Le qualifiche parlavano chiaro. Che l’equipaggio da battere fosse quello di Yamaha Factory si era capito dalle qualifiche, dove la compagine emanazione diretta di Iwata aveva stampato un 2’06”038 firmato da Katsuyuki Nakasuga, a soli trentotto millesimi dal giro record segnato da Pol Espargaro nel 2015. Con due decimi di distacco, in seconda piazza si era posizionato il team Yoshimura Suzuki Motul Racing, che ha però pagato una scivolata allo start mentre Tsuda era in sella. Terza e quarta piazza sono state appannaggio del Kawasaki Team Green e FCC TSR Honda, che hanno confermato in gara l’ottimo lavoro svolto nelle qualifiche.

Battaglia all'inizio, scintille tra Honda e Kawasaki. La gestione della gara da parte di Yamaha Factory è stata esemplare: durante le lunghissime (e durissime) otto ore Nakasuga ha condotto lo squadrone blu in testa dopo una battaglia con Honda Harc-Pro durata fino alla caduta di Takaaki Nakagami, avvenuta alla terza ora di gara. Da li, tutta discesa per Nakasuga e per Alex Lowes, che è stato anche autore del nuovo record in gara per Suzuka in 2’06”932. Dietro i capofila la Honda FCC-TSR ha difeso a denti stretti la seconda piazza, con il Kawasaki Team Green che non ha mai mollato un centimetro e ha creduto nella possibilità di conquistare la piazza d’onore fino all’ultimo, aiutata anche da una Safety Car entrata a trenta minuti dalla fine che ha annullato il (poco) gap tra i due team. Poi, il colpo di scena: fiamme dalla Honda FCC con De Puniet in sella che è stato costretto a rientrare ai box per controllarne la causa, regalando de facto la seconda posizione alla Kawasaki ma limitando i danni chiudendo comunque sul gradino più basso del podio. 

Affonda la corazzata SERT, GMT94 campioni del mondo. La delusione viene dal team Suzuki SERT, che arrivava a Suzuka con 1 punto di vantaggio nei confronti di GMT94 e che avrebbe dovuto mettere in scena una battaglia senza esclusione di colpi per difendere il titolo ottenuto nel 2016. Ma non è accaduto: la SERT (con il team manager Dominique Méiland assente per cause di salute) sembra aver perso quell’aura di imbattibilità che la caratterizzava fino allo scorso anno. Ne ha approfittato il team GMT94, che mantenendosi ai margini della Top10 e nettamente più in alto in classifica rispetto alla SERT, ha conquistato i punti necessari per agguantare il titolo iridato e regalarlo a David Checa e al nostro Niccolò Canepa (non a Mike Di Meglio, assente ad un appuntamento), rendendo Canepa il primo italiano iridato nella specialità della storia. 

Alex Dibisceglia