, tanto attese dopo le qualifiche, ma incapaci di concretizzare in gara.

Detto della gara difficile dei marchi italiani nella classe Pro, è andata molto diversamente per quanto riguarda le altre classi, meno performanti, ma non per questo meno prestigiose. La Ferrari #333 del team Rinaldi ha fatto sua la Pro-Am grazie alle performance di Keilwitz-Matschull-Salikhov-Perel. L'equipaggio a bordo della verde vettura di Maranello ha compiuto una sensazionale rimonta dopo il 53° posto assoluto nelle qualifiche, conquistando la vetta nell'ultimo quarto di gara e vincendo alla fine la propria classe di un giro nei confronti della Mercedes #42 della Strakka affidata a Buncombe-Williamson-Leventis ed il nostro Fumanelli. Parlando di Silver Cup, la presenza italiana è stata pressochè dominante. La Ombra Racing ha infatti portato al successo la Lamborghini Huracan GT3 con Ling-Frassineti-Monti-Rizzoli precedendo la vettura gemella della Barwell di Beretta-Breukers-Mitchell-Kodric. Tra i gentleman altro successo Lamborghini con la Huracan della Barwell di Amstutz-Machitski-Abra-Kujala.

Prossimo appuntamento del Blancpain Endurance Series sarà l'atto conclusivo di Barcellona, che si svolgerà nel weekend dal 28 al 30 settembre.

Alessio Sambruna

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