La già scarna griglia di partenza della stagione che prenderà il via il 15 marzo da Melbourne rischia ora di perdere definitivamente altri pezzi. Dopo la notizia che il team Caterham è stato definitivamente messo all'asta, ad essere appeso a un filo è ora il destino della Marussia (trasformatasi in Manor), la scuderia che grazie al pilota francese Jules Bianchi aveva ottenuto i suoi primi e finora unici punti in Formula 1.

Già verso metà della scorsa stagione erano cominciate a circolare delle voci a proposito di team in difficoltà nel reperire i fondi necessari per proseguire l'annata. E tra questi c’era proprio il team anglo-russo, che annoverava tra le sue file Max Chilton e Jules Bianchi. A fine stagione la Marussia si è vista costretta a dover disertare gli ultimi tre Gran Premi per mancanza di budget, nonostante Bernie Ecclestone avesse fatto di tutto per ottenere un dietrofront dal board della scuderia.

La realtà dei fatti è che il team si trova da alcuni mesi in amministrazione controllata e per mesi sono stati cercati acquirenti nel tentativo di essere presenti sulla griglia al primo Gran Premio della stagione pur con la macchina del 2014, visto e considerato che ad oggi nessun pezzo della nuova monoposto è stato prodotto né si sa nulla su piloti e personale del team.

Negli ultimi giorni sono emerse notizie a proposito della conclusione di un accordo con un compratore, che avrebbe consentito al team di uscire dal regime di amministrazione controllata e prendere così parte alla prossima stagione seppur con la vettura dello scorso anno. Come si ricorderà, il team Manor aveva già in precedenza pagato (assieme alla Caterham) la tassa d'iscrizione al Mondiale 2015, dunque la palla è passata allo Strategy Group, chiamato nella riunione svoltasi ieri a Parigi a deliberare sulla richiesta della scuderia di Banbury di poter utilizzare la monoposto 2014.

Per ricevere il via libera in questo senso, sarebbe stato necessario avere il parere unanime da parte di tutte le altre squadre: ma l'accordo non è stato trovato, visto il veto posto dalla Force India sull'argomento. Non a caso, la scuderia indiana è proprio quella che (Manor a parte) si trova in maggiori difficoltà finanziarie, al punto che è circolata la voce che il team di Mallya possa addirittura essere costretto a saltare la prima trasferta stagionale di Melbourne, visti i ritardi della nuova monoposto. Va sottolineato, infatti, che in caso di definitivo abbandono del team Marussia, i circa 30 milioni di sterline ad essa spettanti per il nono posto ottenuto nel campionato Costruttori verrebbero automaticamente suddivisi tra tutti gli altri team: una ghiotta opportunità, dunque, per la Force India di risollevarsi da una situazione complicata.

Sull'argomento è intervenuto anche Bernie Ecclestone: "Alcuni team non erano d'accordo sulla riammissione della Marussia, forse anche a loro sarebbe piaciuto utilizzare la macchina dell'anno scorso, ma è più probabile che i soldi a loro spettanti abbiano fatto la differenza".

Nelle ultime ore, però, un filo di speranza si è riaperto per la Manor, visto che la Force India potrebbe riconsiderare la sua posizione. A spiegarlo è stato il Team Principal della scuderia indiana Bob Fernley, il quale ha evidenziato le cause che hanno spinto il team indiano ad esprimere un parere negativo nel meeting di Parigi: Noi non intendiamo perdere altri team - ha dichiarato - ma una delle condizioni imprescindibili è che le squadre debbano mostrare chiaramente la sostenibilità del proprio programma e chi c'è dietro ad esso". A quanto pare, la richiesta di reintegro sarebbe pervenuta tramite una lettera a pagina singola, quest'ultima priva di dettagli sulla nuova proprietà e i fondi a disposizione: condizioni ritenute insufficienti dalla Force India per poter dare il via libera all'operazione. "Quanti soldi hanno? Quando avrebbero costruito la monoposto 2015? - ha proseguito Fernley - Se dovessero presentare una proposta adeguata noi la prenderemmo in considerazione. Nella vita è sempre possibile tornare indietro sulle proprie decisioni".

Interrogato sul fatto che la decisione della Force India avesse provocato una reazione furiosa di molti tifosi, i quali hanno accusato la scuderia indiana di anteporre i propri interessi a quelli dello sport, Fernley ha così risposto: "Se ci sono aspetti di tipo economico alla base della nostra decisione? Mentirei se non dicessi questo. Ma non abbiamo votato sulla base dei 4 milioni di sterline che potremmo ricevere, ma sulla possibilità di accettare in griglia una monoposto dello scorso anno. Se la richiesta fosse stata fatta correttamente, avremmo potuto decidere di dare il nostro benestare. Ma spetta alla Marussia doverci convincere, e non possiamo prendere delle decisioni solo sulla base di fattori emozionali".

Ma il tempo stringe: a Melbourne manca ormai poco più di un mese e la sensazione è quella di poter assistere alla griglia di partenza più ridotta degli ultimi decenni. La crisi avanza ma la Formula 1 sembra ancora incapace di reagire.

Marco Privitera - Marco Pezzoni

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