Dopo il team Haas, primo ad aver svelato le forme della nuova monoposto, è stata la Toro Rosso a mostrare la propria nuova arma in vista della stagione 2019 del Mondiale di Formula 1. La scuderia di Faenza, per il secondo anno consecutivo forte della partnership con Honda per quanto riguarda la fornitura delle Power Unit, ha infatti lanciato attraverso un video pubblicato sul proprio canale YouTube la nuova STR14, vettura che verrà portata in pista dal rientrante Daniil Kvyat e dall'esordiente Alexander Albon.

Reduce da un modesto nono posto colto nella passata stagione, la Toro Rosso punta al riscatto per avvicinarsi alla prima metà dello schieramento e superare i problemi di affidabilità che ne hanno caratterizzato l'annata precedente. Per farlo, il gruppo di lavoro diretto da Franz Tost si affida alla STR14, vettura che a prima vista non si discosta molto dal precedente modello: gli interventi più visibili sono stati attuati nella zona delle prese d'aria laterali, ora decisamente più alte rispetto al passato, cosi come nell'area dei bargeboard, in attesa di vedere ulteriori novità direttamente in pista nei prossimi test di Barcellona.

Detto della rinnovata partnership con Honda (che lo scorso anno aveva trasformato la monoposto faentina in una sorta di vettura "laboratorio", in vista dell'esordio delle PU giapponesi sulla Red Bull a partire da questa stagione), le novità più gustose arrivano dal fronte piloti. Daniil Kvyat si ritrova alle prese con la propria "terza" carriera in Toro Rosso, dopo una vera e propria altalena che negli ultimi anni lo ha visto dapprima promosso al ruolo di titolare nella casa madre e successivamente scaricato senza troppi complimenti da Helmut Marko: per il russo, con ogni probabilità si tratterà dell'ultima chance per poter rilanciare la propria carriera, forte anche dell'esperienza maturata lo scorso anno al simulatore Ferrari che sicuramente lo ha reso un pilota ancora più completo.

Al suo fianco giunge una novità assoluta, costituita dal thailandese Alexander Albon, ingaggiato al posto di Brendon Hartley: reduce da un paio di buone stagioni nelle formule propedeutiche, dove è stato tra i principali contendenti al titolo prima in GP3 e lo scorso anno in Formula 2, dovrà subito dimostrare di meritare la preziosa occasione concessagli, mettendosi a confronto con un compagno altrettanto giovane ma di sicuro ben più esperto.

Le incognite, insomma, non mancano, anche se la seconda annata di collaborazione con Honda potrà sicuramente consentire agli uomini di Faenza di poter lavorare con quella serenità e dose di esperienza la cui mancanza nella passata stagione aveva costituito il vero e proprio Tallone d'Achille, tanto da impedire al team di andare oltre un nono posto rivelatosi senza dubbio inferiore rispetto alle aspettative della vigilia. Le risorse e le idee di certo non mancano: adesso spetterà alla pista dire se gli sforzi compiuti stiano andando o meno nella giusta direzione.

Marco Privitera