E’ stata una lunga agonia durata quasi un anno intero, fatta di occasioni sfumate anche per motivi a volte assurdi. Alla fine però, anche per la Ferrari, la “maledettissima” prima vittoria dell’anno è arrivata: sul circuito più bello del mondo vince Leclerc, sbriciolando finalmente l’utopia della prima vittoria in Formula Uno. Completa il podio il duo Mercedes, con Vettel al quarto posto. Il tutto in una purtroppo tragica atmosfera dovuta al drammatico sabato della Formula 2.

Ciao Anthoine: iniziamo innanzitutto unendoci al cordoglio della famiglia del povero Hubert. Il campione uscente della GP3, in quella che era la stagione d’esordio nella categoria propeduetica verso la Formula Uno, durante gara 1 di sabato ha purtroppo perso la vita in una maledetta carambola in uscita dall’Eau Rouge. Tante lacrime e tanto sgomento per quella che è una tragedia immane capitata ad un ragazzo di soli 22 anni. Ci ricorda che purtroppo il motorsport che tanto amiamo non è fatto solo di champagne, full gas e bella vita. I passi da gigante fatti in tema sicurezza ci hanno infatti portati a “trascurare” il fattore rischio in uno sport dove dei mostri a benzina proiettano della gente a oltre 300 orari, convincendoci che i pericoli siano relativi. Episodi come questo però, purtroppo, ribadiscono che il mestiere del pilota è un lavoro in cui per forza di cose rischi tutto ciò che hai. E che se sei li, vuol dire che negli anni precedenti ci hai messo tanto cuore e passione. Ciao Anthoine, riposa in pace.

La prima di Leclerc: passando alla gara, finalmente è arrivata la prima vittoria Rossa della stagione, nonché la prima assoluta nella massima categoria per il pupillo monegasco. Per tutto il weekend Charles è stato grande, dominando praticamente tutte le sessioni e dimostrando di essere pronto per il salto verso l’Olimpo dei driver di Formula Uno. Sapevamo già tutti che il talento del numero 16 è smisurato, ma una dimostrazione sul campo era più che necessaria al morale. Lo spauracchio di vedersi beffare sempre alla fine è così sfumato, e per Leclerc ora si apre una nuova era nell’elitè dei pochi eletti che hanno vinto almeno una gara nella più pregiata categoria del motorsport. Che siate ferraristi o no, siamo sicuri che dentro di voi siete tutti d’accordo sul gran piede di questo predestinato.

Grande Mercedes: anche se ha vinto la concorrenza italiana, gli argentati tedeschi hanno ancora una volta dimostrato che ovunque si vada, i conti sono da fare con loro. Su una pista dove i proiettili di Maranello raggiungevano la “velocità curvatura” nei lunghi rettilinei delle Ardenne, le Frecce di Stoccarda se la sono giocata fino alla fine, con Lewis Hamilton in versione cannibale che ha tenuto le unghie sul collo di Leclerc fino alla bandiera a scacchi. A ribadire che nonostante gli ormai 6 titoli in tasca e le incalcolabili vittorie, se uno nasce campione non la darà per vinta mai a nessuno senza lottare. Anche quando non ce n’è bisogno. Rispetto.

Bravo Seb: non era la sua domenica, non ha mai avuto il passo del compagno per tutto il weekend, non sta attraversando un bel periodo viste le voci che lo indicano verso il ritiro spinto dal talento del nuovo team-mate. Ma in Belgio Seb merita un applauso grosso così, per essersi messo, nonostante sia un pluri-iridato, a piena disposizione per fare gioco di squadra e favorire la vittoria del compagno, agevolando allo stesso il sorpasso prima, e facendo perdere tempo a Hamilton poi. Probabilmente senza di lui questa prima vittoria non sarebbe arrivata, per cui “chapeau” Sebastian.

Male Verstappen e Giovinazzi. Promosso Albon: note dolenti della domenica vanno al figlio di Jos e al nostro unico portacolori di categoria. Il primo stecca clamorosamente la partenza in quella che era praticamente la sua gara di casa, toccandosi inesorabilmente con Raikkonen in curva 1 e finendo a muro in curva 2 per via della sospensione anteriore ormai tranciata, spegnendo prima del tempo gli entusiasmi della marea arancione che era in tribuna per acclamarlo. Voti bassi anche a Giovinazzi: era a punti dopo una serie di sorpassi da applausi, e da li a poco davanti a lui si sarebbe ritirato Norris che gli avrebbe permesso di chiudere settimo. E invece, nelle ultimissime tornate di gara, mentre era in pista assolutamente solo senza necessità di spingere, l’italiano si è schiantato su uno dei muri di gomme che delimitano il tracciato. Molto male se guidi in Formula Uno in una giornata dove stai per fare il colpaccio. Buona prova invece per Albon alla prima con il team Red Bull: il thailandese partiva dal fondo causa penalty per cambio propulsore, ma alla fine del gioco ha chiuso al quinto posto. Praticamente il massimo possibile anche se fosse partito la davanti. Per essere il suo debutto in un top team, ha gestito egregiamente la pressione. Bene così.

E adesso? Adesso viene il “nostro” circuito, il nostro tempio, il nostro mausoleo da pellegrinaggio: si fa infatti tappa a Monza, un tracciato che per caratteristiche dovrebbe essere molto amico della SF90H. Riuscirà Leclerc a bissare il successo? O Vettel farà di tutto per scrivere anche il proprio nome fra i vincitori 2019? Mercedes permettendo... ovviamente.

Daniel Limardi