Kevin Magnussen è stato penalizzato nel post-gara di 20 secondi dai Commissari FIA, dopo aver difeso con eccessiva irruenza la propria posizione da Fernando Alonso durante gli ultimi giri del Gran Premio del Belgio.

Il pilota della Mclaren e quello della Ferrari stavano battagliando per il quinto posto quando, durante il doppiaggio di una Caterham, il danese si è spostato vistosamente sulla destra mentre lo spagnolo lo stava affiancando, costringendolo a mettere due ruote sull’erba sul dritto del Kemmel.

Gli steward della Federazione, tra i quali anche l’ex-pilota italiano Emanuele Pirro, hanno spiegato in una nota il provvedimento: Il pilota della vettura numero 20 stava difendendo la sua posizione sul rettilineo tra la curva 4 e 5 e una buona parte della monoposto numero 14 era accanto alla vettura 20. Il pilota non ha lasciato abbastanza spazio alla monoposto 14 che è stata costretta a finire fuori pista.”

Dopo questa sanzione, Magnussen è dunque scivolato dalla sesta alla dodicesima posizione in classifica, consentendo allo stesso Alonso di scalare in settima posizione ed a Nico Hulkenberg di entrare in zona punti. Inoltre, al giovane pilota della McLaren sono stati tolti due punti sulla patente. "Nonostante la penalità, è stata una gara eccitante - ha dichiarato il figlio d'arte a fine gara - tutti quelli alle mie spalle avevano gomme più fresche delle mie ed ho solo cercato di difendere la mia posizione nel miglior modo possibile".

Come al solito, sui social si sono scatenati i commenti su quanto accaduto, con qualche “tifoso” che si è spinto a definire Magnussen "un assassino": occorrerebbe però ricordare a costoro che questo ragazzo è al suo primo anno in Formula 1 e, a differenza di altri suoi colleghi, non ha comunque causato un incidente tale da rovinare la sua gara e quella dello spagnolo. Il campione in carica della Formula Renault è stato senz'altro irruento nel difendere la propria posizione ed i punti preziosi in classifica, ma certe definizioni lasciano il tempo che trovano risultando quantomeno inopportune.

Chiara Zaffarano

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